Non bisogna nutrire gli animali selvatici. È l’appello diffuso nelle ultime ore dai responsabili del Parco dello Stelvio, dopo che è diventato virale sui social un video girato proprio nell’area del Parco, che mostra una volpe attirata con del pane.
“Ci troviamo in un’area picnic del Parco piuttosto conosciuta – scrivono in un post apparso sui social -. Una simpatica volpacchiotta si avvicina, confidente…sembra affamata. Niente di più naturale che allungarle un bel filoncino di pane bianco preso dal nostro zaino e guardarla addentarlo felice”.
Si tratta però di un comportamento inutile e nocivo per molteplici motivi, illustrati chiaramente dal Parco, che invita gli escursionisti ad “evitare comportamenti del genere”.
“Gli animali potrebbero abituarsi a essere nutriti e perdere la capacità di procacciarsi il cibo – si legge su Facebook -. Potrebbero diventare troppo confidenti, avvicinarsi ai centri abitati mettendosi in potenziali situazioni di pericolo”.
E ancora: “La loro dieta non prevede cibi “da umano”, in questo particolare caso il pane, che potrebbero nuocere loro – concludono dal Parco dello Stelvio -. Ricordiamo quindi che un animale selvatico non ha bisogno di noi per vivere. In caso di incontro limitiamoci ad ammirarlo o fotografarlo”.
“Vista la neve caduta e vista la bellissima giornata di sole prevista per domani vogliamo regalarvi l’ultima sciata di stagione e godervi il sole con la neve allo ZChalet“. A comunicarlo sono i gestori degli impianti di Bolognola. “Saremo aperti quindi domani 19 marzo dalle ore 8.30 fino alle 20. Potete quindi fare le ultime discese di stagione o godervi una bella passeggiata e poi la tintarella marzolina sulle nostre terrazze. Vi aspettiamo anche per l’aperitivo”.
Una terribile tragedia ambientale si è verificata sabato scorso, 15 marzo, sul Monte Catria, nell’Appennino umbro-marchigiano: un intero stormo di fenicotteri rosa si è schiantato contro le rocce e una faggeta della zona a causa del maltempo. Il bilancio finale è drammatico: sette fenicotteri morti e due miracolosamente sopravvissuti.
La dinamica della tragedia sul Monte Catria
Lo stormo di fenicotteri, composto da nove esemplari, stava attraversando l’Appennino probabilmente diretto dal Mar Tirreno verso l’Adriatico, quando è stato sorpreso sabato 15 marzo da una violenta tempesta con raffiche di vento tra i 120 e i 130 km/h. Travolti dal vento forte e dal maltempo, gli uccelli sono stati scaraventati contro la parete rocciosa del Monte Catria, a circa 150 metri dalla croce sulla cima, finendo in una faggeta ad un’altitudine di circa 1.500 metri.
Alcuni escursionisti, trovandosi di fronte a una scena agghiacciante, hanno subito dato l’allarme ai Carabinieri Forestali di Cagli (PU). Questi ultimi, intervenuti prontamente, hanno constatato la morte immediata di sette esemplari, alcuni dei quali già predati dagli animali selvatici che ne avevano nascosto i resti, probabilmente per utilizzarli come scorta di cibo.
Il recupero e le cure per i fenicotteri sopravvissuti
Due fenicotteri superstiti sono stati trovati in condizioni critiche, disorientati e infreddoliti. Dopo essere stati avvolti in coperte termiche, i Carabinieri Forestali di Cagli (PU) li hanno affidati al Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Ca’ Girone, a Urbino, unico luogo in grado di assicurare la loro guarigione e il ritorno in natura.
Dopo alcuni giorni di trattamento, le notizie sono incoraggianti: gli esperti confermano che entrambi gli esemplari si stanno riprendendo e verranno liberati quanto prima alle Saline di Cervia, in provincia di Ravenna, area ideale per la loro nidificazione e sosta.
Tra i due fenicotteri recuperati, uno era inanellato con una fascetta riportante la scritta ‘Paris’, rivelando così un’origine francese dell’esemplare e aprendo interessanti prospettive sul monitoraggio delle rotte migratorie di questa specie.
Ipotesi sulla presenza insolita dei fenicotteri nell’Appennino
Secondo gli esperti del CRAS e dei Carabinieri Forestali di Cagli, l’episodio è eccezionale: i fenicotteri rosa sono uccelli tipici di ambienti costieri, lagunari o salini, e la loro presenza sulle alture appenniniche è estremamente insolita. Probabilmente, lo stormo è stato sorpreso dal violento maltempo mentre migrava dall’area tirrenica verso le coste adriatiche, dove si trovano alcune delle principali colonie italiane della specie.
