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Neve straordinaria a Frontignano di Ussita: gli sciatori accorrono in massa

“È una nevicata storica, soprattutto considerando che siamo solo a dicembre: era da anni che non si vedeva nulla di simile a Frontignano di Ussita,” hanno dichiarato molti appassionati di montagna all’ANSA. La località, immersa nel cuore dei Monti Sibillini, nelle Marche, è diventata in queste ore una meta imprescindibile per sciatori e amanti della montagna.

Piste da sci innevate e natura da sogno

Con un panorama mozzafiato e temperature appena sopra lo zero, le piste di Frontignano ski sono state letteralmente prese d’assalto. Numerosi sciatori hanno affollato la seggiovia Lo Schiancio-Le Saliere fin dalle prime ore del giorno, pronti a godersi le discese. Anche chi non scia ha trovato a Frontignano un luogo perfetto per immergersi nella natura, con oltre 1.300 metri di altitudine che regalano scorci suggestivi sulla neve.

Un evento che riporta alla nevicata del 2017

La nevicata attuale richiama alla mente l’inverno del 2017, quando una grande quantità di neve coprì Frontignano di Ussita. Tuttavia, all’epoca gli impianti di risalita erano chiusi a causa dei gravi danni provocati dal terremoto. Ancora oggi, alcuni segni del sisma sono visibili su hotel e abitazioni private, ma la ricostruzione è ormai avviata. Gli impianti sono tornati operativi e ulteriori strutture verranno ripristinate entro il 2025-2026.

L’offerta di Frontignano: sport e relax sui Monti Sibillini

Oggi, Frontignano ski è uno dei comprensori sciistici più apprezzati del Centro Italia. Con piste che si snodano tra 1.350 e 2.000 metri di altitudine, l’area offre:

  • 8 piste di difficoltà medio-facile
  • un campo scuola per principianti
  • un’area dedicata agli slittini
  • uno snowpark per i più avventurosi

Per i visitatori, il rifugio Saliere rappresenta un punto di ristoro imperdibile, situato a 1.550 metri. Qui è possibile degustare prodotti locali a km 0 o rilassarsi in una moderna lounge bar con una selezione di vini e cocktail.

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Whistler Blackcomb, bambino di 7 anni precipita dalla seggiovia: salvato grazie a un intervento eroico – VIDEO

Un episodio incredibile ha catturato l’attenzione del mondo a Whistler Blackcomb, Canada, dove un bambino di soli sette anni è caduto da un’altezza di oltre 12 metri (40 piedi) mentre viaggiava sulla seggiovia Crystal Ridge Express. Quella che poteva essere una tragedia è stata evitata grazie al coraggio e alla prontezza di una donna e del personale del resort, che con un’azione tempestiva e coordinata hanno salvato il piccolo sciatori. Sorprendentemente, il bambino non ha riportato alcuna ferita ed è persino tornato a sciare poco dopo.

L’eroina Debbi Cottrell

Tra i protagonisti di questo salvataggio miracoloso spicca il nome di Debbi Cottrell, una sciatrice abituale di Whistler. Quando il piccolo, uno studente di una scuola di sci, si è ritrovato pericolosamente sospeso nel vuoto, Cottrell non ha esitato a intervenire. Tenendo il bambino per oltre cinque minuti, ha evitato che precipitasse immediatamente, dando al team sottostante il tempo necessario per prepararsi all’intervento.

L’episodio si è svolto sotto gli occhi increduli dei presenti, che hanno assistito a una vera dimostrazione di prontezza e coraggio.

Il salvataggio e l’esito miracoloso

Mentre Debbi Cottrell tratteneva il bambino, il personale del resort e alcuni ospiti si sono mossi rapidamente per dispiegare un dispositivo di decelerazione sul terreno. Quando il piccolo è caduto, la squadra è riuscita ad attutire l’impatto, salvandolo da un possibile grave infortunio.

Il resort ha poi confermato l’esito positivo dell’intervento con una nota ufficiale:

“Il personale del resort e gli ospiti hanno dispiegato con successo un dispositivo di decelerazione per afferrare lo sciatore. Quest’ultimo è stato valutato dalla pattuglia sul posto e ha ripreso a sciare. La nostra gratitudine va ai nostri operatori e ospiti, le cui rapide reazioni hanno permesso questo esito favorevole.”

Incredibilmente, il bambino non ha riportato alcuna ferita e ha dimostrato un coraggio straordinario tornando sulle piste per concludere la sua giornata sugli sci.

 

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Chiara Ferragni a Courmayeur per festeggiare il Capodanno: cena in baita con menù low cost

Il Capodanno è sempre un momento speciale, un’occasione per riflettere sull’anno appena trascorso e accogliere con speranza il nuovo. Per Chiara Ferragni, il 2025 inizia con un mix di serenità e rinnovate prospettive. Dopo un 2024 intenso e pieno di cambiamenti, l’imprenditrice digitale ha scelto la tranquillità di Courmayeur per salutare l’anno vecchio e festeggiare l’inizio di quello nuovo.

