Squaw Valley Alpine Meadows, la skiarea in California, cambierà presto nome, visto che il vecchio è stato considerato offensivo verso i nativi americani. Il secondo caso del genere negli Usa, dopo che da poco tempo anche la squadra dei Washington Redskins, squadra che partecipa al campionato di Nfl di football, non si chiama più così. Per il nuovo nome della squadra occorrerà aspettare l’inizio del prossimo campionato.
Ora quindi anche la Squaw valley è vittima dell’ondata di revisionismo che sta investendo tutto il mondo. Ricordiamo che Squaw Valley Alpine Meadows è una delle aree sciistiche più note di tutto il Paese, e che si trova proprio nel cuore della Sierra Nevada, in California, vicino al confine con il Nevada. Nel 1960 qui si sono disputate le Olimpiadi invernali.
Ancora sono incerti i tempi per il cambiamento ufficiale del nome, ed ancora non si sa quale sarà il nuovo nome. Negli anni ’60 d’altronde, già l’intera area intorno al Tahoe Lake ha cambiato nome i Olimpic Valley. In questo momento i vertici del resort hanno iniziato una serie di dialoghi con i vari rappresentanti delle comunità native Washoe, la tribù dei nativi americani che è storicamente collocata in queste zone, proprio per trovare un nome adeguato.
Il termine squaw è solo di recente visto come discriminatorio. In antichità la parola era infatti usata nel linguaggio degli Algonquian, che è tra i più diffusi del Nord America, ed indicava semplicemente donna o moglie.
Insomma anche la località sciistica di Squaw Valley Alpine Meadows si trova nel bel mezzo della contesa nazionale su ingiustizie e disuguaglianze razziali. Nel corso delle generazioni la parola squaw si è trasformata in termine dispregiativo, misogino e razzista, fino a diventare simbolo di denigrazione delle donne indigene, come afferma anche Vanessa Esquivido, professore di studi indiani americani presso California State University, Chico: “Quella parola è un epiteto e un insulto. È stato un insulto per molto tempo”.
Nella località vicina alla Sierra Nevada dove si trova la struttura, nel 1850 arrivarono i coloni e per la prima volta videro solo donne native americane che lavoravano nei campi. Si crede quindi che la terra vicina al lago Tahoe fosse stata chiamata Squaw Valley proprio da quei primi coloni. Ora però il termine viene considerato dispregiativo, ed anche il dizionario Merriam-Webster definisce la parola come un termine offensivo per una donna nativa americana.
La possibile ridenominazione della località sciistica è solo uno dei tanti temi e delle tante iniziative che nel Paese americano si stanno mettendo in atto per affrontare il tema del colonialismo e dell’oppressione indigena, come rimozione di statue di Cristoforo Colombo. La squadra dei Washington Redskins, oltre a cambiare il nome cambierà anche il proprio logo. Le tribù della zona nel corso degli anni hanno chiesto più volte che il nome della Squaw Valley Ski Resort venisse cambiato, ed ora l’idea sembra andare in porto.
Ron Cohen, presidente e CEO di Squaw Valley ha dichiarato che il resort sta facendo un inventario di tutti i luoghi in cui il nome appare sia dentro che fuori dalla proprietà, e una stima dei costi necessari per cambiare nome, oltre ad un elenco delle priorità. Un processo lungo e costoso, perché il nome appare su centinaia di insegne ed è impresso in ogni elemento, dalle uniformi ai veicoli. Gli operatori si incontreranno con gli azionisti e con gli imprenditori e proprietari dell’immobile, oltre che con i leader della comunità locale, per avere il loro contributo. Al momento non c’è una sequenza temporale per la decisione.
Serrell Smokey, presidente della Washoe Tribe, afferma che il nome Squaw Valley è un costante richiamo alla denigrazione dei nativi. Per il cambio di nome ha suggerito Olympic Valley.