Fenicotteri rosa in Italia: habitat e diffusione
In Italia, i fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) sono sempre più numerosi. Colonizzano prevalentemente le zone umide come la Riserva Naturale delle Saline di Margherita di Savoia in Puglia, le saline di Priolo in Sicilia, Orbetello in Toscana e il Parco naturale Molentargius in Sardegna.
Questa tendenza è legata alle condizioni climatiche e alla disponibilità di risorse alimentari che il territorio italiano offre durante la primavera e l’estate, periodo in cui i fenicotteri migrano dalle coste africane.
Le difficoltà dei fenicotteri durante il maltempo eccezionale
La tragica vicenda sul Monte Catria evidenzia le difficoltà incontrate dagli animali migratori, soprattutto in condizioni climatiche estreme. Come ha osservato recentemente il CRAS di Ca’ Girone e la Protezione Civile, fenomeni come temporali violenti, vento forte e temperature basse possono mettere seriamente a rischio la vita degli animali selvatici. Purtroppo, i fenicotteri non sono stati gli unici animali colpiti: nelle ultime settimane anche caprioli e lupi stanno soffrendo per la mancanza di risorse alimentari e la durezza delle condizioni climatiche, come confermato da recenti episodi di cronaca.
Caratteristiche del fenicottero rosa
Il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus) è un uccello trampoliere inconfondibile, alto fino a un metro e mezzo, dal lungo collo e zampe sottili. Ha un grande becco rosa e nero utilizzato per filtrare il cibo dall’acqua. La sua famiglia, quella dei Phoenicopteridae, è tra le più antiche tra gli uccelli: alcuni fossili risalgono a circa 30 milioni di anni fa.
Oggi, la popolazione mondiale di fenicotteri è stimata intorno ai 700 mila esemplari, e continua a crescere. In Italia la specie nidifica principalmente in Puglia, Sicilia, Sardegna, Emilia-Romagna e Veneto, con tentativi sporadici anche in altre regioni.
La minaccia dell’uomo e le problematiche ambientali
Nonostante la popolazione globale sia in crescita, secondo il WWF, il fenicottero rosa soffre comunque per il deterioramento degli habitat, l’inquinamento e il disturbo antropico nelle aree di nidificazione. Non sono infrequenti le morti causate da elettrocuzione o da collisione con infrastrutture umane.
La tragedia di Monte Catria, oltre al dolore per la perdita degli esemplari, è anche un monito sulle conseguenze sempre più frequenti di un clima instabile e imprevedibile. Un evento drammatico, ma anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della tutela degli habitat
Nascosto tra le spettacolari montagne svizzere esiste un borgo unico, rimasto isolato per secoli e finalmente accessibile grazie a una straordinaria innovazione ingegneristica: la funivia più ripida al mondo. Questo affascinante villaggio è Mürren, un luogo che, grazie a questa moderna infrastruttura, è oggi raggiungibile comodamente in appena pochi minuti.
Dove si trova Mürren, il paese collegato dalla funivia più ripida al mondo?
Mürren è una frazione appartenente al comune svizzero di Lauterbrunnen, situato nel Canton Berna, nel cuore della suggestiva regione montana dell’Oberland. Arroccato a ben 1638 metri sul livello del mare, questo borgo storico offre panorami mozzafiato sulle Alpi Svizzere e si trova ai piedi della famosa cima dello Schilthorn (2970 metri), dominando la vallata sottostante.
Perché Mürren è stato isolato per secoli?
La particolare collocazione geografica di Mürren ha rappresentato per secoli una sfida logistica per i suoi abitanti, circa 430 persone, costretti per lungo tempo a percorrere tragitti faticosi di oltre tre ore sul dorso di un mulo per rifornirsi dei beni essenziali e dei servizi primari.
Soltanto nel 1891 la situazione è leggermente migliorata con la costruzione di una ferrovia di montagna, collegando il villaggio a un paese vicino, ma i collegamenti rimasero comunque limitati e difficili.
Una svolta decisiva arrivò nel 1965 con una piccola funicolare, che tuttavia non risolse pienamente il problema a causa del suo binario unico. I residenti erano ancora obbligati a discendere a valle ogni volta che necessitavano di un medico, un parrucchiere o un dentista.
Come ha dichiarato un residente alla BBC, “Ogni volta che abbiamo bisogno di un medico, un parrucchiere o un dentista, dobbiamo scendere a valle dove molti di noi hanno parcheggiato le loro auto.”
