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NEL PARCO DEI SIBILLINI

Dopo un secolo torna il camoscio

BOLOGNOLA Certamente sono due animaletti simpatici, dallo sguardo vispo e il muso curioso, i camosci che da qualche giorno "abitano" l'area faunistica di Bolognola, nel bel mezzo del Parco dei monti Sibillini, e che ieri pomeriggio hanno ricevuto la visita nientemeno che del ministro dell'Ambiente, il verde Alfonso Pecoraro Scanio in persona. Lui, il camoscio maschio, ha tre anni, e lei, la sua compagna, uno di meno. Tempo qualche settimana, saranno raggiunti da un loro simile e dunque ripartirà da tre l'operazione ripopolamento nel Parco. Da dove il camoscio appenninico manca da oltre un secolo. All'inizio del Novecento, infatti, il "rupicapra pyrenaica ornata" – come i dotti chiamano questo particolarissimo tipo di camoscio – se la passava veramente male: un pugno di esemplari si era salvato sulle montagne dell'Abruzzo, poi nient'altro.
Dai loro eredi, sempre più sparuti, si è ripartiti per un progetto di reintroduzione, qualche anno fa. Ora, il Parco della Majella ha donato i tre esemplari ai colleghi del Parco dei Sibillini, affinché anche qui il camoscio possa tornare a correre. Ieri l'evento è stato celebrato in grande stile, con tanto di ministro in visita nel piccolo centro montano, vertici dei parchi marchigiano ed abruzzese (per i Sibillini c'erano il commissario straordinario Sauro Turroni e il direttore Alfredo Fermanelli), oltre a politici più o meno locali in quantità. Si è parlato anche della prossima nomina del nuovo presidente dell'Ente Parco. L'assessore provinciale Carlo Migliorelli ha chiesto un percorso partecipato per arrivare a una designazione condivisa da tutti, il ministro ha assicurato che entro fine luglio convocherà i presidenti di Marche e Umbria – titolari del territorio interregionale del Parco – per procedere alla scelta. P. Gia.

Dal Messaggero del 1 Luglio 2006.

Il ministro festeggia il ritorno del camoscio

BOLOGNOLA Torna il camoscio nel Parco dei Sibillini, arriva il ministro per festeggiare l'evento. Due esemplari sono stati reintrodotti nei giorni scorsi, provenienti dal Parco nazionale della Majella, e oggi a Bolognola (ore 15.30, sala convegni del comune) ci sarà un incontro dedicato al ritorno del camoscio sui Sibillini. Vi prenderà parte anche il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, insieme al commissario dell'Ente Parco, Sauro Turroni. Nel corso dell'incontro sarà presentata la ricerca intitolata "Il valore dei parchi", a cura di Nicola Cimini, direttore del Parco della Majella, mentre il direttore del Parco dei Sibillini, Alfredo Fermanelli, terrà una relazione dedicata alla ricomparsa del camoscio appenninico e all'area faunistica di Bolognola. In conclusione, simbolica cerimonia di consegna dei camosci, "emigrati" da un parco nazionale all'altro.

