E’ lo stesso presidente del Consorzio turistico dei monti Gemelli, Massimo Di Giacinto, a tentare di elaborare una stima della perdita sostenuta, fino a questo momento, dall’ente di promozione turistica della montagna.
“Abbiamo incassato una cifra che finora si aggira intorno ai 16 – 17.000 euro – ha dichiarato il Presidente del Cotuge Massimo Di Giacinto – a fronte di un ricavo che, lo scorso anno, si è attestato sui 25.000 euro”.
“E’ chiaro che, a causa sia delle alte temperature che dell’insufficienza delle precipitazioni a carattere nevoso registrate nel corso dell’attuale stagione invernale, abbiamo riportato un calo notevole delle presenze sugli impianti della stazione della Montagna dei Fiori”.
“L’incasso che abbiamo acquisito finora – ha proseguito Di Giacinto – è stato conseguito grazie alle tessere di abbonamento che abbiamo venduto prima dell’inaugurazione della stagione sciistica. Ora, invece, siamo stati costretti a sospendere sia la vendita degli abbonamenti che quella delle semplici tessere giornaliere, in attesa dell’arrivo tanto sospirato della neve ”.
“Il danno che abbiamo registrato può essere, inoltre, considerato doppio a tutti gli effetti; da una parte, la perdita sostenuta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dall’altra, il mancato guadagno che contavamo di ricavare dall’attuale stagione invernale in cui, dopo i considerevoli investimenti effettuati per migliorare l’efficienza degli impianti, stimavamo di raddoppiare”.
Il ripristino del fondo stradale del tratto che conduce fino alla stazione delle Tre Caciare, il rinnovamento di dieci dei dodici piloni che costituiscono i sostegni dell’impianto di risalita esistente, la ristrutturazione del Centro servizi Tre Caciare, l’introduzione del cancelletto elettronico per snellire la circolazione degli sciatori ed, infine, gli sconti applicati per incentivare l’afflusso turistico nei giorni feriali, sono le principali misure che, secondo le previsioni elaborate alla vigilia dal Consiglio d’Amministrazione del consorzio turistico dei monti Gemelli, avrebbero dovuto far impennare “la domanda” del turismo della montagna, fino a raddoppiare gli incassi conseguiti negli anni precedenti.
Gli amministratori, tuttavia, non hanno fatto i conti con il dicembre più caldo mai registrato dal 1860, dall’inizio, cioè, delle rilevazioni compiute dall’Osservatorio geofisico dell’università di Modena e Reggio Emilia. Un dato che asseconda le stime da record registrate durante l’intera stagione autunnale, con temperature abbondantemente al di sopra della media stagionale.
Le stesse temperature che hanno impedito di ammantare le montagne del comprensorio dei Monti gemelli della tradizionale neve natalizia. La lunga festività, cioè, in cui il Co.tu.ge contava di incassare la maggior parte degli introiti della stagione invernale 2006/2007. Insomma è un dramma.
Fonte: Corriere Adriatico