La funivia più ripida al mondo: la Schilthornbahn
Finalmente, nel dicembre scorso, la situazione è cambiata radicalmente grazie all’inaugurazione della “funivia più ripida al mondo”, la Schilthornbahn. Questa straordinaria opera di ingegneria collega Mürren con il vicino borgo di Gimmelwald, rendendo più semplice e veloce la vita quotidiana degli abitanti.
La Schilthornbahn si distingue per una incredibile pendenza del 159,4%, superando nettamente la precedente detentrice del record, la Loen Skylift in Norvegia, con una pendenza del 133%. In soli quattro minuti, la funivia trasporta i viaggiatori lungo la vertiginosa parete rocciosa del Mürrenfluh, regalando panorami straordinari a ben 775 metri di altezza.
Mürren: destinazione ideale per gli sport invernali
Oltre al fascino storico e paesaggistico, Mürren è conosciuto da tempo come un’importante meta per gli sport invernali. Scoperto alla fine del XIX secolo da alcuni appassionati sciatori britannici, il villaggio divenne presto una destinazione privilegiata grazie al suo paesaggio incantevole e alle condizioni perfette delle sue piste.
Oggi, Mürren offre ben 54 chilometri di piste, collegate da una rete efficiente di funivie, funicolari e seggiovie. Durante la stagione invernale, gli appassionati possono persino sciare per 16 chilometri consecutivi dalla cima dello Schilthorn fino al fondovalle di Lauterbrunnen, vivendo un’esperienza indimenticabile.
Moncler ama stupire, e questa volta ha superato ogni aspettativa scegliendo Courchevel, rinomata località sciistica francese, come location d’eccezione per la presentazione della nuova collezione Autunno/Inverno 2025 Moncler Grenoble. Sabato 15 marzo, l’altiporto di Courchevel, famoso per essere l’aeroporto più alto d’Europa, ha accolto sotto una copiosa nevicata un evento fashion spettacolare che ha conquistato ospiti e appassionati.
Perché Moncler Grenoble ha scelto Courchevel?
La scelta dell’altiporto di Courchevel, a 2008 metri di altitudine, non è stata casuale: Moncler Grenoble, linea dedicata agli sport invernali e all’aprés-ski, ha fatto dell’altitudine il suo tratto distintivo, espresso dal motto della collezione: “Altitude as an attitude”. Questo concept racchiude l’ambizione di Moncler nel continuare ad evolversi stilisticamente e funzionalmente, mirando sempre a livelli più elevati.
Dopo la sfilata “da favola” organizzata a Saint Moritz, ispirata al mondo fantastico di Narnia, quest’anno il marchio ha optato per una location altrettanto esclusiva e spettacolare.
Una sfilata sotto la neve: magia ad alta quota
In un contesto scenografico naturale davvero unico, la neve ha avvolto l’intero spettacolo, contribuendo a creare un’atmosfera suggestiva e poetica. Nonostante qualche piccolo inconveniente (come i musicisti dell’orchestra costretti a rimuovere i fiocchi dai loro spartiti), la neve ha aggiunto autenticità e fascino alla performance orchestrale, che ha accompagnato le modelle con eleganza sulle note di violini e strumenti classici.
“Altitude as an attitude”: un evento che vola alto
Tutto l’evento, intitolato “Altitude as an attitude”, è stato anticipato attraverso dettagli esclusivi, come cinture di sicurezza personalizzate Moncler, finestre appannate e biglietti d’imbarco distribuiti agli ospiti nelle loro camere d’hotel, evocando l’idea di una sfilata pronta al decollo verso nuove altezze. La location scelta, l’altiporto di Courchevel, è famosa proprio per essere una delle piste aeroportuali più elevate e suggestive del mondo.
Collezione Moncler Grenoble AI 2025: tecnicità e sartorialità
La collezione Moncler Grenoble Autunno-Inverno 2025 presenta un perfetto equilibrio tra performance tecniche e sofisticata artigianalità sartoriale. Il brand unisce materiali innovativi a lavorazioni preziose, mantenendo una forte identità stilistica urbana e contemporanea anche sulle piste da sci.
Lana trattata con membrane tecniche, per garantire alte prestazioni.
I colori scelti – tonalità neutre di bianco, beige, marrone e grigio, accenti di azzurro, rosso, blu navy e nero – hanno creato un armonioso dialogo con il paesaggio innevato circostante, enfatizzando ulteriormente l’unicità del luogo.