Dal Messaggero del 30 Giugno 2006

Nuovo collegamento mare-monti per la provincia di Fermo: pronto il progetto

Mare-Monti, pronto il progetto 
 
Da Porto Sant’Elpidio a Amandola per avvicinare l’area parchi 

di DIANA MARILUNGO

FERMO – «La strada "Mare-Monti" è un’opera irrinunciabile per la nuova provincia di Fermo». Con questo assunto sull’asse viario di congiungimento veloce fra Porto Sant’Elpidio ed Amandola, tra l’autostrada e i Monti Sibillini, il Consorzio di Sviluppo Industriale del Fermano ha presentato, sabato mattina, proprio ad Amandola il progetto del primo stralcio dell’importante arteria. Questo riguarda 16 km da Amandola a Servigliano ed il suo costo è previsto in 75 milioni di euro.
Si tratta di una strada extraurbana di categoria C1, larga 10 metri e mezzo. Prevede nel tratto in questione due varianti in prossimità di altrettanti centri abitati. Sono previste anche piste ciclabili, quattro rotatorie ed una galleria artificiale nella zona di San Martino. Tutta la strada, invece, di circa 60 km, tra parti che verranno solo adeguate ed altre realizzate ex novo verrà a costare intorno ai 600 milioni di euro.
Il preliminare del primo stralcio è stato illustrato dalla Rpa, una società di Perugia e dal direttore del Cosif, ing. Mario Nobile. «La scarsa dotazione di infrastrutture – ha affermato il presidente del Consorzio di Sviluppo Industriale del Fermano, Umberto Marconi – ha frenato fino ad oggi una grossa fetta dell’industrializzazione della nuova provincia di Fermo. E' quindi necessario che la "Mare-Monti" prenda il via al più presto possibile in modo che il territorio possa programmarsi in modo più equo in uno sviluppo sostenibile per l’intera comunità».
La realizzazione della strada parte da lontano. Nel 1999 gli enti del costituendo Cosif presentarono al Ministero dei Lavori Pubblici un progetto nell’ambito del programma Prusst, sottoscrivendo un impegno alla destinazione dell’eventuale finanziamento ministeriale per la progettazione della "Mare-Monti" quale necessario asse di congiungimento tra la costa e la montagna. All’illustrazione del progetto erano presenti diversi sindaci ed amministratori dei comuni del Fermano oltre ai componenti del consiglio di amministrazione del Cosif, Alberto Palma e Federico Steca.
Nel corso della presentazione è stato ribadito che la regione Marche dovrà inserire la "Mare-Monti" nelle priorità che verranno sottoposte al ministro Antonio Di Pietro nella riunione del 5 luglio a Roma. Il presidente della provincia di Ascoli Piceno, Massimo Rossi, presente insieme all’assessore Renzo Offidani alla riunione, ha sottolineato che la provincia ha considerato il collegamento "Mare-Monti" tra le opere importanti e l’ha inserito nella lista delle proprie priorità presentata alla Regione.
 

dal Messaggero del 3 LUglio 2006

Lavori sospesi per il viadotto tra Pievetorina e Visso

Valnerina a Pieve Torina

Lavori sospesi per il viadotto La Cdl attacca

PIEVE TORINA – “Un paio di giorni fa, ad otto giorni dall'inizio dei lavori, ci siamo recati in Valnerina per vedere finalmente il ponte ristrutturato e adeguato sismicamente. Erano otto i giorni che la ditta aveva a disposizione e in virtù di questo impegno aveva vinto la gara. Ebbene i lavori sono sospesi, sembra da giovedì scorso, ma nessuno ne ha dato notizia, neanche chi si era tanto speso ed aveva propagandato l'inizio dei lavori”. La polemica è dei capigruppo della Cdl in Provincia. Che insistono. “Motivo della sospensione? Sembra un problema progettuale. I dati a disposizione sulla profondità dei vecchi piloni, da riutilizzare, sarebbero errati. Non vi sono parole per commentare. Abbiamo però motivo di ritenere che anche questo sia un pretesto per allungare i tempi che ritenevamo troppo stretti. Abbiamo contestato la procedura d'appalto e ci è stato risposto in modo vago ed anche un po' stizzito. Ora è chiaro che dietro a questo appalto c'è qualcosa che non va. Ora cosa succederà? Quanti altri giorni verranno assegnati alla ditta? Quali penalità dovrà pagare per non aver rispettato i tempi. Perché in quasi quattro mesi non ci si è accorti del problema?”.

dal Corriere Adriatico

IL CAMOSCIO TORNA A VIVERE SUI MONTI SIBILLINI

Il ministro Alfonso Pecoraro Scanio sarà in visita a Bolognola, per l’inaugurazione dell’area faunistica dove vivono i primi camosci che dopo decenni tornano a popolare il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

