Subito dopo tale importante scoperta, gli zoologi – che collaborano con il Parco anche in altri progetti faunistici – hanno avviato un’intensa attività di monitoraggio dell’area interessata e, in 40 giorni, hanno raccolto 25 escrementi e 26 campioni di pelo. Sono state inoltre scattate 12 foto, mediante l’uso di trappole fotografiche; una documentazione eccezionale, se si pensa che queste sono le prime foto di orso realizzate nell’Appennino Umbro Marchigiano. I campioni di pelo raccolti sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo che, attraverso le analisi del DNA, determinerà il sesso dell’animale e accerterà se si tratta di uno degli esemplari già “schedati” nell’ambito del Programma nazionale per la tutela dell’Orso. Si ritiene che la popolazione di provenienza non possa che essere quella dell’area abruzzese-molisana-laziale, la quale – attraverso i monti della Laga e i monti Reatini, situati in continuità ecologica con i Sibillini – sostiene il pur minimo flusso di individui.
dal Messaggero