Dopo tre anni di attesa dovuti a questioni legate all’anticipo dell’IVA, che avrebbe potuto comportare una spesa aggiuntiva di 450.000 euro per i titolari, la ricostruzione è finalmente partita.
Iniziata ieri la fase di ricostruzione dell’Hotel Felycita a Frontignano di Ussita, segnando una svolta per Gianfranco Tombini, 82 anni, e la sua famiglia. Hanno combattuto duramente negli anni recenti per ottenere l’annullamento dell’IVA da versare in anticipo, considerato che il loro hotel è chiuso dal 2016.
Il piano per la ristrutturazione dell’albergo, gravemente danneggiato dal terremoto, è stato pronto per tre anni. Tuttavia, l’avvio dei lavori è stato ostacolato dalla necessità di anticipare una somma che per la famiglia Tombini si avvicinava ai 450.000 euro. Un ostacolo che ha riguardato numerose strutture turistiche nella zona colpita, bloccandone effettivamente la ricostruzione, fino a quando il commissario per la ricostruzione, Guido Castelli, ha recentemente trovato una soluzione.
L’edificio, che per oltre mezzo secolo è stato gestito da Gianfranco Tombini e sua moglie Franca Vittazzi, e che ha preso il nome dalla loro figlia Felicita che li ha sempre supportati, sarà demolito e rifatto da zero. È stata proprio la determinazione di Tombini a rendere possibile questo risultato. Nonostante le difficoltà causate dal terremoto, l’imprenditore ha continuato a credere nella rinascita di Frontignano, spostando la sua attività e inaugurando un nuovo punto di ristoro chiamato “Cotto e Mangiato”.
Nei prossimi anni è prevista nelle vicinanze dell’hotel la costruzione della stazione di partenza della nuova cabinovia.
La notte del 31 agosto ha visto la tragica morte dell’orsa Amarena, colpita da un colpo di fucile. Il Parco d’Abruzzo perde così uno dei suoi emblemi più rappresentativi.
L’ultimo avvistamento dell’animale, in compagnia dei suoi piccoli, era avvenuto quando l’orsa è emersa da un vicolo di San Sebastiano dei Marsi, località di Bisegna, in Abruzzo.
Una volta raggiunta una piazza con alcune persone, ha lanciato uno sguardo circostante, per poi fermarsi, attendere i suoi cuccioli e proseguire insieme a loro, scomparendo velocemente dalla vista.
Nella notte, l’orsa Amarena è stata abbattuta con colpi di fucile vicino a San Benedetto dei Marsi, nella provincia dell’Aquila, secondo quanto riferito dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Identificato l’uomo che ha sparato.
La morte dell’orsa Amarena è avvenuta ieri sera, 31 agosto, nella zona periferica di San Benedetto dei Marsi, al di fuori dell’area protetta del Parco e delle zone contigue. L’informazione è stata divulgata sulla pagina Facebook del Parco Nazionale, e l’uomo accusato di aver esploso i colpi è stato prontamente identificato.
Le Guardie del Parco sono arrivate rapidamente sul luogo dell’incidente, data la zona in cui Amarena era scesa con i suoi piccoli. Un veterinario del Parco è intervenuto sul posto ma ha potuto solo confermare la morte dell’animale a causa della gravità della ferita. L’individuo accusato di aver sparato all’orsa è stato identificato dalle Guardie del Parco e successivamente è stato oggetto di indagini da parte dei Carabinieri della stazione locale, che sono intervenuti in seguito alla segnalazione delle Guardie del Parco.
Le parole dell’uomo, che ha ucciso l’orsa, riferite ai Carabinieri
“Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo”
Il comunicato integrale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise pubblicato sulla pagina ufficiale Facebook
“Uccisa a fucilate l’orsa Amarena. Alle 23:00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor LA alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi. L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio ha commentato l’accaduto con questo messaggio
“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”.
Questo articolo vuole essere una breve guida con consigli utili su come regolare gli attacchi per gli sci. Qui di seguito ci concentreremo sulle istruzioni dettagliate per la regolazione degli attacchi degli attacchi affinché possiate sciare con serenità.
Per effettuare un corretto settaggio degli attacchi, dovrete tener conto dei fattori seguenti:
genere
età
altezza
peso
misure dello scarpone
grado di abilità nello sc.
Strumenti per regolare gli attacchi
Per la gran parte degli sci, vi occorrerà anche un cacciavite, piatto o a croce. Va sottolineato che, sui modelli più aggiornati, la procedura è piuttosto agevole e richiede solo alcuni minuti di attenzione, ma è fondamentale essere accurati per minimizzare qualsiasi potenziale rischio.
