«La mancanza di neve è una calamità economica, chiediamo interventi a tutela dell’occupazione, del sostegno alle aziende della filiera del turismo bianco e dei liberi professionisti a partire dai maestri di sci: moratorie bancarie e fiscali, compensazioni economiche per i costi energetici e di riscaldamento».
Questo è il grido dall’allarme lanciato, in questi giorni di caldo fuori stagione e dal continuo rialzo termico, da Federfuni Italia che è l’associazione di categoria che racchiude quasi la totalità degli operatori del settore neve ovvero i gestori degli impianti a fune e piste da sci situati sugli appennini ed in alcune località delle alpi.
«La totale assenza di neve naturale, l’impossibilità di produrla viste le alte temperature e le previsioni del tempo che non sembrano essere assolutamente favorevoli rischiano di far andare in default l’intero sistema economico su cui si regge questa importante parte d’Italia», si legge dal comunicato ufficiale.
Federfuni vista la situazione chiede subito degli interventi che possano supportare «tutte le aziende della filiera di assumere i lavoratori stagionali assicurando una continuità del rapporto di lavoro almeno per quattro mesi, un intervento a sostegno delle aziende, sempre di tutta la filiera, sulla falsariga di quello adottato per limitare le conseguenze economiche negative del Covid 19 e che lo stesso provvedimento intervenga oltre che per le aziende anche per i liberi professionisti».
Nella legge di bilancio, il governo ha già previsto di allocare 200 milioni di euro spalmati su quattro anni per un fondo per interventi di ammodernamento, sicurezza e dismissione degli impianti di risalita obsoleti e di innevamento artificiale.