L’autosoccorso, cioè l’utilizzo dell’Arva, della pala e della sonda leggera da valanga, da parte di tutti i componenti delle escursioni al di fuori delle aree controllate, rappresenta la maggior garanzia di successo nell’intervento di soccorso in caso di valanghe.
ARVA
L’apparecchio ricetrasmittente ricerca valanghe è poco più grande di un walkman e va fissato al corpo con delle cinghie. Mai dimenticarlo nello zaino. Invia un segnale di identificazione. Se uno sciatore finisce sotto una valanga, i compagni commutano i loro Arva dalla fase di emissione a quella di ricezione e vengono guidati dal suono che si fa tanto più forte quanto più ci si avvicina alla vittima, e la localizzano. Per molti la consuetudine è di accendere l’Arva solo quando il pericolo diventa evidente, dimenticando come questo ragionamento sia erroneo visto che la valanga sorprende anche quando uno meno se lo aspetta.
A-LIFE
Evoluzione dell’Arva, è un computer portatile che oltre al segnale per la localizzazione trasmette dati sulla salute dell’infortunato: battito cardiaco, respirazione, livello di ossigeno nel sangue. E’ stato presentato nei giorni scorsi all’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia.
SONDA E PALA.
Se l’Arva indica l’area in cui si trova la vittima, occorre però disporre di sonde per identificarla e di pale per disseppellirla. Senza questi due attrezzi l’Arva perde gran parte della sua efficacia. Scavare nella neve con le mani è un’impresa praticamente impossibile.
AIRBAG DA ZAINO.
Si gonfia e permette a chi viene travolto di galleggiare sopra la neve.
AIRPOCKET.
E’ un palloncino con scorta d’aria che consente di respirare anche sepolti sotto molti metri di neve.