Addio Fedez: Chiara Ferragni si rifugia tra neve e famiglia

Dopo un anno travagliato, segnato dalla separazione ufficiale da Fedez e dal famigerato “Pandoro-gate”, Chiara ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle dedicandosi alla famiglia e agli amici più intimi. Courmayeur è stata la sua scelta per un Capodanno intimo e rilassante, lontano dai riflettori ma ricco di momenti speciali.

Tra le esperienze che hanno catturato l’attenzione dei fan, spiccano le sue storie Instagram in cui la si vede sciare di notte, immersa nella magica atmosfera delle Alpi. Uno scenario da sogno, perfetto per chiudere il 2024 con stile.

Cena tra le stelle: Chiara Ferragni e il ristorante segreto di Courmayeur

La serata del 28 dicembre ha visto Chiara protagonista di una cena esclusiva al ristorante Alpetta, una baita incantata situata tra le piste di Courmayeur. Il locale, raggiungibile solo con impianti di risalita e una breve passeggiata, è famoso per il suo ambiente unico e accogliente.

Ma a sorprendere davvero i fan è stato il prezzo del menù: piatti prelibati che costano tra i 12 e i 20 euro, rendendo l’esperienza alla portata di tutti. Una scelta che ha fatto discutere il web, dimostrando che anche una star internazionale può scegliere opzioni semplici ma di grande qualità.

La magia dell’Alpetta: il rifugio ristorante Alpetta che ha conquistato Chiara Ferragni

Immerso nelle Alpi e a due passi dal Plan Chécrouit, l’Alpetta è molto più di un ristorante: è un luogo che incarna l’essenza della montagna. Oltre ai classici piatti di carne e pasta fresca, il locale offre un’esperienza unica con cene all’aperto intorno a una brace.

Chiara Ferragni ha documentato tutto sui social, regalando ai fan immagini di grande fascino. La scelta di questo luogo rustico e autentico ha conquistato il pubblico, che ha apprezzato l’accessibilità e la semplicità della serata.

Chiara Ferragni volta pagina: un Capodanno all’insegna della rinascita

Mentre Fedez festeggia il Capodanno in una lussuosa villa a St. Barth, Chiara ha scelto il calore della montagna e l’affetto delle persone care per iniziare il 2025. Questa decisione, lontana dagli eccessi, riflette un momento di rinascita personale e una ritrovata serenità.

Con i suoi figli Leone e Vittoria al suo fianco, Chiara si prepara ad affrontare il nuovo anno con energia e ottimismo. La vacanza a Courmayeur è la perfetta rappresentazione di questo nuovo capitolo: autentico, emozionante e vissuto con intensità.

La scelta di Chiara: semplicità, autenticità e tanto stile

Il Capodanno di Chiara Ferragni a Courmayeur è una lezione di stile per chi crede che il lusso risieda nella semplicità. La cena al ristorante Alpetta, con il suo menù low cost ma ricco di sapori, ha dimostrato che le esperienze più straordinarie non devono per forza essere inaccessibili.

Il 2025 si apre con un messaggio chiaro: Chiara Ferragni è pronta a brillare in un nuovo capitolo della sua vita, ispirando i suoi fan con scelte autentiche e il suo inconfondibile carisma. Un augurio di serenità e successo che fa sognare anche il suo pubblico.

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Bolognola ski, Il Pagante lascia il palco dopo lancio di ghiaccio dal pubblico – VIDEO

Un momento che doveva essere di festa e divertimento si è trasformato in una situazione spiacevole per Il Pagante, gruppo musicale molto amato dal pubblico italiano. Come riportato dal quotidiano ilfattoquotidiano durante un après-ski gratuito nel comprensorio sciistico di Bolognola ski, un lancio di pezzi di ghiaccio dal pubblico ha costretto il duo ad abbandonare il palco. Il video dell’accaduto è diventato virale su TikTok, generando una serie di polemiche e accuse infondate. Ecco tutto quello che è successo e le parole della cantante Roberta Branchini.

Il lancio di ghiaccio e l’abbandono del palco

Domenica 22 dicembre, Il Pagante si è esibito nel rifugio ZChalet di Bolognola in provincia di Macerata nel cuore dei Monti Sibillini in un après-ski gratuito, un evento pensato per far divertire il pubblico dopo una giornata sulle piste. Tuttavia, la situazione è degenerata quando alcuni spettatori hanno iniziato a lanciare grossi pezzi di ghiaccio sul palco, colpendo la cantante Roberta Branchini.

