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LAGA E SIBILLINI

CICCANTI CHIEDE AL MINISTRO
DI RIPERIMETRARE I PARCHI

Il Sen. Amedeo Ciccanti ha chiesto al Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio di riprendere l’iniziativa – più volte sollecitata dallo stesso parlamentare Udc – per la revisione della perimetrazione dei parchi nazionali della Laga e dei Sibillini. La Direzione Generale competente ha comunicato che la questione è all’esame del Ministero, a seguito dell’iniziativa del Comune di Fiastra. Allo stesso Ciccanti si sono insistentemente rivolti, oltre a molti cacciatori, i cittadini dei comuni montani che si trovano ostacolati nelle loro attività edilizie e produttive dai vincoli posti dalle norme del parco. Dopo diverse riunioni con gli amministratori dei comuni montani, Ciccanti ha predisposto uno schema di ordine del giorno da sottoporre ai consigli comunali montani. «Spero – ha detto – che i sindaci ed i consiglieri comunali non abbandonino i loro cittadini della montagna, così come non l’ho fatto io. Il Ministero aspetta le delibere dei consigli comunali».

dal Messaggero odierno

Una serie di lezioni scaturite dalla fantasia di due fotografi inglesi

L’obiettivo degli organizzatori è di estendere l’iniziativa a molti altri istituti dell’area dei Sibillini
La formazione inizierà con le prime classi delle scuole medie di Montefortino ed Amandola

A scuola per conoscere il Parco

Una serie di lezioni scaturite dalla fantasia di due fotografi inglesi

AMANDOLA – Il Parco Nazionale dei Sibillini entra nelle scuole medie. E lo fa con un iter formativo destinato a coinvolgere pienamente i ragazzi. E' partito ieri, con la presentazione ufficiale e la prima lezione, il progetto “My Park”, a cura del comitato “Parco Vivo”, da un’idea di Norma e Maurice Joseph, 2 fotografi inglesi residenti ad Amandola che hanno lavorato per la Royal National Geographic Society. La formazione inizierà con le prime classi delle scuole medie di Montefortino ed Amandola, che appartengono all’Istituto Scolastico Comprensivo di quest’ultima località. Tutto il progetto si sviluppa in 3 anni. Nel primo si terranno lezioni sui vari sistemi (biologico, fisico, botanico, zoologico, paesistico, antropico) del territorio che fa parte del Parco, affiancate da altre di fotografia. Quindi ci sarà un aspetto teorico che si coniugherà con quello delle immagini realizzate dagli stessi studenti. Tutto confluirà in un lavoro conclusivo di fine anno per testi e foto che sarà presentato a scuola e darà luogo ad una mostra nel Museo Antropogeografico di Amandola. Nel 2° anno tutto questo materiale sarà inserito in un sito internet creato ed aggiornato dagli stessi ragazzi, che andrà ad interfacciarsi con quelli degli altri Parchi d’Italia ed esteri. Il 3° anno è riservato alla sperimentazione sul campo, con visita agli altri Parchi per scambi di studio ed esperienze. Grande interesse per la prima lezione che è stata tenuta dal direttore generale del Parco dei Sibillini Alfredo Fermanelli. Tutta l’interessante iniziativa viene portata avanti da questo neo comitato “Parco Vivo” in collaborazione con l’ISC di Amandola che ha visto il particolare interessamento dei professori Luigi Bellesi ed Armando Paternesi rispettivamente dirigente ed insegnante dell’istituto scolastico. Lo stesso Comitato, fondato dalle associazioni CAI, Legambiente ed Italia Nostra di Amandola, assieme all’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini forniranno le risorse umane per tutte le attività, come guide, fotografi, insegnanti. “E’ un’iniziativa che per il momento parte con solo 2 scuole – afferma Giorgio Tassi portavoce di Parco Vivo – ma l’obiettivo è quello di estenderla a molti altri istituti scolastici che hanno sede all’interno dello stesso Parco. E’ di fondamentale importanza che si cominci dall’età dell’insegnamento dell’obbligo a formarsi una consapevolezza ed una cultura del Parco, studiando e vivendo direttamente le sue risorse”. Una sensibilità nuova da acquisire, dunque, ed anche per questo è nato il comitato, come risposta a chi vorrebbe il ridimensionamento dei confini del territorio dello stesso Parco. L’obiettivo è quello della vigilanza sulle questioni dell’ambiente ad esso legate, della tutela e dell’informazione. La funzione di questo nuovo soggetto associativo è quella di essere elemento di raccordo tra l’Ente Parco, in quanto istituzione, ed i cittadini che vivono all’interno del suo perimetro. E ciò parte innanzitutto da un’opera di educazione e di formazione.

