Con la Lamborghini al rifugio Comici e scoppia la polemica

e Dolomiti, patrimonio mondiale dell’umanità, sono da sempre un luogo di bellezza incontaminata, un rifugio per gli amanti della natura e delle escursioni. Tuttavia, negli ultimi anni, un fenomeno che solleva polemiche è sempre più presente: il lusso sulle montagne, dove auto e elicotteri di alta gamma sembrano avere un posto d’onore. Uno degli episodi più discussi è quello delle due Lamborghini parcheggiate davanti al rifugio Comici situato a Selva di Val Gardena (BZ), una scena che ha suscitato un acceso dibattito, anche all’interno delle associazioni ambientaliste.

Il lusso in montagna: una realtà sempre più controversa

Le Dolomiti sono da tempo teatro di un cambiamento radicale nel turismo montano, sempre più orientato verso il lusso. Un fenomeno che ha trovato una delle sue massime espressioni nel rifugio Comici, situato nel cuore delle montagne, dove recentemente sono state avvistate due auto di lusso, precisamente due Lamborghini, suscitando la reazione delle associazioni ambientaliste. Secondo l’Alpenverein Südtirol, l’associazione che tutela la montagna in Alto Adige, l’arrivo di auto di lusso come le Lamborghini al rifugio rappresenta una provocazione, una totale mancanza di rispetto per le regole di comportamento in montagna.

“L’habitat di montagna è già molto sviluppato”, ha dichiarato un portavoce dell’Alpenverein, aggiungendo che “si è già raggiunto il limite”. L’associazione ha richiesto alle autorità politiche e di polizia di intervenire per fermare l’espansione incontrollata e di fare luce su eventuali responsabilità legate a questi episodi. Questo accadimento è visto come un attacco alla cultura e alla tradizione montana, che si vede minacciata dalla crescente commercializzazione della montagna, lontana dai valori che l’hanno resa famosa.

Il caso delle Lamborghini al rifugio Comici: una goccia che fa traboccare il vaso

La polemica sulle Lamborghini non è un episodio isolato, ma rientra in un quadro più ampio di cambiamenti in corso nelle Dolomiti. Negli ultimi anni, molti rifugi alpini, a quote superiori ai 2000 metri, sono stati ristrutturati, con l’autorizzazione di aumenti volumetrici che hanno fatto storcere il naso a chi vedeva in questi luoghi dei simboli di tradizione e cultura montana. In alcune strutture, il lusso è arrivato a livelli esorbitanti, con servizi che poco hanno a che fare con la rusticità tipica dei rifugi montani. Un esempio di questo è il rifugio Fredarola in Val di Fassa, dove il comfort è stato elevato a standard da hotel di lusso, con camere, spa e champagne a 2370 metri di altitudine, di fronte alla maestosità della Marmolada.

Questi cambiamenti non sono passati inosservati e hanno attirato critiche da parte di gruppi ambientalisti come Mountain Wilderness, che vedono in questo fenomeno un “degrado culturale”, un segno di un’irresponsabile mercificazione delle Dolomiti. La nota dell’associazione lamenta il fatto che la montagna stia diventando un circo ricreativo per persone prive di sensibilità e per operatori turistici mossi esclusivamente dall’idea del profitto.

La questione elicotteri: una minaccia per la quiete montana

Un altro aspetto che ha alimentato la polemica è il crescente uso degli elicotteri per il turismo. In particolare, Mountain Wilderness ha denunciato i voli turistici in elicottero, che attraversano le Dolomiti generando inquinamento acustico e atmosferico, un fenomeno che ha colpito anche le aree protette. I voli, organizzati da società come Helijoy, permettono ai turisti di sorvolare luoghi iconici come le Tre Cime di Lavaredo o il Monte Cristallo, pagando cifre che vanno da 915 a 1999 euro a persona. Questa forma di turismo di lusso ha suscitato il disappunto di molti, che vedono l’inquinamento acustico e il disturbo alla fauna locale come un danno irreparabile alla natura.

Il caso dei voli turistici in elicottero a Cortina d’Ampezzo è un esempio di come il lusso possa andare a discapito dell’ambiente e delle tradizioni locali. Le proteste sono aumentate, anche in considerazione delle autorizzazioni che sembrano mancare, con le istituzioni locali accusate di non intervenire adeguatamente per proteggere l’ambiente. Le accuse di omissioni sono pesanti, soprattutto in un contesto in cui vengono rilasciate licenze per attività che sembrano in contrasto con la tutela del paesaggio naturale.

La crisi delle Dolomiti: tra sfruttamento turistico e difesa della natura

Il dibattito sul turismo di lusso in montagna è solo la punta dell’iceberg di una questione più ampia. Il fenomeno del turismo sostenibile sembra essere messo in discussione da un modello che favorisce l’ingresso di veicoli e attività ad alto impatto ambientale. Le critiche si concentrano soprattutto sulla logica dei profitti rapidi, che spesso vanno a scapito della protezione del territorio e della sua identità culturale.

La situazione nelle Dolomiti è aggravata dall’approvazione di nuovi progetti infrastrutturali, come la riapertura delle strade forestali in Trentino, che potrebbero favorire l’accesso indiscriminato delle auto nelle zone più sensibili, minando l’equilibrio ecologico della montagna. Gli ambientalisti temono che questo sia solo l’inizio di un processo che porterà alla distruzione di uno dei patrimoni naturali più preziosi del mondo.

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