Il gesto ha messo fine all’esibizione, con il gruppo che ha deciso di lasciare il palco prima del previsto per motivi di sicurezza. L’accaduto è stato filmato e pubblicato su TikTok, diventando immediatamente virale e attirando migliaia di commenti.

Lo sfogo di Roberta Branchini sui social

Dopo l’episodio, Roberta Branchini ha preso posizione attraverso un lungo post sui social per spiegare cosa fosse realmente accaduto e difendere il proprio lavoro. La cantante ha dichiarato:
“Ho visto il video che sta girando e non posso fare altro che difendere il mio progetto. Sto male quando leggo cose false e cattiverie. Alcuni di voi riescono ad essere molto cattivi.”

Roberta ha chiarito che non si trattava di un vero e proprio concerto, ma di un’esibizione gratuita in condizioni difficili. Tra il freddo, un impianto audio di scarsa qualità e una folla poco collaborativa, la situazione era già complicata.

“Il posto non era valido per fare un après-ski gratuito con così tanta gente. Siamo arrivati in modo faticoso sul palco, io sono anche scivolata varie volte prima di arrivare. L’impianto era orrendo, non funzionava nulla. Avete scritto che siamo andati via dopo cinque minuti, ma non è vero, abbiamo fatto nove canzoni,” ha aggiunto Roberta.

Il motivo dell’abbandono del palco

Nonostante le difficoltà, il gruppo è rimasto sul palco fino alla penultima canzone. La decisione di lasciare è stata presa dopo che Roberta è stata colpita ripetutamente al viso da pezzi di ghiaccio:
“Siamo scesi alla penultima canzone perché mi sono arrivati pezzi di ghiaccio grossi in faccia. Guardate questo segno sul viso… per fortuna avevo gli occhiali da sole, perché mi è arrivato un cubetto con una velocità enorme.”

La cantante ha sottolineato che il lancio di oggetti è un comportamento inaccettabile che mina la sicurezza degli artisti e del pubblico.

@rapsodia_page Roberta Branchini, voce del duo musicale “Il pagante”, ha voluto chiarire attraverso un video quanto accaduto il 22 dicembre durante un après-ski, dove il gruppo si è esibito con un dj set gratuito. Nel suo sfogo, la cantante ha smentito le voci secondo cui gli artisti avrebbero lasciato il palco dopo pochi minuti. Al contrario, ha precisato che lo show è stato portato avanti fino quasi alla fine, mancando soltanto l’ultimo pezzo. Il motivo per cui hanno deciso di interrompere il dj set sarebbero state alcune situazioni spiacevoli, come il lancio di ghiaccio da parte di alcuni presenti. Branchini ha denunciato anche la scarsa organizzazione dell’evento, sottolineando come la struttura non fosse né adeguata a ospitare così tante persone né sicura per artisti e pubblico. Con questo video, la cantante ha voluto difendersi dalle critiche e chiarire che la decisione di lasciare il palco è arrivata solo dopo aver cercato di portare a termine l’esibizione, e non per mancanza di rispetto verso il pubblico. . #ilpagante #robertabranchini #djset #apresski #evento #serata #ghiaccio #vergognoso #musica #natale #concerto #vigilia #notizia #scoop #gossip #pagante #pettinero #dj #artisti #news ♬ suono originale – Rapsodia_page

Un problema diffuso nel mondo dello spettacolo

Il gesto di lanciare oggetti sul palco non è un caso isolato. Recentemente, star internazionali come Harry Styles, Bebe Rexha e Cardi B sono state vittime di episodi simili durante i loro concerti. Questo fenomeno solleva una questione importante: la sicurezza degli artisti durante le esibizioni dal vivo.

“A me interessa farvi divertire,” ha concluso Roberta, “ma dopo il quarto ghiaccio abbiamo deciso di andarcene, se permettete.”

Reazioni sui social e impatto virale

Il video dell’accaduto ha scatenato un acceso dibattito online. Su TikTok e altre piattaforme, gli utenti si sono divisi tra chi condanna fermamente il gesto e chi critica il gruppo per aver interrotto l’esibizione. Tuttavia, molti hanno espresso solidarietà nei confronti di Roberta e de Il Pagante, sottolineando quanto sia importante garantire il rispetto e la sicurezza durante gli eventi pubblici.

 

https://www.tiktok.com/@la.luciuss/video/7451598531753970946

 

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Cristiano Ronaldo con la famiglia passeggia sulle piste da sci e i finlandesi si arrabbiano

Natale in Lapponia, neve e relax in famiglia: sembrava un momento perfetto per Cristiano Ronaldo e i suoi cari. Eppure, alcuni scatti condivisi sui social hanno acceso una polemica che nessuno si aspettava. Ma cosa è successo esattamente? Scopriamo insieme i dettagli di questa vicenda che ha fatto infuriare i finlandesi!

