Dai dettagli rivelati da un’ispezione trasmessa da RaiNews, la pista che ha accolto le competizioni di Bob e Slittino delle Olimpiadi di Torino 2006, nonostante non abbia visto gare per 11 anni, si mantiene in eccellenti condizioni, contrariamente ad altre installazioni montane degli eventi olimpici torinesi. Sebbene l’ammoniaca utilizzata per il raffreddamento sia stata rimossa e nel corso degli anni siano stati asportati i cavi di rame, la struttura rimane impeccabile.
La proposta di riqualificazione, delineata dalla Fondazione XX Marzo, responsabile della gestione del patrimonio derivante dalle strutture create o rinnovate in previsione delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, avrà un costo di 33,8 milioni di euro. Si prevede che per riportare la pista alla piena operatività siano necessari 15 mesi: tre mesi per la definizione del progetto e un anno per l’esecuzione dei lavori.
Al fine di evitare errori commessi in passato, è prevista l’installazione di un moderno impianto fotovoltaico su edifici e parti della pista. Quest’ultimo, sfruttando un’ottima esposizione al sole, potrebbe generare l’energia necessaria per la manutenzione dell’infrastruttura e per l’uso locale. L’uso dell’ammoniaca verrà scartato in favore dell’acqua glicolata, rappresentando una scelta più sostenibile anche dal punto di vista ambientale.
Il progetto inviato alle autorità governative include anche un piano per l’utilizzo post-olimpico dell’infrastruttura: essa potrebbe diventare il fulcro degli sport invernali su pista, fungendo da centro d’eccellenza federale per le tre discipline, hub per la formazione giovanile e parco avventura su ghiaccio. L’ambizione è di fare di Cesana la Coverciano delle discipline ghiacciate, come sottolineato da Francesco Avato, presidente della Fondazione XX Marzo.