Presenze Vip: i grandi ospiti dell’evento
Non solo moda, ma anche glamour internazionale: all’evento hanno partecipato celebrità di calibro mondiale, tra cui Anne Hathaway, Jessica Chastain, Adrien Brody, Vincent Cassel, Nina Dobrev, Penn Badgley, Brooklyn e Nicola Peltz Beckham, Chloe Kim e Maria Sharapova, Chiara Ferragni, Elisabetta Gregoraci, Michelle Hunziker, tra gli altri.
Presenti anche numerosi brand ambassador di Moncler Grenoble, come Xuetong Cai, Alex Hall, Richard Permin e Shaun White, oltre a Tomohisa Yamashita, brand ambassador di Moncler.
Un tributo al DNA franco-italiano del brand
Moncler ha storicamente un’anima duale, italiana e francese, e la collezione Grenoble lo testimonia chiaramente. Courchevel, infatti, dista poco più di 70 chilometri da Grenoble, città francese da cui prende il nome la linea, luogo dove nacque il brand.
Oggi il marchio italiano, guidato dal presidente e CEO Remo Ruffini, celebra una doppia anima italo-francese in continua evoluzione, con eventi internazionali e progetti ambiziosi che riflettono chiaramente la strategia di crescita del brand.
Progetti futuri e ambizioni globali
Remo Ruffini, CEO e azionista di maggioranza di Moncler, durante la recente conferenza con gli analisti ha mostrato grande fiducia nel futuro: nonostante l’incertezza economica mondiale, i dati economici restano promettenti, con una crescita a doppia cifra nel canale diretto, e ricavi che nel 2024 hanno raggiunto quota 2,7 miliardi di euro.
Ma non solo numeri: Ruffini ha espresso anche interessanti ambizioni future per Moncler Grenoble, svelando progetti futuri che comprendono destinazioni prestigiose come Courchevel stessa, Aspen negli Stati Uniti e persino Niseko, in Giappone.
Tecnologia e innovazione: il futuro di Moncler Grenoble
L’evento è stato l’occasione per svelare anche una speciale tavola da snowboard Moncler Grenoble, realizzata in collaborazione con il campione Shaun White. Questa innovativa tavola presenta caratteristiche tecniche avanzate, perfetta per qualsiasi tipo di terreno, e completa la collezione autunno-inverno 2025 con un tocco distintivo di design e performance.
Un episodio di tensione sulle piste da sci di Sarnano, nella zona di La Maddalena-Sassotetto, si è concluso con l’assoluzione dell’imputato. Un uomo di 50 anni, accusato di lesioni personali e minacce, è stato dichiarato non colpevole dal tribunale di Macerata. La vicenda aveva suscitato clamore perché il presunto aggressore era stato accusato di aver picchiato un altro sciatore di 66 anni con una racchetta da sci, dopo che quest’ultimo aveva abbracciato e baciato sulle guance la figlia minorenne del 50enne.
Il giudice Domenico Potetti ha assolto l’uomo, mentre il PM Francesca D’Arienzo ha richiesto la trasmissione degli atti in procura per valutare una possibile accusa di calunnia contro chi aveva sporto denuncia.
Cosa è successo sulle piste da sci di Sarnano?
I fatti risalgono al 18 febbraio 2023, quando sulle piste innevate di Sassotetto, un uomo di 66 anni sarebbe stato aggredito dal padre della ragazza che aveva abbracciato poco prima.
Secondo l’accusa iniziale, il 50enne avrebbe colpito il 66enne alla gamba con una racchetta da sci, facendolo cadere a terra. Dopo la caduta, l’avrebbe bloccato e colpito nuovamente su braccio, spalla, mano e gamba, pronunciando frasi minacciose come:
“Sei un porco, non sai chi sono io. Ora vedi cosa ti faccio. Ti meno fino a farti sanguinare.”
L’uomo colpito aveva riportato lesioni con una prognosi superiore ai 40 giorni.
Il motivo dello scontro: l’abbraccio alla figlia minorenne
L’episodio sarebbe nato da un malinteso. Il 66enne, mentre sciava, avrebbe rivolto alla giovane diciassettenne un commento sul suo abbigliamento, dicendo qualcosa come:
“Anche se sei vestita come una nota squadra di calcio, sono convinto che non sei juventina.”
La ragazza aveva risposto di tifare un’altra squadra e, avendo in comune il tifo per l’Inter, il 66enne l’aveva abbracciata e baciata sulle guance. Secondo l’uomo, il gesto era stato consensuale, ma il padre, venuto a conoscenza dell’accaduto, avrebbe reagito con l’aggressione.