Fonte: Corriere Adriatico 4/10/06

Lavori a Monte Piselli

Via ai lavori sulla strada degli sciatori per una spesa di 350.000 euro

ASCOLI – Via ai i lavori di sistemazione del tratto di strada che da Colle San Giacomo conduce alla stazione sciistica dell’Intermedia. Un impegno di spesa per il Cotuge di circa 350 mila euro ma dopo diversi anni si risolveranno i problemi che hanno creato non poche difficoltà a chi voleva recarsi a sciare. Il fondo stradale verrà rifatto completamente usando materiali eco – compatibili in maniera che non vi sia impatto ambientale con la montagna. Nei punti più pericolosi verranno installati nuovi guard – rail e realizzati tombini. L’opera più importante sarà la sistemazione ai lati della carreggiata di canalette di scolo su cui si convoglierà l’acqua piovana. I lavori dovrebbero essere portati a compimento entro questo mese. Si sta anche lavorando per consolidare i plinti ed i sostegni della seggiovia che dall’Intermedia portano alla stazione del Monte Piselli.

La novità più interessante riguarda la dismissione della sciovia delle 3 Caciare. Si lavorando ad un progetto molto interessante. L’impianto verrà ricostruito e installato sull’area del Laghetto, a quota 1300 metri di altitudine. La lunghezza delle piste verrà così allungata di altri 7 chilometri che porteranno quella complessiva a circa 15 chilometri. Sono già state avviate le pratiche per la necessaria autorizzazione per realizzare il progetto che, una volta completato, costituirà una grande attrattiva per gli amanti dello sci alpino. Sono stati programmati anche i lavori di miglioria del Centro Servizi dell’Intermedia. Verranno ammodernati ed allargati i locali del bar e del ristorante. “Siamo riusciti a sbloccare i fondi dei Prusst – ci ha spiegato il presidente del Cotuge Di Giacinto – che ci permetteranno di realizzare un vasto progetto di migliorie sulla Montagna dei Fiori. Il lavoro più importante sarà l’innalzamento delle piste da Monte Piselli verso la cima della Croce e un piano sciistico che si svilupperà verso la zona Laghetto con l’installazione di una condotta idrica che permetta la produzione di neve artificiale”.

s.c.

Ussita, tempi lunghi per il Prg

Il Comune ha già speso 120 mila euro per lo strumento urbanistico Ussita, tempi lunghi per il Prg

USSITA – Il Consiglio comunale dello scorso 22 settembre è stato dedicato quasi completamente all'esame delle osservazioni presentate dai cittadini e dagli stessi consiglieri al nuovo piano regolatore generale del Comune. Il Comune di Ussita si era dotato di uno strumento urbanistico per tutto il territorio nel 1977. Si trattava del Programma di Fabbricazione che ebbe anche un adeguamento nel 1984. Fin dal 1994 iniziò l'iter per passare da questo Programma al Nuovo Piano Regolatore Generale (Prg) che le norme intervenute nel frattempo imponevano. L'iter è stato piuttosto lungo e difficile sia per il succedersi di nuove norme ma anche per gli alti costi che l'elaborazione di questo strumento di programmazione del territorio comporta. Il Comune fino ad oggi infatti ha già speso più di 120.000 euro ed altri ne dovrà spendere. In ogni caso la precedente amministrazione guidata da Silvia Bernardini aveva approntato tale nuovo Prg ma non aveva fatto in tempo ad adottarlo. Subito dopo l'insediamento l'attuale Consiglio comunale ha adottato tale strumento con delibera del 19 novembre 2004. E' iniziata poi la fase delle osservazioni. Nella seduta il Consiglio ha esaminato tutte le 90 osservazioni pervenute concludendo un iter lunghissimo e laborioso grazie anche al senso di responsabilità di tutte le parti presenti al Consiglio. Ora il Comune dovrà acquisire tutta una serie di pareri del Parco, della Provincia e di altri organismi prima della approvazione finale. Il percorso è ancora lungo ma il lavoro sta procedendo.