Una vacanza da sogno

Cristiano Ronaldo, Georgina Rodriguez e i loro figli hanno deciso di passare le festività in Lapponia, tra paesaggi innevati e l’atmosfera magica della casa di Babbo Natale. La famiglia si è goduta il tempo insieme, tra passeggiate, risate e qualche momento di sport. Georgina, sempre attiva sui social, ha immortalato tutto con foto e video condivisi su Instagram.

Tra le immagini, si vedono lei e due dei figli con gli sci, le bambine su una slittina e Cristiano a piedi insieme al figlio maggiore, Cristianinho. Sorrisi, relax e puro divertimento… almeno così sembrava.

La rabbia dei finlandesi

Non appena le foto sono state pubblicate, sono arrivate valanghe di commenti, ma non tutti positivi. Molti utenti finlandesi hanno criticato duramente Ronaldo e la sua famiglia, accusandoli di non rispettare le regole.

Il motivo? In Finlandia è severamente vietato camminare sulle piste da sci di fondo. Le piste devono essere mantenute in condizioni perfette per gli sciatori, e attraversarle a piedi – anche con sci o ciaspole – può rovinarle. Per i locali, si tratta di una regola sacra, e chi non la rispetta rischia multe salate.

Commenti come “Camminare su una pista di sci di fondo è come pattinare su un campo da calcio” e “Cristiano, non si può fare!” hanno riempito i social, trasformando un post spensierato in un caso di indignazione nazionale.

Cristiano Ronaldo e le regole della neve

È probabile che né Cristiano né Georgina fossero a conoscenza di questa rigida norma. Del resto, quando sei in vacanza, ti aspetti relax e non polemiche. Ma in Finlandia le piste da sci sono molto più di un semplice percorso sportivo: rappresentano una tradizione e un simbolo culturale.

Ogni anno, i finlandesi dedicano tempo e risorse per mantenere le piste in condizioni perfette, ed è per questo che l’uso improprio è severamente punito. Camminare su una pista è considerato un atto di maleducazione, e l’indignazione sui social è stata una reazione naturale per chi vive e rispetta queste regole.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Georgina Rodríguez (@georginagio)

Ronaldo: relax e allenamento estremo

Nonostante la polemica, Cristiano Ronaldo non si è fatto scoraggiare. Sempre attento alla forma fisica, il campione ha approfittato della neve per allenarsi in un modo davvero unico: un bagno rigenerante nelle acque gelide lapponi! Per lui, non esistono temperature troppo fredde, solo nuove sfide.

 

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Glacier Hotel Grawand è l’hotel più alto d’Europa dove si trova e quanto costa dormire a 3.212 metri sul livello del mare

Sogni un’esperienza unica, circondato da maestose cime innevate e paesaggi mozzafiato? Il Glacier Hotel Grawand, situato a 3.212 metri sul livello del mare, ti offre l’opportunità di vivere un soggiorno esclusivo in quello che è ufficialmente l’hotel più alto d’Europa. Immerso nel cuore dell’alpin arena Senales, in Alto Adige, questo hotel è la scelta perfetta per chi cerca una vacanza invernale tra relax, sport e natura incontaminata. Scopriamo dove si trova, cosa offre e quanto costa vivere questa straordinaria esperienza.

Dove si trova il Glacier Hotel Grawand?

Il Glacier Hotel Grawand si trova a Maso Corto, nella Valle di Senales, in provincia di Bolzano. La sua posizione strategica, nel cuore delle Dolomiti, consente agli ospiti di godere di una vista panoramica unica su 126 cime alpine, che si estendono tra tre nazioni: Italia, Svizzera e Austria. L’hotel è direttamente collegato alle piste dell’alpin arena Senales, un comprensorio sciistico di alto livello.

Per raggiungere il Glacier Hotel Grawand, è possibile utilizzare la funivia di Maso Corto, situata a 2.011 metri di altitudine, che porta comodamente fino all’hotel. Una volta arrivati, sarete accolti da un panorama ineguagliabile e da un’atmosfera unica.

Cosa offre il Glacier Hotel Grawand

Camere con vista sulle Alpi

Le camere del Glacier Hotel Grawand sono progettate per offrire il massimo comfort a questa altitudine. Ogni stanza dispone di:

  • TV a schermo piatto
  • cassaforte per laptop
  • bagno privato con asciugacapelli

Alcune camere vantano una vista panoramica che si affaccia direttamente sui ghiacciai perenni e sulle vette circostanti, rendendo ogni risveglio un momento indimenticabile.