L’assoluzione e il possibile ribaltamento dell’accusa
Il 50enne, difeso dagli avvocati Igor Giostra e Roberto Pompei, ha sempre negato l’aggressione. Il giudice ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per una condanna e ha disposto l’assoluzione dell’imputato.
La vicenda potrebbe però avere un ulteriore sviluppo: il PM ha chiesto di trasmettere gli atti in procura per valutare l’ipotesi di calunnia nei confronti di chi ha sporto denuncia. Se l’accusa di calunnia dovesse essere confermata, il 66enne potrebbe a sua volta essere indagato.
Il 9 marzo 2005 segna una data storica per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini: dopo quasi due secoli di assenza, il cervo (Cervus elaphus) è tornato a popolare queste montagne, ripristinando un equilibrio naturale interrotto nel 1825. Un evento che ha rappresentato non solo un’importante operazione di conservazione della fauna, ma anche una significativa opportunità di valorizzazione del territorio.
Il ritorno del cervo: una storia lunga due secoli
Fino agli inizi dell’Ottocento, il cervo era una specie comune nei Monti Sibillini, ma la caccia intensiva e la progressiva riduzione degli habitat ne causarono l’estinzione locale. L’ultimo avvistamento documentato risale al 1825, quando gli ultimi due esemplari furono uccisi nella zona di Cascia. Da allora, per quasi duecento anni, questo imponente ungulato è rimasto solo un ricordo, fino al grande giorno della sua reintroduzione.
Il primo rilascio: un evento storico
Era una fredda giornata di marzo, quando, nel paesaggio innevato di Castelsantangelo sul Nera, 15 cervi provenienti dalla Foresta Demaniale di Tarvisio fecero il loro ingresso nel Parco. Dieci di questi esemplari furono dotati di radiocollari, consentendo così un monitoraggio attento da parte degli esperti e degli agenti del Corpo Forestale dello Stato.
Gli animali, un po’ spaesati dopo il lungo viaggio, furono accolti con emozione da tecnici, osservatori e rappresentanti del Comune, consapevoli di essere testimoni di un evento epocale per il ripristino della fauna selvatica nei Sibillini.
“Il ripristino degli equilibri ecologici non è solo una delle priorità del Parco, ma anche un’opportunità per valorizzare il territorio nella sua interezza, dal punto di vista ambientale, storico e culturale”, sottolinea Andrea Spaterna, presidente del Parco.
Un progetto ambizioso per il ripristino degli ecosistemi
La reintroduzione del cervo nei Monti Sibillini è stata il frutto di anni di studi e pianificazione. Il progetto ha avuto inizio nel 1998 con un approfondito studio di fattibilità, con l’obiettivo di ripristinare l’ecosistema originario e arricchire la biodiversità del Parco.
Tra il 2005 e il 2012, il progetto ha visto il rilascio complessivo di 79 esemplari, provenienti non solo dalla Foresta di Tarvisio, ma anche da altre aree protette come il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, la Riserva del Monte Peglia e la Riserva dell’Acquerino.
L’obiettivo non era solo tutelare la specie, ma anche garantire un ecosistema equilibrato in grado di sostenere grandi carnivori come il lupo appenninico (Canis lupus italicus) e, potenzialmente in futuro, anche il rarissimo orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus).
Oltre agli aspetti ecologici, la reintroduzione del cervo ha favorito anche lo sviluppo del turismo naturalistico, attirando fotografi, escursionisti e appassionati di wildlife watching.
Monitoraggio della popolazione: il censimento al bramito
Oggi la popolazione del cervo nei Monti Sibillini è ben consolidata. Ogni autunno, tra settembre e ottobre, i bramiti, i possenti richiami amorosi dei maschi, riecheggiano nelle vallate, regalando uno spettacolo naturale mozzafiato.
Secondo i dati del censimento 2024, nel Parco sono stati individuati circa 80 cervi maschi bramitanti, corrispondenti a una popolazione stimata di circa 600 esemplari. Dai dati del censimento si stima inoltre che almeno 526 cervi siano distribuiti prevalentemente nel settore maceratese, confermando un incremento rispetto agli anni precedenti.
“La più importante tecnica di monitoraggio del cervo è il censimento al bramito, effettuato alla fine di settembre dopo il tramonto”, spiega Alessandro Rossetti, biologo del Parco.
Questa tecnica consente di stimare la consistenza della popolazione basandosi sul numero di maschi vocalizzanti. Per migliorare l’accuratezza del censimento, il Parco si avvale della collaborazione di carabinieri forestali e volontari specializzati, formati appositamente per l’ascolto e la rilevazione dei bramiti.