BOLOGNOLA – I primi tre camosci ad abitare il Parco Nazionale di Monti Sibillini, sono già a casa. Domani il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio sarà in visita a Bolognola dove inaugurerà l’area faunistica ed assisterà all’introduzione dei primi camosci nel Parco, alcuni esemplari provenienti dal Parco Nazionale della Majella. L’obiettivo è di riportare entro dieci anni, questo animale, a vivere nell’ambiente naturale dove ha dominato incontrastato per secoli. Il camoscio è un animale a rischio di estinzione, l’intervento di reintroduzione si inserisce nell’ambito del Progetto LIFE, cofinanziato dalla Comunità europea, ed è stato realizzato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dal Parco Nazionale della Majella, dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e da Legambiente. I primi esemplari di camoscio giunti nei Sibillini provengono dal Parco Nazionale della Majella. Gli animali sonos tati addormentati e trasportati in elicottero – al fine di ridurne al minimo lo stress – dall’area faunistica di Lama dei Peligni a quella di Bolognola: in questo modo tutta l’operazione si è conclusa in poco più di un’ora.

Grazie a questo intervento, da questa estate, Bolognola potrà contare anche sul richiamo turistico che la nuova struttura garantirà a tutta l’alta Valle del Fiastrone. La gestione dell’area faunistica seguirà il piano previsto dal Programma d’Azione Nazionale per il Camoscio Appenninico approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. In particolare, le attività gestionali riguarderanno incroci programmati per aumentare la variabilità genetica degli esemplari di camoscio esistenti nell’Appennino e per realizzare, in futuro, nuove liberazioni di esemplari in natura. Non mancheranno inoltre le attività di educazione ambientale che permetteranno ai giovani di scoprire il fascino di questo vero e proprio signore delle rupi e delle balze montane.

da GOMARCHE Giovedì 29 Giugno 2006 17:12

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Parco dei Sibillini, visita del commissario Turroni

Parco dei Sibillini, visita del commissario Turroni

VISSO – Visita lampo ed incontro con gli operatori dell’informazione, ieri, a Visso, per il nuovo commissario del Parco Nazionale dei Sibillini, il senatore Sauro Turroni. Un modo per farsi conoscere e per illustrare, insieme agli altri dirigenti dell’ente, le linee guida del suo breve mandato. Un compito, il suo, che è destinato a giungere a termine già il prossimo 31 luglio, quando, si spera, arriverà dal Ministero dell’Ambiente la nomina del nuovo presidente del Parco. E’ stato lo stesso senatore, infatti, a far presente che il ministro Pecoraro Scanio ha già avviato le procedure per la nomina. Non una parola di più, invece, sul nome individuato o sull’effettiva veridicità delle voci che vedrebbero l’ex parlamentare, Valerio Calzolaio, alla guida del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. “Non conosco questo aspetto – ha dichiarato Turroni – posso solo dire che nell’affidarmi questo incarico, il ministro mi ha anche informato che la nomina potrebbe essere imminente”. Turroni, dunque, sembra preoccuparsi di onorare il suo mandato, seppur breve, con professionalità e competenza, senza soffermarsi troppo su quello che avverrà dopo il 31 luglio. L’impressione, comunque, è che questa data appare troppo vicina per lasciar presupporre che la nomina avvenga entro i tempi stabiliti. Forse si assisterà ad un nuovo rinvio, magari al mese di settembre, o forse, come qualcuno ha voluto ipotizzare, il ministro si è riservato l’asso nella manica. Venerdì, infatti, Pecoraro Scanio sarà a Bolognola, proprio per presenziare ad una iniziativa del Parco e non è detto che sarà lui a pronunciare il tanto sospirato nome.

e.pi.

dal corriere adriatico

I Sibillini nel futuro dell’ex onorevole

Valerio Calzolaio (Ds) è il più papabile alla presidenza dell’Ente Parco di ROSALBA EMILIOZZI

