Presena, utilizzati i teli geotessili per coprire il ghiacciaio

Proprio dalla cima del Presena, il ghiacciaio che si trova a cavallo tra Lombardia e Trentino, tra Valle Camonica e Val di Sole, parte una nuova battaglia contro il cambiamento climatico. L’apice di un lavoro lungo e faticoso che dura da 12 anni.

A causa del cambiamento del clima è soprattutto la montagna a soffrire, con quasi 200 ghiacciai scomparsi in questi anni. Ecco che trovare una soluzione diventa indispensabile.

Ancora una volta è la tecnologia che viene in aiuto all’uomo. Alla fine della stagione sciistica sul Presena (solitamente fino a maggio ma quest’anno chiusa prima a causa del blocco Coronavirus), una rete grandissima di teloni geotessili è stata stesa sopra il ghiacciaio per tenerlo protetto dai raggi solari. Il presidente della società Carosello, Davide Panizza, ha dichiarato: “L’idea dei teli è nata a partire da un programma sperimentale con le università di Trento e di Milano per ridurre o comunque diminuire l’ablazione. Hanno la funzione di mantenere una temperatura inferiore al di sotto, riflettendo la luce solare e riducendo così la temperatura della neve: li stiamo applicando dal 2008 con ottimi risultati”.

Quello dei teli sopra il ghiacciaio del Presena è un progetto ormai storico, nato nel 2008 grazie alla collaborazione tra la società che gestisce gli impianti e la Provincia Autonoma di Trento, che ha finanziato i teli e la produzione di neve. Dal 2015 ora il progetto è in mano solamente alla Carosello, che ha esteso la superficie interessata dalla copertura. 40.000 m² nel 2014, 46.700 m² nel 2015, 60mila m² nel 2016, 65mila m² nel 2017, 80mila m² nel 2018 e addirittura 100mila m² nell’estate 2019. Il ghiaccio che rimane sotto al ghiacciaio è spesso da 2,5 a 3 metri.

Nel 2014 una ricerca dell’Università ha confermato la bontà del progetto che interessa il ghiacciaio: “Il settore coperto con il geotessile ha evidenziato valori medi di albedo (l’unità di misura del potere riflettente di una superficie) di 0,64 contro un valore medio di 0,43 per la superficie glaciale non coperta. Il settore coperto in media ha un assorbimento di energia solare del 36% mentre la superficie non coperta del ghiacciaio ha assorbito in media il 57% dell’energia solare. Complessivamente l’azione del telo nel modulare i flussi energetici radiativi assorbiti dal ghiacciaio porta per il periodo di sperimentazione, ad una riduzione dell’ablazione del 52%”.

Nel corso dell’estate quindi il ghiacciaio sul Presena viene coperto con dei teli, ma la strategia prosegue anche in autunno ed in inverno: la superficie è infatti aumentata grazie ad uno sparaneve di ultimissima generazione. Si sviluppa cioè un innevamento programmato grazie al bacino idrico naturale che si trova vicino alla zona del ghiacciaio. Un processo che dura fino a metà marzo e che protegge il ghiaccio sottostante grazie alla neve creata da 10 cannoni con portata oraria di 220 m3. La spesa media annuale supera i 420.000 €, ma gli effetti positivi sono evidenti, visto che il ghiacciaio del Presena è stato fino ad ora preservato dallo scioglimento e che lo spessore del ghiaccio è di 50 metri.

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