Come regolare gli attacchi degli sci
Regolamento della tensione (compressione)
Numerosi attacchi offrono la possibilità di modificare la forza esercitata sullo sci.
Questo regolazione è importante perché consente all’attacco di adattarsi alla flessione dello sci durante la curva sotto lo scarpone.
Questo può essere fatto tramite un “indicatore” di colore, solitamente giallo, localizzato sulla parte laterale e posteriore dell’attacco e che deve essere allineato al centro dell’area di movimento disponibile.
Per eseguire questa regolazione, bisogna muovere la sezione anteriore dell’attacco avanti o indietro di un paio di millimetri fino a raggiungere l’effetto desiderato.
Impostazione della durezza dell’attacco o valore di distacco (sgancio) dello sci
Completate le due fasi iniziali, dovete ora settare la resistenza dell’attacco. Questa impostazione aiuta a definire il limite per innescare lo sgancio degli sci in caso di una caduta imprevista. È fondamentale prestare un’attenzione particolare a questa fase.
Un valore eccessivamente basso potrebbe provocare uno sgancio prematuro degli sci, mentre un valore eccessivamente alto potrebbe portare a gravi lesioni, come la rottura dei legamenti, distorsioni o addirittura fratture, dato che lo scarpone rimarrà attaccato agli sci che si torceranno mentre il ginocchio no.
Per calcolare il valore adeguato di “tensione”, ci sono linee guida internazionali, basate su vari fattori come il peso, l’altezza, la competenza e l’età dello sciatore, in conformità con la normativa ISO 11088.
Queste raccomandazioni possono essere riassunte in tre tabelle sottostanti.
La prima fila della tabella indica la lunghezza in millimetri della suola dello scarpone con la misura di scarpa corrispondente in scala europea o americana. Dopo, vedrete il vostro peso in chilogrammi diviso in diverse categorie.
Dovete identificare la cella della tabella che corrisponde al vostro peso e alla vostra taglia di scarpone, proprio come se steste giocando a battaglia navale.
Per gli uomini
Per le donne
Nel caso in cui troviate una cella vuota nella tabella, optate per il numero più vicino sulla stessa riga, a meno che il vostro peso non superi i 94 kg, nel qual caso dovreste scegliere il valore più vicino nella colonna relativa alle dimensioni.
Fate attenzione, questo valore potrebbe ancora subire variazioni in base all’età e alle capacità dello sciatore, come potete vedere nella tabella successiva.
E se avete ulteriori perplessità, vi raccomando di far esaminare le vostre configurazioni da un tecnico specializzato in un servizio di noleggio sci per massimizzare la vostra sicurezza!
Se desiderate riscaldarvi e rilassarvi con una vista panoramica su scenari invernali, sia dopo una giornata sugli sci o una passeggiata con le ciaspole, la montagna offre non solo sport ma anche relax! Abbiamo testato per voi 5 luoghi termali in Italia, ideali per un riposo rigenerante circondati dalla tranquillità e bellezza delle montagne, e per godere delle piscine riscaldate con vista sulla neve.
1. Terme di Merano (Alto Adige)
Nelle Terme di Merano, l’offerta è vastissima, da trattamenti spa a programmi wellness e cure terapeutiche. Con 25 piscine distribuite sia al chiuso che nel parco termale, una piscina salina, una sportiva, un centro Spa moderno e vari tipi di sauna, le Terme di Merano, rinnovate tra il 2018 e il 2019, non deluderanno. Aperte tutto l’anno, offrono la possibilità di godere del loro parco termale esterno in estate e del comfort delle aree interne in inverno.
2. QC Terme – Bagni di Bormio (Lombardia)
Parlando di terme di montagna nel Nord Italia, i Bagni di Bormio sono un must. Situati tra i monti della Valtellina, il parco termale offre acque che variano in temperatura, mediamente tra i 37°C e 43°C. Due sono i centri a disposizione: Bagni Vecchi e Bagni Nuovi, entrambi con una vasta gamma di percorsi termali e una storia millenaria del wellness.
3. Terme di Pejo, Val di Sole (Trentino)
A Pejo, l’acqua e la roccia sono in simbiosi. Originando dal massiccio montuoso dell’Ortles-Cevedale, le fonti di Pejo offrono tre tipi di acque minerali, ognuna con specifici benefici per il corpo. Situata a 1584 metri sul livello del mare, Pejo offre un ambiente ideale per migliorare la propria forma fisica mentre ci si sente leggeri e rilassati.
