Storia, strumenti e regole del Curling

La storia del Curling - Credits grandslamofcurling
La storia del Curling - Credits grandslamofcurling

Il curling è una pratica sportiva che nasce in Scozia verso la prima metà del 1500, quando si utilizzavano ciottoli sul ghiaccio. I primi dischi in pietra iniziano ad essere utilizzati nel XVII secolo, insieme a bastoni per spazzare la neve. Solo più avanti, nel 1775, si diffondono le classiche pietre con impugnatura, e il gioco si diffonde anche negli Usa grazie agli immigrati. Le pietre (stones, singolare stone) sono ancora oggi prodotte nell’isola scozzese di Ailsa Craig.

Che cosa è il curling?

Dunque, il curling è uno sport di squadra che viene praticato su un campo ghiacciato, attraverso il quale si fanno scivolare gli stone (blocchi di pietra con manico del peso di 19,96 kg) cercando di farli fermare sopra un bersaglio disegnato nel ghiaccio (house). Il curling è un gioco che ricorda lontanamente quello delle bocce. Le due squadre che si sfidano sono composte da 4 giocatori:

  • il lead: chi effettua il primo tiro);
  • il second: colui che marca i punti e boccia per eliminare le pietre avversarie;
  • il third; il giocatore che effettua le giocate più difficili;
  • lo skip: imposta la tattica, dà consigli e tira per ultimo.
La storia del Curling - Credits grandslamofcurling
La storia del Curling – Credits grandslamofcurling

Il campo è fatto di ghiaccio piatto e livellato, con misure di 45/46 metri di lunghezza e 4,4 metri circa di larghezza. Molto spesso, vista la forma, si trovano più campi vicini, così da permettere più partite di curling contemporaneamente. Nel ghiaccio è segnata la House, tre anelli concentrici di colore diverso: quello rosso centrale è il four-foot ring (di 4 piedi), quello bianco è l’eight-foot ring (8 piedi) e il più esterno blu è il twelve-foot ring (12 piedi). Per fare punteggio si deve toccare almeno l’anello blu, ma poi gli anelli della house hanno la sola funzione di aiuto visivo nel prendere la mira. Il campo è diviso a metà da una linea longitudinale e da una perpendicolare; le linee dividono anche la house in quarti. I giocatori, per tirare, si danno una spinta in un supporto chiamato staffa (hack); nei campi ne sono installate due gommate fisse.

I primi giocatori (lead) fanno i loro primi tiri (delivery, ognuno ne ha 2); seguono poi i 4 tiri dei second, i 4 dei third e i 4 degli skip. Subito dopo il delivery, gli altri due giocatori corrono sul campo poco prima della stone e con delle scope fatte di crine (broom) puliscono il ghiaccio seguendone la traiettoria e aumentando la rotazione. Questa azione, detta sweeping, deve essere fatta anteriormente allo stone con l’ultimo movimento rivolto all’esterno. Grazie allo sweeping, si può anche frenare lo stone in un punto preciso. Uno stone può urtarne uno avversario e prenderne la posizione. Uno skip può quindi chiedere di effettuare due tipi di tiro: uno di precisione (draw) per far punti ed uno di potenza (take out) per scanzare una stone avversaria. In base alle stone vicine al centro della house si assegna il punteggio. Ogni squadra gioca per 73 minuti per 10 ends, al termine dei quali, se si è in parità, si giocano gli ends extra.
Per eliminare il fallo di gioco più frequente (contatto tra la mano del giocatore e il manico quando la stone passa la hog line), oggi viene usato un manico elettronico in grado di rilevare il superamento della linea.

Le bocce da curling si chiamano pietre in inglese stones

Lo stone con cui si gioca non è altro che una pietra di granito con peso che va dai 17,2 ai 19,9 kg, che ha un manico nella parte superiore, colorato per distinguere le squadre. La circonferenza massima è di 91 cm e l’altezza minima è 11 cm. Al centro della pietra c’è un foro dove passa il bullone che regge il manico, con il quale si può impugnare lo stone, ruotarlo e rilasciarlo. Nel fondo ghiacciato il percorso della stone (curl) cambia in base alla direzione della parte anteriore della pietra. Nei tiri lenti il curl è molto più marcato rispetto ai tiri veloci. La parte della stone a contatto col ghiaccio è la corona, una parte fatta ad anello di 6/12 mm con spessore di 12,7 cm la cui parte interna è vuota per eliminare ghiaccio. Come detto, nella tradizione le stone sono prodotte nell’isola scozzese di Ailsa Craig, e sono fatte di due speciali tipi di granito, il Blue Hone e l’Ailsa Craig Common Green. Il primo ha una resistenza maggiore, mentre il secondo è di minore qualità. Oggi però il materiale proviene da una cava in Galles e il granito si chiama Trefor, nelle tonalità di blu, rosso, marrone e grigio. La cava ha un contratto di esclusiva con la Canada Curling Stone Co., azienda canadese unica produttrice al mondo di stone da curling. Ogni stone ha un costo di circa 600 dollari canadesi.

A cosa serve la scopa utilizzata durante la partita di curling?

La scopa da curling viene usata per pulire il ghiaccio durante il tiro ma anche come appoggio durante il lancio. La parte terminale delle scope può essere di stoffa, pelo animale, sintetico o crine, mentre il manico è in vetroresina o fibra di carbonio. Le scarpe sono simili a normali scarpe sportive ma hanno le due suole differenti: una è detta scivolo (fatto in teflon) ed è per la scarpa che, appunto, scivola, mentre l’altra è fatta di un materiale adatto al ghiaccio. Esistono anche delle solette-scivoli da applicare tramite lacci o elastici, o dei dischi che coprono la porzione della suola. La scarpa che non scivola è invece una normale scarpa sportiva, o a volte può essere applicato un materiale gommoso antiscivolo.

Altre attrezzature sono:

  • pantaloni curling elastici;
  • cronometro: collegato a vestiti o scopa e serve per misurare la velocità della stone;
  • guanti.

Seguendo la tradizione anglosassone, fin da subito gli amanti del curling hanno costituito club organizzati. Il primo nel 1716 nello Stirlingshire, i Curlers of Kilsit. Nel 1838, con la nascita del Royal Caledonian Club, lo sport del curling viene standardizzato nelle regole e negli strumenti. Nel 1959 Scozia e Canada lanciano le Scoth Cup series, competizione tra i loro campionati nazionali di curling. L’ingresso del curling ai Giochi Olimpici invernali è a Chamonix, nel 1924, e a seguire nel 1932 a Lake Placid. Poi una pausa di oltre 50 anni, a parte l’inserimento come disciplina dimostrativa a Calgary nel 1988. Il rientro alle olimpiadi avviene a Nagano nel 1998.

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