Gastronomia alpina d’eccellenza

La cucina è uno dei punti forti del Glacier Hotel. La giornata inizia con una ricca colazione a buffet, che include:

  • prodotti da forno appena sfornati
  • formaggi locali e insaccati di qualità
  • muesli, marmellate artigianali e bevande calde come tè e caffè

A pranzo, il Ristorante Grawand offre piatti della tradizione altoatesina, italiana e internazionale, serviti sia nella sala interna, che dispone di 300 coperti, sia sulla terrazza panoramica, con 60 posti a sedere. La sera, la cena è un’esperienza gourmet: un menù a quattro portate realizzato con ingredienti freschi e selezionati, che spazia tra sapori locali e ricette raffinate.

Relax e benessere nella spa più alta d’Europa

Dopo una giornata intensa sulle piste o esplorando le montagne, la spa del Glacier Hotel Grawand è il luogo perfetto per rilassarsi. Tra le sue offerte:

  • sauna finlandese, la più alta d’Europa
  • bagno di vapore
  • cabina a raggi infrarossi, ideale per sciogliere la tensione muscolare

Questo spazio, circondato da ghiacci perenni, offre un’esperienza di relax unica, con una vista impareggiabile sui panorami alpini.

Attività invernali all’alpin arena Senales

Il Glacier Hotel Grawand è un paradiso per gli amanti degli sport invernali, grazie alla sua posizione direttamente sulle piste dell’alpin arena Senales, che offre:

  • 42 km di piste adatte a tutti i livelli, dai principianti agli sciatori esperti
  • 11 impianti di risalita, tra cui la spettacolare pista Leo Gurschler, famosa per la sua ripidità e adrenalina
  • possibilità di esplorare i dintorni con ciaspolate panoramiche e escursioni guidate nelle grotte di ghiaccio, organizzate dall’Associazione Turistica della Val Senales

Per chi preferisce una giornata più tranquilla, la spa dell’hotel e la terrazza panoramica offrono momenti di puro relax.

Iceman Ötzi Peak: una tappa imperdibile

Tra le attrazioni più spettacolari della zona c’è l’Iceman Ötzi Peak, una piattaforma panoramica situata a 3.251 metri di altitudine, sulla cima della Croda delle Cornacchie (Grawand). Da qui, si può ammirare un panorama unico che abbraccia tre nazioni e 126 vette sopra i 3.000 metri.

L’installazione, realizzata interamente in acciaio, è raggiungibile con una breve passeggiata di 10 minuti dalla stazione a monte della funivia. La combinazione tra design moderno e natura selvaggia rende questo luogo un’esperienza imperdibile per ogni visitatore.

Quanto costa dormire nell’hotel più alto d’Europa?

Un soggiorno al Glacier Hotel Grawand è un’esperienza esclusiva, ma accessibile a diverse fasce di budget. Vediamo ora quanto costa dormire in questo hotel.
I costi variano in base alla stagione ed al tipo di camera:

  • camere doppie panoramiche: da circa 200 euro a notte
  • camere triple standard: oltre 400 euro a notte

L’hotel offre anche pacchetti speciali, come quelli con mezza pensione e Skipass incluso, a partire da 484 euro per tre notti. Questi pacchetti sono ideali per chi vuole organizzare una settimana bianca senza pensieri, combinando sport, relax e gastronomia di alta qualità.

Perché scegliere il Glacier Hotel Grawand?

  1. Posizione unica: L’hotel è il più alto d’Europa, con una vista mozzafiato su tre nazioni.
  2. Sport e relax: Dalle piste dell’Alpin Arena alla spa, ogni giornata è pensata per rigenerare corpo e mente.
  3. Esperienze straordinarie: La vicinanza a luoghi come l’Iceman Ötzi Peak e le grotte di ghiaccio rende ogni soggiorno indimenticabile.
  4. Cucina d’eccellenza: Piatti preparati con cura e attenzione, nonostante le sfide culinarie poste dall’altitudine.

Consigli utili per il soggiorno

  • Prenotate con largo anticipo, specialmente durante la stagione invernale.
  • Equipaggiatevi con abbigliamento adatto alle basse temperature e alle attività outdoor.
  • Dedicate una serata ad ammirare il cielo stellato: l’assenza di inquinamento luminoso rende il panorama notturno spettacolare.

Come raggiungere il Glacier Hotel Grawand

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Gran Sasso, sono stati trovati morti dai soccorritori i due alpinisti dispersi – VIDEO

La tragedia che ha colpito due alpinisti sul Gran Sasso si è conclusa con il ritrovamento dei loro corpi senza vita. Luca Perazzini e Cristian Gualdi, due amici di Santarcangelo di Romagna, erano dispersi dal 22 dicembre dopo essere precipitati nel canalone del versante orientale del Corno Grande. La notizia, confermata dai soccorritori, è giunta nella tarda mattinata di venerdì, durante la ripresa delle operazioni di ricerca.