4. Terme di Saint Vincent (Valle d’Aosta) Saint-Vincent è noto per le sue terme, che offrono una vasta gamma di trattamenti e terapie. L’elegante Spa con tre piscine interne di diverse temperature permette di godere di una vista mozzafiato sulla Valle d’Aosta, anche da una piscina esterna riscaldata a 36°C.
5. Terme di Recoaro, Vicenza (Veneto)
Recoaro Terme offre un ambiente sereno e rilassante con vista sulle piccole Dolomiti. Situato in una valle verde, il complesso termale offre varie fonti di acque minerali e una gamma completa di trattamenti benessere, da balneoterapia a massaggi, ideali per rigenerarsi in ogni stagione.
I lavori per la riattivazione dell’area sciistica di Colere sono in pieno svolgimento e si prevede che tutto sarà operativo per la stagione invernale 2023/2024. L’intera zona sciistica subirà una trasformazione radicale, grazie all’installazione di una nuova cabinovia e di una seggiovia esposta, entrambe realizzate dalla Leitner. Questi aggiornamenti, completati nell’arco di una sola estate, cambieranno drasticamente l’aspetto del comprensorio della Val di Scalve.
Le vecchie e lente seggiovie, che avevano ormai perso il favore degli sciatori, verranno rimpiazzate da strutture moderne, efficienti e veloci, grazie a un investimento di 30 milioni di euro da parte di Massimiliano Belingheri. Colere ha sempre avuto il vantaggio di offrire piste di alta qualità, e a partire dal prossimo inverno, gli appassionati di sci potranno nuovamente cimentarsi sulla pista Italia, un percorso approvato per le competizioni e considerato il più tecnico dell’area.
“Siamo felici di annunciare ufficialmente l’apertura al pubblico della nostra pista da sci Italia per la stagione invernale. Preparatevi a vivere un’esperienza unica sulla neve, con un tracciato studiato appositamente per garantirvi adrenalina e divertimento a ogni curva!”, è quanto scritto in un post sui canali social ufficiali di Colere 2200 in cui si può vedere il tracciato della pista in modalità estiva già dotata di nuove reti di protezione.
I nuovi impianti hanno anche portato a un perfezionamento del sistema di innevamento artificiale, al fine di garantire piste più sicure e agevoli per gli sciatori. Ma le innovazioni non si fermano qui: per il futuro, l’obiettivo è elevare ulteriormente la qualità dei servizi e dell’ospitalità, ad esempio attraverso la ristrutturazione del Rifugio Cima Bianca.
Per la stagione invernale 2023/2024, il costo dello skipass annuale per la Valle d’Aosta vedrà un incremento del 6,5%. Il pass sarà utilizzabile dal 14 ottobre 2023 al 5 maggio 2024. Secondo le tariffe annunciate dall’Avif, l’ente che gestisce gli impianti di risalita nella regione, il prezzo dello skipass stagionale sarà di 1370 euro, un aumento di 84 euro rispetto alla stagione 2022/2023. Questo skipass darà accesso illimitato a tutte le aree sciistiche della Valle d’Aosta, oltre a La Rosière in Francia e Alagna Valsesia in Piemonte. Per coloro che desiderano sciare anche a Zermatt, il costo salirà a 1.617 euro, con un incremento di 99 euro rispetto all’anno precedente.
Sconti specifici sono previsti per diverse categorie di età: per i “senior” (oltre 65 anni), il costo sarà di 1096 euro (o 1294 euro se incluso Zermatt); per i “giovani” (sotto i 18 anni), il prezzo sarà di 1206 euro (o 1423 euro con Zermatt); mentre per i “junior” (al di sotto dei 14 anni), il costo sarà di 959 euro (o 1132 euro se incluso Zermatt). Inoltre, i bambini sotto gli 8 anni riceveranno uno skipass gratuito se accompagnati da un adulto o un giovane che acquista un skipass stagionale equivalente.
Il 2 settembre 2023 segna il ritorno dello sci estivo al Passo dello Stelvio, come annunciato dalla società SIFAS Spa, sotto la guida di Umberto Capitani, che si occupa della manutenzione delle piste e delle strutture sul ghiacciaio. Dopo una sospensione delle attività sciistiche il 25 agosto, a causa di un’ondata di caldo che ha colpito il settore settentrionale del Paese, le funivie rimangono aperte ai pedoni con un orario dalle 9:00 alle 17:00.
Grazie a condizioni meteo più clementi e alcune recenti nevicate sul ghiacciaio, le attività sciistiche riprenderanno da sabato 2 settembre.
