Tempi duri per gli imprenditori, anche per quelli del settore sciistico, a causa dell’aumento del costo del gasolio e dell’inflazione. Ecco quindi che i gestori degli impianti sono costretti a rivedere al rialzo i prezzi delle tariffe per gli abbonamenti della stagione sciistica 2022-2023.
Prezzi degli skipass 2022/2023
Dopo due inverni in cui i prezzi degli skipass erano stati calmierati a causa della pandemia, ecco che nel prossimo inverno arriverà una vera e propria stangata per gli amanti dello sci e della montagna. La stagione estiva è stata molto positiva per i comprensori sciistici, con un aumento di fatturato stimabile tra il 20 ed il 30%, che però rappresenta solo il 10% del fatturato annuo complessivo.
Aumento skipass
Aumento delle entrate che non è però bastato a scongiurare un generale aumento del prezzo degli abbonamenti per la stagione invernale. Il rincaro medio degli skipass sarà intorno al 10%. Nelle Dolomiti lo skipass giornaliero del Superski toccherà i 74 euro (ben 66 erano nella stagione normale). Cervinia avrà un aumento dei prezzi di 4€ (i nuovi abbonamenti saranno quindi da 51 a 57€). All’Abetone l’aumento sarà del 10% ma sarà compreso in esso l’abbonamento per l’estate 2023 se lo si acquista entro metà settembre.
Un aumento dei prezzi che, come detto, trova la sua causa nel rincaro dei prezzi dell’energia, necessaria per l’operatività degli impianti di risalita e per i cannoni dell’innevamento artificiale.
Il presidente dell’Associazione valdostana impianti a fune, Ferruccio Fournier, ha dichiarato: «Stiamo cercando di mantenere l’aumento il più possibile contenuto. Ma dobbiamo tenere conto del rinnovo del contratto di lavoro degli addetti agli impianti a fune e dell’inflazione. Quello che ci preoccupa di più è l’incremento del costo dell’energia elettrica. L’impegno è quello di mantenere l’aumento sotto al 10% per lo skipass stagionale valido nei comprensori della Valle d’Aosta».
Prosegue Fournier: «Manterremo invariato lo skipass stagionale unico dedicato agli under 18 (50€), valido per lo sci di discesa e di fondo».
Il Presidente porta ad esempio cosa è accaduto nel corso dell’ultima stagione: «L’inverno scorso ci siamo salvati grazie al contratto che ha garantito prezzi bloccati fino a giugno. Altrimenti ci sarebbero stati costi maggiori per 6 milioni di euro, pari al 7% del nostro fatturato, che è di 80 milioni. E parliamo delle tariffe dell’anno scorso: ora bisogna tener conto degli ulteriori aumenti che ci sono stati. Poi ci sono il prezzo del gasolio che oscilla e la complicata situazione climatica. Senza contare che «l’inflazione toglie potere d’acquisto alle famiglie, che hanno minori risorse da dedicare al tempo libero e allo svago sulle piste da sci».
Più in generale, spiega Fournier, «ogni stazione farà le sue valutazioni in base alla tipologia della propria clientela».
In alcune zone sciistiche invece, come nel caso del Friuli Venezia Giulia, la strategia è quella di mantenere i prezzi invariati proprio per venire incontro alle esigenze degli sciatori. L’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, ha spiegato: «Abbiamo mantenuto le tariffe per gli impianti di risalita invariate rispetto alla stagione precedente, con un notevole sforzo da parte dell’Amministrazione regionale a causa degli aumenti energetici. Continueremo inoltre a garantire, come nel 2021-22, la possibilità di utilizzare con un unico abbonamento tutti i poli montani del Friuli-Venezia Giulia».
In Friuli è previsto poi uno sconto del 10% sulla CartaNeve per gli sciatori amatoriali. Altra novità è l’applicazione della combinazione famiglia di CartaNeve all’abbonamento Sci@sempre Famiglia. C’è poi una scontistica per i maestri di sci che va dal 15 al 30% sui biglietti plurigiornalieri e la riduzione di CartaNeve Residenti per le categorie Adulti e Senior.