Il ritrovamento dei corpi sul Gran Sasso

Dopo giorni di maltempo caratterizzati da forti venti e nevicate, le operazioni di ricerca sono riprese grazie al miglioramento delle condizioni meteorologiche. Le squadre del Soccorso Alpino partite da Campo Imperatore, supportate dalla Guardia di Finanza, hanno effettuato un primo sorvolo con elicottero per analizzare il manto nevoso e l’area interessata. Successivamente, un secondo sorvolo ha utilizzato il sonar Recco, uno strumento avanzato capace di rilevare la presenza di materiali metallici sotto la neve.

Durante queste operazioni, sono stati individuati i corpi di entrambi gli alpinisti. Le salme sono state recuperate con l’ausilio di unità cinofile e tecnici specializzati. Il trasporto è stato effettuato mediante un elicottero del 118 che ha trasferito i corpi all’obitorio dell’ospedale di Teramo.

Le difficoltà delle operazioni di soccorso

Le ricerche sono state ostacolate da condizioni meteo avverse, che hanno reso difficile l’intervento tempestivo delle squadre. Le prime informazioni indicano che i due alpinisti stavano attraversando la “Direttissima”, una via impegnativa sul Gran Sasso, quando sono scivolati nel Vallone dell’Inferno. L’area è nota per essere particolarmente pericolosa, specialmente in condizioni di neve fresca e ghiaccio.

Le vittime: Luca Perazzini e Cristian Gualdi

Luca Perazzini, 42 anni, e Cristian Gualdi, 48 anni, erano appassionati alpinisti esperti e molto conosciuti nella loro comunità. La loro scomparsa ha scosso non solo le famiglie ma anche il mondo dell’alpinismo, che oggi piange due appassionati che hanno perso la vita inseguendo la loro passione.

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Chi ha inventato gli occhiali da neve?

Gli occhiali da neve, noti anche come “ilgaak” o “iggaak” in lingua inuktitut, rappresentano una delle invenzioni più straordinarie delle popolazioni indigene dell’Artico. Creati dai popoli inuit e yupik, questi strumenti pionieristici non solo proteggevano gli occhi dalla luce accecante riflessa dalla neve, ma dimostrano anche l’abilità ingegneristica e artigianale di queste culture. Questo articolo esplora la storia, il design e l’impatto degli occhiali da neve, un’invenzione preistorica che ancora oggi ispira il mondo moderno.

La cecità da neve: il problema che ha spinto all’invenzione

Le vaste distese ghiacciate del nord, in primavera ed estate, riflettono intensamente la luce solare, causando la cecità da neve, una dolorosa scottatura solare della cornea. Per sopravvivere in queste condizioni estreme, gli inuit e gli yupik hanno sviluppato una soluzione innovativa: occhiali artigianali ricavati da materiali naturali come ossa, legno e avorio.

La nascita degli occhiali da neve: una soluzione preistorica

I primi esemplari risalgono alla Preistoria. Gli inuit realizzavano montature utilizzando ossa di balena, corno di caribù, avorio di tricheco e, in alcuni casi, alghe essiccate. Ogni occhiale era intagliato a mano, adattandosi perfettamente al volto del proprietario. L’interno veniva spesso annerito con fuliggine per ridurre ulteriormente l’abbagliamento.

Come funzionavano gli occhiali da neve: tecnologia e ingegno

Gli occhiali da neve erano progettati con una fessura orizzontale che permetteva alla luce di filtrare in modo controllato. Questo approccio si basa sul principio della fotografia a foro stenopeico, che concentra la luce per migliorare la visione. Le fessure strette riducevano l’intensità luminosa e miglioravano la messa a fuoco, rendendoli uno strumento essenziale per la caccia e la sopravvivenza.

Il design unico degli occhiali da neve: artigianato e significato culturale

Ogni cacciatore intagliava i propri occhiali, decorandoli con incisioni rituali che si ritenevano potenziassero le loro prestazioni. Questo design rifletteva non solo il talento artigianale, ma anche una comprensione profonda delle leggi naturali, pur senza il concetto occidentale di “scienza”. Gli occhiali erano anche una testimonianza della connessione spirituale con il loro ambiente.

La rilevanza storica degli occhiali da neve: un’eredità tangibile

Oggi, gli occhiali da neve sono esposti in musei prestigiosi come lo Smithsonian National Museum of the American Indian a Washington. Questi manufatti raccontano una storia di ingegno e sopravvivenza, dimostrando come le comunità inuit e yupik siano state in grado di affrontare le condizioni più estreme grazie alla loro creatività.

Occhiali da neve e sostenibilità: un approccio rispettoso alla natura

Realizzati con materiali riciclati o naturali, gli occhiali da neve sono un esempio di sostenibilità e rispetto per l’ambiente. Gli inuit e gli yupik sfruttavano ogni risorsa disponibile, senza sprechi, integrando i loro strumenti con la natura circostante in modo armonioso.

