Si chiama Mattia De Angelis, è romano ed ha 29 anni. In questi giorni è ricoverato a Rovereto all’Ospedale Santa Maria del Carmine a causa del Coronavirus che lo ha colpito e che lo costringe ancora oggi a parlare con un po’ di affanno.
Mattia ora sta meglio, anche se solo qualche giorno fa le condizioni erano davvero peggiori. Ora che si sente meglio e può riprendere in mano il suo cellulare, ha visto che in giro c’è ancora molta gente che non rispetta l’obbligo di restare a casa: “ho visto su Instagram che è pieno di gente in giro. E voglio dire a tutti: anch’io mi credevo invincibile. E invece sono qui, a 29 anni. State a casa”.
Quando e come è iniziata la disavventura di Mattia?
La disavventura di Mattia è iniziata in un weekend in cui e piste da sci hanno fatto segnare il tutto esaurito. In quel weekend infatti, quello del 5 marzo, l’ordinanza che aveva chiuso le scuole era in vigore in tutta Italia ma i ragazzi, stupidamente, hanno pensato di andare a sciare. In Trentino soprattutto, dove Mattia lavora come stagionale: “Lavoravo a Canazei, noleggio sci. Quel fine settimana c’era tanta gente, già si parlava di chiusure. Poi hanno chiuso tutto”. Ora, col senno del poi, possiamo di certo dire che forse quella chiusura è stata un po’ tardiva.
I sintomi del Coronavirus avvertiti da Mattia
Mattia allora è rimasto a casa, all’interno dell’appartamento che condivideva con altri ragazzi, lavoratori stagionali come lui. Mattia racconta che per due giorni le sue condizioni erano buone, ma poi il terzo giorno si sono aggravate all’improvviso: “Ho avuto subito febbre, mal di gola, mal di testa e dolori al petto. Respiravo male. Ero seguito dalla guardia medica, ma i sintomi erano quelli del Coronavirus. Non riuscivo più a respirare bene, fare una rampa di scale per andare in camera era uno sforzo, la facevo in affanno. Poi una sera stavo mangiando, non riuscivo a fare nemmeno quello. Non lo so spiegare, era come se avessi polvere o piombo addosso, nei polmoni. Ho chiamato l’ambulanza”.
Quello per Mattia è stato un momento davvero brutto: “Sono entrati con le tutone bianche, e lì ho avuto la percezione di quanto fosse grave la situazione. Loro sono stati carini, hanno cercato di tranquillizzarmi, ma è stato davvero brutto. È stata davvero una brutta esperienza. Da lì mi hanno portato all’ospedale di Cavalese, dove ho fatto il tampone che è risultato positivo, e da lì all’ospedale di Rovereto, dove sono ora”.
I suoi compagni sono in quarantena
Adesso anche i suoi compagni di casa sono in quarantena e costantemente monitorati nelle condizioni. Mattia si trova ricoverato nel reparto di malattie infettive in una camera che condivide con un’altra persone. Da qui però riesce bene a capire quale sia la situazione all’esterno, in tutto il Paese: “Qui sono tutti davvero molto gentili, me si vede che l’ospedale è pieno di pazienti, sono sempre di corsa. Pur in questa grandissima confusione, c’è una grande organizzazione. I medici sono bravissimi, gli infermieri pure. Ma ho proprio l’impressione che il reparto sia pieno di gente”.
Le condizioni di Mattia sono migliorate moltissimo negli ultimi giorni, ed ora sono tutti ottimisti per lui. Il ragazzo però dall’ospedale ha voluto mandare un messaggio a tutti coloro che in questi giorni sono costretti a rimanere a casa: “La gente deve imparare a stare a casa. Io davvero, nei giorni scorsi ho visto su Instagram che anche dalle mie parti le persone stanno prendendo sottogamba questo virus. Vedo che c’è gente che fa la corsa al parco, ci sono ancora assembramenti. Ma il pericolo c’è. Io non sono certamente anziano, e anche io mi sentivo invulnerabile. Eppure mi sono ammalato e sono venuti a prendermi con le tutone bianche. Quindi per favore, lo dico a tutti, restate a casa”.