Un habitat ideale per il cervo
Quasi tutti i cervi rilasciati nel Parco sono stati introdotti nella zona di Castelsantangelo sul Nera, in quanto gli studi di fattibilità avevano individuato quest’area come la più idonea per la specie. A vent’anni dalla prima reintroduzione, questa valutazione si è confermata corretta: l’alta valle del Nera oggi ospita la più alta densità di cervi nel Parco, dimostrando che questo territorio è altamente vocato ad accoglierli.
Un futuro di equilibrio e conservazione
A vent’anni dal ritorno del cervo, i Monti Sibillini confermano la loro vocazione naturale ad accogliere questa specie. Il successo del progetto non solo ha rafforzato la biodiversità del Parco, ma ha anche reso possibile un’integrazione sostenibile tra uomo e natura.
La presenza del cervo continua a rappresentare una risorsa preziosa, sia per gli ecosistemi sia per l’economia locale, dimostrando che la conservazione della fauna selvatica e lo sviluppo territoriale possono procedere di pari passo.
Video del primo rilascio dei cervi nei Monti Sibillini
Esistono luoghi meravigliosi in Italia che non necessitano di lunghi viaggi per essere scoperti: uno di questi è sicuramente la spettacolare grotta di ghiaccio situata a circa 3.000 metri di altezza, nell’Alpin Arena Senales, vicino a Maso Corto, in Alto Adige. In questa guida ti fornirò tutte le informazioni utili per organizzare la tua escursione alla grotta, con dettagli tecnici e suggerimenti pratici per vivere al meglio questa avventura unica.
Dove si trova esattamente la grotta di ghiaccio?
La grotta si trova nell’Alpin Arena Senales, in provincia autonoma di Bolzano, vicino alla località di Maso Corto, a un’altitudine di circa 2.800 metri. Questa spettacolare grotta è incastonata all’interno del famoso Ghiacciaio del Giogo Alto, circondata da panorami straordinari e da ben 126 vette che superano i 3.000 metri di altezza.
L’intera area è perfetta per gli amanti delle escursioni alpine, dello sci e delle escursioni invernali, grazie ai suoi 42 km di piste e agli 11 impianti di risalita aperti fino alla primavera (solitamente inizio maggio).
Com’è fatta la grotta di ghiaccio dell’Alpin Arena Senales?
La grotta di ghiaccio sorprende subito per la sua bellezza mozzafiato: le pareti interne sono talmente lisce da sembrare realizzate artificialmente. Al suo interno, la luce naturale riflette sul ghiaccio creando sfumature che variano dall’azzurro intenso al blu chiarissimo. Dal soffitto pendono stalattiti di ghiaccio lunghe diversi metri, che rendono il luogo quasi fiabesco.
Come raggiungere la grotta di ghiaccio: itinerario completo
Per arrivare alla grotta, è necessario affrontare un percorso escursionistico affascinante, che si sviluppa come segue:
partenza da Maso Corto (località di partenza, raggiungibile comodamente in auto o mezzi pubblici).
salita in funivia fino alla stazione Grawand (3.212 metri): da qui inizia ufficialmente l’escursione sul Ghiacciaio del Giogo Alto.
attraversamento del ghiacciaio: una suggestiva passeggiata panoramica che conduce direttamente all’ingresso della grotta situata a circa 2.800 metri.
Dopo la visita della grotta, il percorso continua verso il Rifugio Bella Vista, dove è possibile concedersi una pausa rigenerante circondati dalla natura incontaminata.
Successivamente si prosegue fino alla baita Teufelsegg.
Infine, per tornare comodamente a Maso Corto, si utilizza la seggiovia Roter Kofel.
Dati tecnici del percorso:
Durata totale: circa 5 ore (pause incluse)
Dislivello: circa 300 metri in salita e 1.000 metri in discesa
Lunghezza percorso: circa 8 km
Livello di difficoltà: medio-basso, raccomandata comunque la presenza di una guida alpina esperta.
Serve una guida alpina per visitare la grotta?
Pur essendo un percorso mediamente impegnativo e alla portata di chiunque goda di buona salute e di discreta esperienza escursionistica, è fortemente consigliato affidarsi a una guida alpina esperta come Robert Ciatti, guida locale attiva dal 1983, che conosce ogni angolo del ghiacciaio e coordina l’Ötzi Glacier Tour.
Quando visitare la grotta di ghiaccio?
