Cortina promette: tra due settimane piste aperte

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    Cortina promette: tra due settimane piste aperte
    FERRUCCIO SANSA

    Sciare con ancora il suono della risacca nelle orecchie. Nelle scarpe e nei pensieri ci sono ancora granelli di sabbia fini come ricordi, ma già tra venti giorni, il 13 novembre, a Cortina apriranno gli impianti di risalita. Non era mai successo prima: un record. Chissà, forse è la crisi che fa miracoli e allunga perfino la neve. Basta salire sul Faloria, una delle montagne simbolo della conca ampezzana, per rendersene conto. Di questi tempi nei decenni passati era un silenzio assoluto, quella splendida desolazione che soltanto la montagna solitaria ti sa dare. Intorno le montagne imbevute di umidità e ombra, in basso i prati scuri d’autunno.

    Ma oggi è diverso: dal terrazzo del rifugio Faloria senti lo scricchiolio caratteristico delle seggiovie, ti trovi davanti una distesa di neve immacolata. Il ghiaione, i prati non ci sono più, sono già tornate le piste. Un miracolo meteorologico? «I fiocchi sono arrivati dai cannoni che per dieci giorni consecutivi hanno sparato neve», spiega Enrico Ghezze, presidente degli impianti a fune di Cortina, Auronzo, San Vito e Misurina. Sorride sornione, perché quest’anno Cortina sembra proprio aver battuto i rivali sul tempo. Non era mai successo: fino a pochi anni fa la stagione cominciava l’8 dicembre. Ma i cannoni fanno miracoli e la stagione sciistica è proprio come la neve: la spargi, la spiani e si allunga, copre tutto. Così ormai dura sei mesi. Si congiunge quasi con l’estate che è finita da tre settimane.

    «L’apertura era prevista per il 28 novembre, ma abbiamo guardato le previsioni e abbiamo deciso di anticipare », racconta Ghezze guardando il termometro: «Dieci giorni fa abbiamo avuto meno dodici gradi, le condizioni perfette perché la neve si conservi ». E via con i cannoni: per adesso una lingua lunga ottocento metri e larga cento, la storica pista dei Tondi è pronta. Ma il 13 novembre dovrebbero essere aperte tutte le piste del Faloria: Tondi, Stratondi, la storica Vitelli, la Franchetti così ripida che lo sguardo (come tanti sciatori) cade giù a valle. In tutto 15 chilometri. Ovvio, c’è l’incognita del tempo: «Adesso fa già un po’ più caldo, ma da lunedì speriamo che torni il freddo.

    L’anno scorso di questi tempi c’era un metro e mezzo di neve», spiega Ghezze che ce l’ha messa tutta per essere il primo. A dire il vero qualcuno l’ha preceduto. A Soelden, in Austria, si scia già da settembre, ma vabbè, lì hanno anche i ghiacciai. Non vale. In tutte le Alpi comunque stanno bruciando le tappe: «Abbiamo anticipato al 22 novembre », racconta Christian Pizzini dalla Val Badia. E promette: «Apriremo i collegamenti tra La Villa, San Cassiano e Corvara». La neve? «Speriamo che arrivi, comunque abbiamo già cominciato a sparare per creare il fondo ». Su tutto l’arco alpino i gatti delle nevi hanno già finito il letargo: a Madesimo (Lombardia), dove in alto è già tutto bianco, si parte il 27 novembre, a Courmayeur il 28.

    Insomma, le piste sono quasi pronte, ma gli sciatori? Hanno già messo in soffitta maschere e pinne per tirare fuori gli sci? «Sono gli sportivi che ci hanno sollecitato», assicura Ghezze. «Sciare adesso è il paradiso: non c’è gente, non fai code. Una volta era così anche a gennaio, ma adesso non più. Soltanto a novembre hai le piste tutte per te e costa meno», garantisce Pizzini da Corvara. Vero? Sì, un giornaliero a Cortina il 13 novembre potrebbe costare 25 euro, sembra di essere tornati agli anni Ottanta. Certo, bisognerà vedere come sarà la neve e quante piste saranno aperte.

    Ma non sono soltanto le abitudini degli sportivi che cambiano. Se continuerà così, i ritmi di vita della gente di montagna saranno stravolti. Addio ai mesi invernali, sonnacchiosi in cui Cortina si svuotava e tornava a essere un paese, con nove finestre spente su dieci. Quest’anno l’apertura degli hotel è fissata il 4 dicembre, ma chissà che non decidano di anticipare. «E’ un cambiamento positivo anche per il lavoro, gli impieghi stagionali diventeranno sempre più stabili», prevede Roberto Cardazzi, presidente degli albergatori di Cortina. Colpa della crisi? «Sono anche le imprese che spalmano le ferie lungo tutto l’anno». Bisogna quindi spalmare anche la neve. E chissà, alla fine ci sarà anche un cambiamento «antropologico»: diventeremo un popolo dalla pelle scura. La tintarella invernale arriverà prima che quella estiva sia sparita.

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/montagna/grubrica.asp?ID_blog=68&ID_articolo=1080&ID_sezione=636&sezione=

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