Arriva una stretta da parte del Governo sugli impianti sciistici. Nelle zone rosse infatti le stazioni saranno sostanzialmente chiuse, con l’impossibilità di sciare. In quelle arancioni, invece, la capienza delle funivie sarà ridotta al 50%.
Queste sono dunque le misure adottate dal governo per contrastare la diffusione del Covid. Un piano emergenziale che coinvolge anche le strutture ricettive montane e, appunto, le stazioni sciistiche.
Misure previste per sciare nelle stazioni sciistiche
Sono stati introdotti anche limiti giornalieri agli skipass, l’obbligo di mascherina sugli impianti (questa però si può portare anche all’interno dello scaldacollo). Cabinovie e funivie saranno a pieno carico solo in caso di maltempo, proprio per evitare assembramenti nei luoghi chiusi.
Vediamo quindi nello specifico le misure previste. Nelle zone rosse impianti di sci amatoriali chiusi, mentre resteranno aperti nelle zone arancioni, seguendo però alcune regole ed alcune restrizioni. Gli impianti di risalita (funivie e cabinovia) avranno una riduzione della portata del 50%. Queste sono le indicazioni contenute in una bozza di documento relativa agli impianti sciistici che verrà portata alla Conferenza delle Regioni lunedì 23 novembre per poi essere sottoposta al Cts e al Governo.
Cosa stabilisce il Dpcm
Nel documento si legge testualmente: “Per i territori rientranti nello scenario di cui all’articolo 3 del Dpcm (zone rosse) gli impianti resteranno chiusi alla fruizione degli sciatori amatoriali; per i territori rientranti nello scenario di cui all’articolo 2 del Dpcm sopra richiamato (arancioni) gli impianti resteranno attivi con riduzione di portata pari al 50% per le tipologie chiuse (cabinovie,
funivie), ferme restando le limitazioni agli spostamenti previste dal medesimo art. 2 del citato Dpcm”.
Da sottolineare che il limite vale solo per cabinovie e funivie, come si legge nel documento: “Nel caso delle seggiovie, portata massima al 100% della capienza del veicolo con uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l’utilizzabilità. Per le cabinovie, riduzione al 50% della capienza massima del veicolo ed uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata
inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l’utilizzabilità”.
Ancora, come si evince dalla bozza, si specifica la situazione delle funivie: “Per le funivie, riduzione al 50% della capienza massima del veicolo, sia nella fase di salita che di discesa, con uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l’utilizzabilità” . “Per la discesa a valle, in caso di eventi atmosferici eccezionali (es. temporali), ed al fine di evitare o limitare assembramenti di persone presso le stazioni a monte, è consentito per il tempo strettamente necessario l’utilizzo dei veicoli a pieno carico, sempre nel rispetto d’uso di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l’utilizzabilità”.
Infine, una sottolineatura anche per quello che riguarda le norme generali, che varranno per tutti gli impianti: “Quale misura preliminare, è necessario limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l’introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, determinato in base alle caratteristiche della stazione/area/comprensorio sciistico, con criteri omogenei per Regione o Provincia Autonoma o comprensorio sciistico da definire successivamente, sentiti anche i rappresentanti di
categoria, concordati con i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali competenti per territorio”.