La grotta di ghiaccio può essere visitata generalmente da dicembre fino ai primi giorni di maggio, quando gli impianti dell’Alpin Arena Senales sono ancora in funzione. Dopo tale periodo, la visita potrebbe non essere praticabile a causa della chiusura degli impianti di risalita e della presenza di neve o ghiaccio instabili.
Raccomandazioni importanti per l’escursione
Equipaggiamento: abbigliamento tecnico adatto all’alta montagna, giacca a vento impermeabile, pantaloni da trekking termici, scarponi da trekking robusti, occhiali da sole e protezione solare.
Preparazione fisica: buona resistenza alla camminata in quota (il percorso supera i 3.000 metri).
Protezione UV: crema solare ad alta protezione e occhiali adatti, in quanto la riflessione della luce sulla neve e sul ghiaccio è molto intensa.
Altre escursioni consigliate nell’area
Se la grotta di ghiaccio ha suscitato la tua curiosità, ecco altre due escursioni imperdibili nella stessa zona:
ciaspolata in Valle Mastaun: itinerario semplice di circa 6 km con dislivello di circa 400-500 metri, adatto a tutti, della durata di circa 4-5 ore con partenza dal maso Mastaun (1.640 m)
Ötzi Glacier Tour: escursione impegnativa e molto affascinante, dedicata alla scoperta del luogo in cui fu ritrovata la famosa mummia di Ötzi, situata sul Giogo di Tisa a circa 3.210 metri di altezza. Questo itinerario, con partenza sempre da Maso Corto, prevede salita e discesa con sci alpinismo attraverso il ghiacciaio, ed è riservato a escursionisti esperti (quota massima 3.210 m)
Informazioni riassuntive (FAQ)
Serve una guida per visitare la grotta di ghiaccio?
Si consiglia vivamente una guida alpina esperta.
Qual è il periodo migliore per visitare la grotta?
Tra dicembre e maggio, in base alle condizioni meteo e apertura degli impianti.
C’è possibilità di ristoro durante l’escursione?
Sì, presso il Rifugio Bella Vista e la baita Teufelsegg.
Frontignano di Ussita si prepara ad ospitare la sesta tappa della Tirreno-Adriatico Crédit Agricole, la celebre competizione ciclistica internazionale giunta quest’anno alla sua 60ª edizione. Sabato 15 marzo, gli occhi degli appassionati di ciclismo di tutto il mondo saranno puntati sul suggestivo territorio di Ussita, ai piedi dei Monti Sibillini.
Tirreno-Adriatico 2024: numeri e protagonisti della 60ª edizione
La “Corsa dei Due Mari” quest’anno si sviluppa su sette tappe, coprendo un percorso totale di 1.147 km e accumulando ben 14.400 metri di dislivello. La manifestazione prenderà ufficialmente il via lunedì 10 marzo da Lido di Camaiore, in Toscana, per concludersi sabato 16 marzo a San Benedetto del Tronto, come da tradizione ormai consolidata.
Tra i protagonisti più attesi, ci sono grandi nomi del panorama internazionale del ciclismo, come l’ex campione del mondo Mathieu Van der Poel, i fratelli Adam e Simon Yates, e gli italiani Giulio Ciccone e Filippo Ganna.
Frontignano protagonista della “tappa regina”
La tappa numero 6 della Tirreno-Adriatico, definita dagli esperti come la “tappa regina” per le sue difficoltà tecniche e altimetriche, partirà da Cartoceto, nel pesarese, per concludersi proprio a Frontignano di Ussita. I corridori dovranno affrontare un percorso impegnativo lungo 162 chilometri, arrivando ai piedi dei maestosi Sibillini.
Le parole della Sindaca Silvia Bernardini
La sindaca di Ussita, Silvia Bernardini, ha espresso grande entusiasmo per l’evento:
«Sarà un evento di portata internazionale che promuoverà l’intero territorio. Stiamo lavorando da settimane per cercare di accogliere questo grande evento nel migliore dei modi possibili. Ci stiamo relazionando con l’affiatata macchina organizzativa della RCS Sport e con tutti i numerosi enti coinvolti in questa grande competizione sportiva. Frontignano è città di tappa e ad Ussita allestiremo il “quartier Tappa” come da indicazione degli organizzatori. Arriveranno tantissime persone e noi stiamo cercando di offrirgli un pezzettino della nostra autenticità. Il nostro è un paese alle prese con la ricostruzione post-terremoto, ma sappiamo che anche in questo tempo abbiamo molto da offrire a chi vuole venire a trovarci. La visibilità che ci verrà fornita grazie alla Tirreno-Adriatico permetterà di raggiungere un pubblico vastissimo in tutto il mondo. A loro presenteremo la bellezza del nostro territorio».