“Visto l’abbassamento delle temperature in questi ultimi giorni e le precipitazioni in quota, siamo a comunicare e confermare la riapertura delle piste da sci del ghiacciaio dello Stelvio dal 2 settembre”, questo è il messaggio pubblicato dalla SIFAS.
Gli skilift nominati Payer e Cristallo funzioneranno esclusivamente durante le ore mattutine, aperti dalle 7:30 fino a mezzogiorno e mezzo. D’altro canto, le funivie che collegano il Passo Stelvio a Trincerone e Trincerone a Livrio saranno in servizio dalla stessa ora iniziale, 7:30, ma fino alle 17:00. È da notare che le sciovie Geister 1 e 2 rimarranno inattive a causa di interventi di riallineamento.
La gestione degli impianti ha rilasciato anche un messaggio di cautela indirizzato a tutti gli sciatori che pianificano di visitare la zona dello Stelvio nei giorni a venire:
“Ci troviamo in un contesto estremamente particolare, in alta quota in ghiacciaio, dove è obbligatorio rimanere entro le piste tracciate, segnalate e aperte al pubblico. Si raccomanda estrema attenzione”.
Le attività sul ghiacciaio del Passo dello Stelvio proseguiranno senza interruzioni fino al 5 novembre, giorno in cui è programmata la routine chiusura stagionale invernale.
Questo dicembre, il comprensorio sciistico di Klausberg presenta la sua nuovissima cabinovia “Sonnen”, realizzata dalla rinomata Doppelmayr. Questa sostituirà la seggiovia triposto “Sonnenlift”, operativa dal 1991.
La cabina avveniristica “Omega IV” offre 10 posti a sedere in pelle e può spostare fino a 2.400 persone all’ora, coprendo la tratta in soli 6 minuti e 12 secondi a una velocità di 5 metri al secondo. La stazione più bassa sarà situata a 1.436 metri, mentre la stazione più alta raggiungerà i 2.014 metri, offrendo una vista panoramica sbalorditiva. Complessivamente, 47 veicoli faranno parte del nuovo servizio.
In aggiunta, una nuova pista collegherà la cabinovia “Sonnen” alla seggiovia “K1”, migliorando così l’accesso ai rifugi montani. Altri miglioramenti includono l’allargamento della pista di ritorno e l’eliminazione di alcune intersezioni per aumentare la sicurezza. Ad esempio, un nuovo tunnel separerà gli sciatori esperti da quelli meno abili, che utilizzano la pista per ritornare a valle.
Per completare il pacchetto, sarà installato un avanzato sistema di innevamento fornito da TechnoAlpin, assicurando condizioni ottimali per gli sport invernali.
Con queste innovazioni, Klausberg si posiziona come una destinazione all’avanguardia nel settore degli sport invernali, unendo modernità, sicurezza e comfort.
A Val Senales, i lavori sulla nuova funivia sono in pieno svolgimento, con l’obiettivo di completarla prima dell’imminente stagione sciistica, prevista per iniziare a dicembre. Tuttavia, non è solo la funivia ad essere al centro degli sforzi: il team dell’Alpin Arena Senales è anche fortemente impegnato nella conservazione del ghiacciaio locale durante i mesi estivi.
Il restringimento costante dei ghiacci è uno dei fenomeni più evidenti associati al cambiamento climatico, e rappresenta una grande preoccupazione per luoghi come Val Senales, che dipendono pesantemente dal turismo e dagli sport invernali.
Per cercare di frenare il ritiro del ghiacciaio, Alpin Arena Senales ha messo in campo numerose iniziative e risorse finanziarie. Ad esempio, ogni primavera vengono creati più di 200.000 metri cubi di neve artificiale, che sono poi accumulati in pile o sparsi sul ghiacciaio come un ulteriore strato protettivo. In aggiunta, sono stati installati teli geotessili su un’area di circa 7 ettari, migliorando l’effetto albedo e quindi riducendo considerevolmente la velocità di fusione della neve sottostante.
Ulteriori misure di sostenibilità includono il riciclo dell’acqua usata nella produzione di neve. Quest’acqua, una volta fusa, viene parzialmente reimmessa nel ciclo idrologico naturale e in parte utilizzata per generare energia, che poi alimenta le strutture turistiche della zona. Un altro aspetto importante è la pulizia del ghiacciaio, che al suo ritiro rivela detriti e rifiuti precedentemente sepolti sotto strati di neve e ghiaccio.
Con questi metodi, Val Senales mira a un approccio eco-compatibile e sostenibile, cercando di bilanciare le necessità turistiche con la preservazione dell’ambiente naturale in un mondo che sta affrontando i crescenti sfide del cambiamento climatico.
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