Dolomiti Superski si arrende all’emergenza Covid, e decide di non riaprire più per la stagione invernale 2020/2021. L’annuncio arriva direttamente da uno dei comprensori sciistici più importanti al mondo: «Non riapriamo più, la stagione invernale quest’anno è persa».
La decisione di Dolomiti Superski è stata presa in seguito al nuovo Dpcm in vigore con il Governo Draghi, che ha prolungato la chiusura degli impianti sciistici e dello sci amatoriale fino al prossimo 6 aprile. Pensate che la decisione del Dolomiti Superski vuol dire la chiusura di ben 1200 km di piste e 450 impianti di risalita.
Insomma, la stagione invernale 2020/2021 per lo sci è davvero maledetta, e dopo l’impossibilità di sfruttare l’Immacolata, il Natale, il Capodanno e il Carnevale, ora anche la Pasqua è saltata per la decisione del Governo di posticipare la chiusura degli impianti fino al 6 aprile.
Un colpo durissimo per questo sport, che fino all’ultimo sperava davvero di poter godere almeno dell’ultima parte di stagione. Dolomiti Superski ha quindi deciso di restare chiuso al pubblico fino al termine della stagione: l’anno prossimo verranno garantiti i rimborsi degli skipass regionali 2019-2020. Una chiusura che vuol dire lo stop per 450 impianti di risalita tra cabinovie, funivie e seggiovie, per una portata oraria di 630.000 persone e oltre 1200 km di piste per quello che è uno dei più grandi comprensori sciistici del mondo.
Dolomiti Superski ogni anno è la meta preferita di moltissimi amanti dello sci e della montagna, che qui possono trovare piste adatte ad ogni livello di difficoltà nella zona tra Trentino, Alto Adige e Veneto. Va sottolineato che le singole società consorziate possono ancora decidere di restare aperte individualmente dopo la data di fine decreto, sempre se ci saranno tutti i presupposti.
Andy Varallo, Presidente di Dolomiti Superski, ha dichiarato: «Ci dispiace veramente tanto per i nostri consorziati, i collaboratori e per tutti coloro che fanno parte della filiera del turismo invernale di montagna. Soprattutto per i milioni di clienti affezionati alle Dolomiti. Con la proroga del divieto di sciare a dopo Pasqua, non sussistono più di fatto le condizioni per poter pianificare l’ennesima apertura ed offrire un servizio all’altezza a tutti i nostri utenti. Non possiamo fare altro che archiviare la stagione invernale 2020-21 senza mai averla potuta iniziare». Il pensiero del Presidente di uno dei più grandi comprensori sciistici d’Europa (il circuito comprende 12 delle principali zone sciistiche delle Dolomiti, da Cortina alla Val Gardena fino alla Badia , il Civetta e la Marmolada) va poi naturalmente agli sforzi e all’impegno degli impiantisti in questo anno di apri e chiudi all’insegna della sicurezza. «Premesso che la salute e la sicurezza collettiva vengono al primo posto, gli impiantisti si sono impegnati al massimo, fin dall’estate 2020. In collaborazione con le Regioni e seguendo strettamente le indicazioni del Cts, sono state messe a punto tutte le procedure per garantire l’utilizzo degli impianti di risalita in condizioni di assoluta sicurezza investendo ingenti risorse economiche in sistemi di sanificazione degli impianti, strumenti digitali per garantire il distanziamento sociale e per evitare assembramenti alle casse».
Incredibile ma vero, subito dopo lo stop decretato ecco che le cime delle montagne quest’anno si sono riempite di neve in maniera straordinaria. Neve di cui però nessuno potrà godere. Con le chiusure gli impianti si erano anche organizzati per la vendita di biglietti e skipass completamente online, per meglio gestire il flusso di ingressi degli utenti. Dopo la scelta del Dolomiti Superski è facile pensare che ora la stagione sia conclusa anche per i comprensori di Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte
«Tutti gli sforzi di impiantisti, albergatori, ristoratori, commercianti, maestri di sci e del resto degli attori nella filiera, sono però stati vani — continua Andy Varallo —. Con amarezza dobbiamo anche constatare che questo importante sacrificio purtroppo non ha evitato la seconda ondata e non ha impedito al virus di diffondersi ugualmente. Siamo vicini a tutti coloro che sono stati particolarmente colpiti dalla pandemia, ora però non vediamo l’ora di poter ripartire».
Ora Dolomiti Superski, le sue società affiliate e quelle a livello nazionale ed internazionale (in accordo), chiedono di ridiscutere i termini dei ristori, in modo che si possa garantire il futuro dell’universo sci e di tutto questo sistema economico, che quest’anno no ha avuto possibilità di lavorare.