Programma degli eventi collaterali e punti ristoro
Per accogliere al meglio i visitatori e gli appassionati, il Comune di Ussita, insieme alla ProLoco 7.1 e diversi operatori economici locali, ha organizzato diverse attività parallele alla gara ciclistica:
area Caraceni: saranno presenti mercatini artigianali e un punto ristoro
Frontignano di Ussita: saranno predisposti punti ristoro sia nell’area della Madonnella che presso la partenza della seggiovia, che resterà aperta tutto il giorno
per gli appassionati di ciclismo saranno inoltre disponibili tour organizzati in e-bike
Orari, parcheggi e viabilità
L’arrivo dei ciclisti è previsto a Frontignano, in via del Ginepro, attorno alle ore 16:30. Per coloro che desiderano assistere dal vivo alla gara, è fondamentale organizzarsi per tempo:
le due aree parcheggio di Frontignano saranno accessibili fino alle ore 12:00 del giorno della gara
saranno messe a disposizione navette gratuite per raggiungere Frontignano partendo da Ussita, con partenze previste alle ore 10:00 e alle ore 12:00, e ritorno verso Ussita dalle ore 18:00
attenzione alla viabilità: è stata predisposta un’ordinanza che regolerà la circolazione e la sosta, prevedendo divieti di sosta con rimozione forzata a partire dalle ore 18:30 di venerdì 14 marzo, e divieti di circolazione in alcune vie
Informazioni e contatti utili
Per restare sempre aggiornati su eventuali modifiche, dettagli sulla viabilità e aggiornamenti logistici è possibile consultare:
Il sito web ufficiale del Comune di Ussita.
La pagina Facebook ufficiale “Comune di Ussita Pagina Ufficiale”.
Contatti telefonici utili per ulteriori informazioni:
Due ciclisti sono stati sorpresi da una slavina sui Monti Sibillini sabato 8 marzo, intorno alle ore 14:45, lungo la strada del Fargno, nei pressi di Bolognola. I due escursionisti in mountain bike si trovavano a circa un chilometro dal rifugio del Fargno quando sono rimasti improvvisamente bloccati dalla neve, senza alcuna possibilità di proseguire né tornare indietro.
Slavina sulla strada del Fargno, ciclisti impossibilitati a muoversi
L’episodio è avvenuto nel primo pomeriggio di sabato, e ad allertare i soccorsi sono stati gli stessi ciclisti, rimasti intrappolati dalla slavina e impossibilitati a spostarsi in sicurezza. I due escursionisti erano impauriti e infreddoliti, ma fortunatamente in buone condizioni di salute.
Immediato intervento dei Vigili del Fuoco e personale SAF di Macerata
Ricevuto l’allarme, sul posto si sono subito recati i Vigili del Fuoco di Camerino, supportati dal personale altamente specializzato SAF (Speleo-Alpino-Fluviale) proveniente da Macerata. Vista la complessità e la posizione isolata in cui si trovavano i due ciclisti, è stato richiesto anche il supporto dell’elicottero Drago, che si è rapidamente alzato in volo dalla base del reparto aereo dei Vigili del Fuoco di Pescara.
Operazioni di salvataggio con l’elicottero Drago
L’elicottero Drago ha raggiunto velocemente la zona in cui si trovavano i due ciclisti bloccati dalla slavina. L’equipaggio ha effettuato con successo il recupero dei due escursionisti, che sono stati caricati a bordo del velivolo e portati, sani e salvi, a Pintura di Bolognola. Qui ad attenderli erano già presenti le squadre di terra dei Vigili del Fuoco, coordinate dalla squadra di Camerino.
Durante il salvataggio sono state recuperate e messe in sicurezza anche le mountain bike dei ciclisti, consentendo loro di recuperare il materiale utilizzato durante l’escursione.
Condizioni dei ciclisti e raccomandazioni per la sicurezza in montagna
I due ciclisti sono apparsi visibilmente scossi ma non hanno riportato alcuna conseguenza fisica grave. L’incidente evidenzia l’importanza di prestare particolare attenzione alle condizioni meteorologiche e ai rischi delle escursioni in montagna durante i periodi a rischio valanghe, specialmente tra inverno e inizio primavera.
Si raccomanda quindi a tutti gli escursionisti e ciclisti di consultare sempre le previsioni meteo, dotarsi di attrezzatura adeguata e, in caso di situazioni di emergenza, contattare immediatamente i soccorsi.
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