Le sfide moderne delle tradizioni inuit e yupik

Oltre alla perdita di tradizioni causata dall’occidentalizzazione, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia significativa per queste culture. Gli ecosistemi artici si stanno trasformando rapidamente, mettendo alla prova la capacità di adattamento di queste popolazioni che, per migliaia di anni, hanno vissuto in equilibrio con un ambiente gelido e insidioso.

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Chi ha inventato lo skilift?

Lo skilift è un impianto di risalita basato su una fune d’acciaio chiusa ad anello, sospesa a diversi metri dal suolo, progettato per trasportare gli sciatori lungo una pista.

Componenti principali

  1. Stazione motrice: ospita il motore che trasmette il movimento alla fune.
  2. Linea di risalita: composta da piloni di sostegno e dalla pista utilizzata dagli sciatori.
  3. Stazione di rinvio e tensione: regola la tensione della fune grazie a un sistema di pulegge e contrappesi.

Traini

Gli sciatori si agganciano a piattelli o ancore, che fungono da punto di supporto, permettendo loro di risalire la pista senza togliere gli sci. I piattelli sono monoposto, mentre le ancore (introdotte successivamente) possono trasportare due persone alla volta.

Come è stato inventato lo skilift?

Le origini nella Foresta Nera (1908)

La storia dello skilift ha origine a Schollach, un piccolo villaggio nella Foresta Nera in Germania. Nel 1908, Robert Winterhalder, un agricoltore e locandiere, osservò un problema comune: i turisti che soggiornavano nella sua locanda, molti dei quali affetti da problemi respiratori, trovavano difficoltosa la risalita a piedi delle colline innevate dopo aver sciato o usato lo slittino.

La soluzione di Winterhalder

Winterhalder aveva già sperimentato meccanismi innovativi per il trasporto di fieno e grano, utilizzando l’energia idraulica del suo mulino. Decise di applicare lo stesso principio per creare un sistema di risalita sugli sci. Il primo impianto, costruito nei prati dietro la sua locanda, comprendeva:

  • una fune d’acciaio sostenuta da cinque piloni inclinati con rulli
  • maniglie di legno collegate alla fune tramite funicelle
  • un sistema idraulico che forniva l’energia motrice

Questo “skilift a fune alta”, lungo 280 metri e con un dislivello di 32 metri, fu inaugurato il 14 febbraio 1908. L’impianto rappresentava un’assoluta novità e anticipava molte delle caratteristiche degli skilift moderni.

Il successo e le difficoltà di Winterhalder

Winterhalder brevettò la sua invenzione e la presentò nel 1910 alla fiera degli sport invernali di Triberg, dove costruì una versione alimentata da un motore elettrico da 15 CV. Il progetto ricevette grande apprezzamento, e Winterhalder fu premiato con la Medaglia d’Oro dal Granduca del Baden.

Nonostante il successo tecnico, Winterhalder non riuscì a ottenere finanziamenti per espandere il suo progetto. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, lo skilift di Schollach fu smantellato nel 1917 per recuperare materiali in ferro per scopi bellici. Le difficoltà economiche costrinsero Winterhalder a vendere il brevetto alla società austriaca Doppelmayr, che sviluppò ulteriormente l’idea e divenne leader mondiale del settore.

Winterhalder morì nel 1932, senza assistere alla consacrazione globale della sua invenzione.

L’evoluzione dello skilift: Svizzera e Francia in primo piano

1934: Ernst Constam e il primo skilift moderno

Nel 1934, l’ingegnere svizzero Ernst Constam realizzò a Davos il primo skilift a fune alta completamente moderno. L’impianto, lungo 270 metri, utilizzava una barra a forma di “J”, destinata a un singolo sciatore. Questo progetto riscosse un enorme successo, trasportando 70.000 sciatori nella prima stagione.

Nel 1935, il maestro di sci Jack Ettinger propose di sostituire la barra a “J” con una doppia barra a forma di “T” (nota come ancora), raddoppiando così la capacità di trasporto. Questa modifica divenne presto uno standard negli impianti sciistici.

1935: Jean Pomagalski e l’introduzione del piattello

Contemporaneamente, in Francia, Jean Pomagalski progettò uno skilift per l’Alpe d’Huez, introducendo il piattello trainante. Questo design semplificato, che garantiva una risalita più confortevole, si diffuse rapidamente in Europa. Pomagalski fondò l’azienda Poma, che è ancora oggi un leader globale nella costruzione di impianti di risalita.