MACERATA – C’è il Parco dei Sibillini nel futuro di Valerio Calzolaio? Sembra di sì. In una riunione a Roma tra Ds e Legambiente il nome dell’ex sottosegretario all’Ambiente era in pole position per il vertice dell’ente che dai tempi del professor Carlo Alberto Graziani non ha un presidente. Tuttora c’è un commissario straordinario, il forlivese Sauro Turroni, parlamentare verde per più legislature, a reggere le sorti del Parco nazionale di Monti Sibillini, 70 mila ettari di superficie su due regioni, Marche e Umbria, e quattro provincie (Macerata, Ascoli, Fermo e Perugia).
E proprio dalle volontà delle due regioni riparte il Parco. La nomina del presidente, infatti, spetta al ministro dell’Ambiente d’intesa con i presidenti delle Regioni e col parere positivo delle Commissioni parlamentari. Un percorso che porterebbe dritto a Calzolaio, parlamentare Ds per dodici anni. «Il mio nome circola anche per altre cose ribatte Calzolaio Il mio auspicio è che la gestione commissariale termini al più presto e che gli enti locali tornino a diventare protagonisti del Parco». Con lei? «Io ho concluso una lunga esperienza parlamentare e ora mi sto rilassando. Penso che ci siano tante figure adatte per questo ruolo, senza escludere il centrodestra se si tratta di una persona che per capacità possa fare bene al Parco. Credo che Marche e Umbria debbano essere sentite e che sia giusto giungere a una rosa di nomi». Ma lei è disponibile? «Non vorrei fare questa esperienza adesso» replica Calzolaio.
Nei giorni scorsi è circolato anche il nome di Massimo Marcaccio (Verde), assessore provinciale all’ambiente di Ascoli. E anche quello dell’ex consigliere regionale Assunta Maria Brachetta che oggi svolge un incarico nazionale in Legambiente.
Oggi la situazione non è delle migliori. Il Parco non decolla. Dal 2003 è commissariato. Sconta, come dice Calzolaio, «tre anni di malgoverno, dopo che Matteoli con scelte discutibili ha commissariato i dieci parchi d’Italia». Scegliere i presidente avrebbe comportato sentire le Regioni, con la figura del commissario questa procedura si by-passa. Anche il verde Pecoraro Scanio, però, con lo stesso metodo ha nominato un commissario (Turroni) per i Sibillini. Esperienza che durerà finché la politica non troverà un nuovo timoniere. Calzolaio è il nome con maggiori possibilità. Ma è un marchigiano e questo potrebbe essere un ostacolo. Perché tra le due regioni c’è una sorta di accordo per un principio di rotazione. Per dieci anni (due mandati consecutivi) il professor Graziani è stato presidente e qualcuno in Umbria lo considera un rappresentante delle Marche. Quindi, in questa tornata la poltrona toccherebbe a un umbro. Ma Graziani, come fanno notare altri, di marchigiano non ha nulla se non che insegna diritto civile all’Università di Macerata, vive però tra Roma e Firenze ed è arrivato al vertice dei Sibillini dopo essere stato, tra l’altro, consulente parlamentare per la legge quadro sulle aree protette. La sua appare più come una nomina nazionale.

Dal Messaggero del 26 Giugno 2006 

Valnerina iniziati i lavori sul viadotto pericolante

Cantiere sulla Valnerina

È stato avviato in località Appennino di Pieve Torina il cantiere per i lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico del viadotto sulla strada 209 «Valnerina».
I lavori, appaltati dalla Provincia, hanno un importo complessivo di 2 milioni di euro.

 

Dal Messaggero

Si vuole chiudere la strada per Norcia a causa della pericolosità del tratto con la galleria

C’è preoccupazione tra gli amministratori per i disagi alla comunicazione che si riflettono anche sul turismo

Un’ordinanza minaccia il traforo

L’Anas non ha mai preso in carico questo collegamento con l’Umbria

ARQUATA – Non è passato molto tempo da quando segnalammo alla Provincia la situazione della strada per Norcia, all'imbocco della galleria, la cui viabilità è divenuta (da tempo) impossibile. Non solo, ma le buche, gli avvallamenti ed altre serie lesioni ne mettono in seria evidenza la pericolosità per chi è costretto a frequentarla.

