Madonna di Campiglio, arriva il numero chiuso sulle piste da sci. Come funziona?

A partire dalla prossima stagione sciistica, Madonna di Campiglio sarà la prima località italiana a sperimentare il numero chiuso sulle piste da sci. Un progetto ambizioso e già ampiamente discusso negli ultimi anni per contrastare i fenomeni legati all’overtourism, garantendo una migliore esperienza agli sciatori e più sicurezza sulle piste.

Quando entra in vigore la misura

La sperimentazione del numero chiuso avrà luogo in un periodo particolarmente delicato per l’affluenza turistica: dal 28 dicembre al 6 gennaio, cioè durante le festività di Natale e Capodanno. Secondo quanto riportato da Bruno Felicetti, direttore generale delle Funivie di Madonna di Campiglio, si tratta di un test che potrà poi essere esteso anche ad altri momenti critici della stagione, come il ponte dell’Immacolata o i fine settimana di alta affluenza.

“Introdurremo un numero ideale di accessi. Nelle giornate di punta saranno disponibili alla vendita un numero definito di skipass giornalieri, da acquistare online”.

Obiettivo: meno sciatori per più qualità

Il progetto punta a limitare il numero di skipass giornalieri acquistabili, introducendo un vero e proprio tetto massimo. Felicetti spiega:

“Vorremmo scendere a 14-15 mila sciatori al giorno”.

Un numero comunque significativo, ma ben distante dal record registrato nella stagione precedente, quando si sono toccati i 23 mila ingressi in una sola giornata.

“Il concetto – prosegue Felicetti – è quello di ridurre il numero di giornalieri, per evitare gli eccessi di persone sul culmine della giornata che di solito è nella tarda mattinata tra le 11 e le 13. L’obiettivo è quello di contingentare il numero di biglietti in vendita ogni giorno in modo da darsi un limite, quando c’è troppa gente la qualità del servizio si abbassa, così come la percezione di sicurezza. L’immagine della vacanza per qualcuno potrebbe essere negativa, e gli incidenti aumentano in proporzione al numero di ingressi”.

Una decisione maturata dopo diverse analisi, che prende spunto anche da esempi internazionali.

“È una misura che già attuano comprensori in Austria. Abbiamo studiato il modello di Aspen, negli Stati Uniti e riteniamo che alcuni aspetti siano adattabili al nostro contesto”.

Come funziona il numero chiuso sulle piste

Il sistema prevede che solamente gli skipass giornalieri dei non residenti siano sottoposti a limitazioni. Nessuna restrizione, invece, per i residenti o per i possessori di skipass stagionali.

“Come chi va a sciare partendo dalle città vicine, premiando invece chi vive il territorio e fa qui da noi un’esperienza qualitativa, non mordi e fuggi — spiega —. Non coinvolge quindi i pass stagionali”.

L’adozione del numero chiuso avverrà principalmente attraverso la vendita online anticipata degli skipass. Nei giorni critici, solo un numero definito sarà reso disponibile.

“In base a quante sono le stime di stagionali vedremo il numero massimo — spiega —. L’anno scorso abbiamo venduto 23 mila ingressi come punta massima in un giorno. L’obiettivo è vendere mille giornalieri in meno. Calcoleremo anche il meteo: con il brutto tempo gli ingressi calano”.

Felicetti ha anche sottolineato i limiti di misure meno incisive, già sperimentate in passato:

“Incentivare a uscire prima delle 11 aprendo le piste alle 7.30 non basta — spiega Felicetti —. Ci sono soluzioni più a lungo termine, ma non possiamo stare fermi. Entro maggio definiremo i dettagli dell’operazione”.

Qualità, sicurezza e meno caos

L’iniziativa nasce dalla crescente necessità di gestire in modo anticipato i flussi turistici, soprattutto nei giorni di maggiore affluenza, per evitare colli di bottiglia che compromettono la qualità dell’esperienza sciistica.

“Vogliamo migliorare qualità e sicurezza sulle piste — spiega Felicetti —. Abbiamo giornate critiche da gestire in maniera anticipata, senza subire i colli di bottiglia. Quando c’è troppa gente la qualità del servizio si abbassa, così come la percezione di sicurezza: l’immagine della vacanza per qualcuno potrebbe essere negativa. I clienti ci dicono ‘non vengo a sciare volentieri perché ho paura di farmi male’. Gli incidenti aumentano in proporzione al numero di ingressi. Dobbiamo darci un senso del limite”.

L’obiettivo è duplice: da un lato migliorare la gestione logistica delle piste, dall’altro valorizzare chi sceglie Madonna di Campiglio per una vera esperienza immersiva, e non per una giornata mordi e fuggi.

“Vogliamo premiare chi vive il territorio e fa qui da noi un’esperienza qualitativa, non mordi e fuggi”.

Le reazioni delle istituzioni

Sul fronte politico, non tutti accolgono con entusiasmo la novità. Roberto Failoni, assessore provinciale al Turismo del Trentino, ha espresso delle perplessità, pur rispettando l’autonomia decisionale delle località sciistiche.

“Ogni località è libera di fare la propria scelta strategica di politica commerciale — spiega Failoni —. Siamo perplessi ma accettiamo sempre le decisioni dei singoli comprensori con il massimo rispetto. Penso che vada data a tutti la possibilità di andare a sciare. I numeri massimi li conoscono tutti, ma dobbiamo stare attenti che non passi il messaggio negativo che in Trentino non si può venire a sciare, soprattutto nell’anno delle Olimpiadi”.

Failoni chiarisce inoltre che il provvedimento non è da intendere come una misura generale contro l’overtourism.

“Se ne parla da anni, gli impianti avranno fatto i loro ragionamenti per trovare soluzioni migliori — spiega —. Non vogliamo imporre nulla. Il vero overtourism è altrove, dove si fa lo slalom speciale nei luoghi pubblici e nelle piazze. Noi abbiamo delle giornate critiche, non significa che una stagione sciistica sia interamente critica. Ragioneremo a bocce ferme con tutte le località e ognuno farà le sue scelte”.

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