Lo skilift in Italia: una crescita rapida

L’Italia fu tra i primi paesi a riconoscere il potenziale degli skilift. Tra il 1935 e il 1941, furono installate circa venti slittovie e sciovie, che segnarono il passaggio dallo sci pionieristico a uno sport di massa. Ecco alcune tappe fondamentali:

  • 1930 Claviere (Piemonte): prima sciovia italiana.
  • 1935 Monte Bondone, Madonna di Campiglio e Bardonecchia (Trentino e Piemonte): slittovie pionieristiche.
  • 1937 Cortina d’Ampezzo (Veneto), Abetone (Toscana) e Selva di Val Gardena (Alto Adige).

Questi impianti, inizialmente basati su slittovie e sciovie a fune bassa, furono successivamente sostituiti da impianti a fune alta, più sicuri e confortevoli.

Curiosità sugli skilift

  • Romanticismo sugli skilift: Gli skilift ad ancora, soprannominati “per lei e lui”, erano noti per il loro utilizzo in coppia, diventando spesso luogo di socializzazione e flirt.
  • Allenamento naturale: Risalire con lo skilift mantiene gli sciatori attivi, migliorando equilibrio e resistenza.
  • Sfide per gli snowboarder: Per gli snowboarder, utilizzare lo skilift può risultare complicato, soprattutto nei tratti ripidi.

La trasformazione dello skilift nel tempo

Con l’avvento delle seggiovie e cabinovie negli anni ’90, molti skilift furono rimpiazzati da impianti più moderni e confortevoli. Tuttavia, gli skilift rimangono fondamentali in specifici contesti:

  • zone per principianti: perfetti per imparare a sciare
  • snowpark: ideali per i giovani sciatori freestyle
  • piccoli comprensori: dove i costi delle seggiovie non sono giustificati

L’eredità dello skilift

Oggi, nonostante l’avanzare della tecnologia, lo skilift rappresenta ancora il 44% degli impianti di risalita in Svizzera ed è ampiamente utilizzato in Europa. Questa invenzione ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dello sci, continuando a trasportare generazioni di sciatori e i ricordi di un’epoca pionieristica che ha cambiato per sempre gli sport invernali.

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Michelle Hunziker sceglie le Dolomiti per il Capodanno: relax in spa e bikini mozzafiato

Michelle Hunziker non perde mai l’occasione di celebrare il Natale con stile, e quest’anno non ha fatto eccezione. Dopo aver trascorso la prima parte delle feste a Milano in famiglia, la conduttrice ha deciso di concludere l’anno in una delle sue mete preferite: le Dolomiti. Con una vacanza all’insegna del relax e del glamour, Michelle ha mostrato ai suoi follower ogni momento del viaggio, documentando non solo il magnifico paesaggio, ma anche il suo incredibile look da spa. Ecco tutti i dettagli della sua vacanza e le ragioni che la rendono un’ispirazione per il Capodanno.

Michelle Hunziker: vacanze natalizie tra famiglia e natura

Il Natale è una festa speciale per Michelle Hunziker, soprattutto da quando è diventata nonna del piccolo Cesare, figlio di Aurora Ramazzotti. Dopo aver passato i primi giorni delle festività a Milano con i suoi cari, ha deciso di immergersi nella tranquillità della montagna. Le Dolomiti, uno dei suoi “posti del cuore”, si sono rivelate ancora una volta la meta perfetta per festeggiare il Capodanno in grande stile.

Nonostante Aurora si trovi attualmente in Thailandia con il compagno Goffredo e il figlio Cesare, Michelle non è rimasta sola. Con ogni probabilità, verrà raggiunta da amici stretti per condividere momenti indimenticabili tra le cime innevate.

Un viaggio tra paesaggi incantati

Michelle ha condiviso con i suoi follower su Instagram il dietro le quinte della partenza: dai bagagli ingombranti che faticavano a entrare in auto, fino al panorama mozzafiato delle Alpi dopo sei ore di viaggio. Con un look casual ma chic jeans, giacca teddy e occhiali da sole rossi ha mostrato il suo entusiasmo per la vacanza con il motto: “Il mio paradiso”. Per la conduttrice, le Dolomiti rappresentano non solo un luogo di relax, ma anche una destinazione perfetta per attività come sci e trekking.

Spa e glamour: il micro bikini “invernale” di Michelle Hunziker

Appena arrivata, Michelle ha scelto di dedicarsi al relax totale. Al posto delle tradizionali passeggiate sulla neve, ha preferito tuffarsi nella spa sula neve del resort, regalando ai suoi follower un’immagine che ha subito catturato l’attenzione: un selfie in bikini.

“E ora chi si è visto, si è visto. Tuffo in piscina immediato” ha scritto nella didascalia. La conduttrice ha sfoggiato un micro bikini beige composto da un reggiseno a triangolo e uno slip sgambato con laccetti metallici, che hanno messo in risalto il suo fisico scolpito. Con un make-up semplice ma elegante eye-liner e capelli raccolti in uno chignon spettinato Michelle ha dimostrato ancora una volta di essere una vera icona di stile.

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