Il nostro allarme si collegò alla lunga stagione sciistica per cui (compresa la scarsa sicurezza anche della Nursina alla volta del valico per Forca Canapine) oltretutto, le carenze segnalate mettevano in discussione il problema del turismo invernale.

Oggi entriamo nell'estate e la frequentazione della strada per Norcia diviene ancora più intensa, con tutto quanto di pericoloso può accadere… Purtroppo, in questi mesi, non solo la situazione non è cambiata, ma è peggiorata!

Allora parlammo con l'ingegnere capo della Provincia, Paolo Tartaglini. Il funzionario dirigente si disse al corrente della situazione tanto che anticipò l'evenienza di una ordinanza di chiusura al traffico se – come era nelle vecchie premesse – l’Anas non avesse inglobato la strada tra il suo patrimonio viario e quindi all'altezza di dare subito il via ai lavori di risistemazione, almeno nel tratto dissestato. Lo stesso presidente della Provincia, Massimo Rossi, convenne nella decisione di passare la competenza all'Anas. Anche lui minacciando una ordinanza di chiusura del tratto stradale. E furono giornate intense di incontri con il collega della Provincia di Perugia e con l'Anas a tutti i livelli.

Ebbene siamo arrivati all'estate, ma di soluzioni non solo nemmeno uno spiraglio, ma siamo di fronte ad una situazione allucinante. Ne abbiamo riparlato con l’ingegnere Tartaglini, anche lui sempre più preoccupato di come stanno le cose. Dal compartimento Anas nessuna garanzia per il loro intervento, anzi la denuncia della mancanza totale di fondi; l'Amministrazione provinciale: peggio!

E stavolta se non sortiranno fuori altri spiragli, l'ordinanza di chiusura sembra inevitabile. E' vero che sono stati posti molti cartelli di allarme ed attenzione lungo il tratto in causa, compresi limiti di velocità, ma questo non mette al sicuro nessuno. Infatti. nessun amministratore e soprattutto nessun dirigente responsabile se la sente di vivere nel patema. In termini economici, una strada con galleria che è costata circa 600 miliardi delle vecchie lire, non ha avuto più un soldo di finanziamento per la manutenzione; in questi anni si è solo pagata la bolletta Enel e sostituita qualche lampada in galleria!

Nel contempo va rilevato che per rendere sicura la strada ci vorrebbero 4/5 milioni di euro. E dove si trovano se l'Anas non ne vuol sapere? E' inderogabile che in qualche modo, in Provincia, si assumano provvedimenti, compresa l’ordinanza! Se non altro si riporterà in evidenza il problema; la stessa Provincia e la Regione Umbria prenderanno atto della situazione, che di fatto è pregiudizievole anche per il loro turismo e per le comunicazioni interregionali.

Corriere Adriatico 21/6/06

Chiusa la vertenza per le centrali idroelettriche ad ussita

il caso chiusa a ussita la vertenza centrali

USSITA – Nel lontano 1982 il Comune di Ussita iniziava le pratiche per ottenere i permessi necessari alla costruzione delle centrali idroelettriche di Sant'Angelo e Sant'Antonio sul torrente omonimo e, in associazione con Castelsantangelo e Visso, di quella di San Placido sul Fiume Nera. I lavori delle tre centrali e anche la ristrutturazione della centrale di San Simone vennero appaltati alla fine degli anni '80 e le centrali iniziarono a produrre nel 1990. In quegli anni si instaurò però una vertenza con la ditta costruttrice che si è protratta fino ai giorni nostri con varie cause. Nelle scorse settimane il Tribunale di Ascoli ha autorizzato la curatela del fallimento della ditta costruttrice (nel frattempo fallita) a sottoscrivere con il Comune una transazione per porre fine a 15 anni di vertenze.

dal corriere adriatico

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