dal Corriere Adriatico

Disposizioni per la salvaguardia dei Piani di Castelluccio e deroga luglio 2006

http://www.sibillini.net/attivita/regolamenti/2006DisposizioniCastelluccioDeroga.htm

FRONTIGNANO DI USSITA: Il camoscio tornerà a saltare sui monti Sibillini

Saranno una quindicina. Il rilascio ieri è saltato per il maltempo: ci si riproverà nei prossimi giorni

VISSO La pioggia ha rinviato le operazione di introduzione del camoscio sui Sibillini. Il maltempo che ha colpito ieri mattina alcune zone del Parco d'Abruzzo ha impedito all'elicottero della Forestale, che avrebbe dovuto trasportare gli animali, di levarsi in volo. I camosci, infatti, dovevano arrivare proprio da quelle aree: cinque esemplari, per cominciare a ripopolare anche il territorio umbro-marchigiano. Nella sede del Parco nazionale dei Sibillini era anche pronta la festa per i nuovi arrivi, presenti il commissario straordinario Sauro Turroni, il direttore Alfredo Fermanelli e il presidente del Parco d'Abruzzo, Aldo Di Benedetto. Niente da fare, però, almeno per stavolta: il brutto tempo ha fatto rimandare tutto. Forse ci si riproverà venerdì, oppure l'operazione verrà organizzata di nuovo la prossima settimana. Gli animali verranno liberati nella zona settentrionale del monte Bove, sopra Frontignano. Alla fine di giugno come si ricorderà alla presenza del ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio i primi due camosci furono reintrodotti nell'area faunistica di Bolognola.
Il viaggio dall'Abruzzo dei cinque camosci non sarà comunque l'unico, bensì il primo di una serie. «L'obiettivo ottimistico spiega infatti il direttore dell'ente parco, Alfredo Fermanelli è quello di liberare una quindicina di esemplari. Ancora non sappiamo se riusciremo a raggiungerlo, ma, in ogni caso, anche riportare una decina di camosci sui Sibillini sarebbe un bel successo». In questi giorni, dunque, le trasferte dall'Abruzzo verso le nostre montagne proseguono. Una organizzata "in proprio" dall'orso marsicano avvistato di recente, l'altra quella dei camosci grazie a uno scientifico progetto di riequilibrio ambientale.
P. Gia.

dal Messaggero

Niente camosci, tutta colpa del maltempo

A Visso tutto pronto per assistere all’eventoFermanelli “Un’iniziativadi grande spessore”

La scarsa visibilità ha impedito il decollo dell’elicottero con gli animali

VISSO – E' partita ufficialmente, ieri, la seconda parte dell'operazione che permetterà di rivedere sui nostri monti Sibillini il camoscio appenninico, sicramente uno degli animali più eleganti che si possano incontrare in montagna. Ieri mattina, infatti, presso la sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini di Visso , si è tenuta una conferenza di presentazione dell'evento, che avrebbe dovuto precedere la prima reimmissione degli animali in libertà. Le brutte condizioni del tempo, però, hanno costretto a rinviare l'atteso arrivo dei camosci. La scarsa visibilità, infatti, ha sconsigliato il decollo agli operatori che, per mezzo di un elicottero, avrebbero dovuto raggiungere la località prestabilita per il rilascio.

Dopo l'incontro – ha spiegato il direttore del Parco, Alfredo Fermanelli – avremmo dovuto recarci in montagna per assistere alle operazioni di rilascio. Purtroppo, però, le pessime condizioni meteo hanno costretto a rinviare il tutto. Tutto bene solo fino a metà, dunque, anche se il grande giorno è solo stato rinviato. Per ora non si conosce con esattezza la nuova data stabilita, ma quasi sicuramente non si andrà oltre la settimana appena iniziata.

Purtroppo, in questo periodo dell'anno – ha spiegato ancora Fermanelli – sono le condizioni del tempo e di visibilità a condizionare il tutto. Gli animali saranno trasportati a bordo di un elicottero e quindi dovranno esserci tutte le condizioni necessarie per poter volare. Di certo procederemo al rilascio, ma non sappiamo ancora dire con esattezza quando avverrà la ripetizione del tentativo.

Comunque, a cominciare dal commissario straordinario del Parco, senatore Sauro Turroni, ad Aldo Di Benedetto, direttore del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e , dai vertici del Corpo Forestale dello Stato ai vari sindaci, tutti hanno ieri erano arrivati a Visso per presenziare al grande eveto tanto atteso.

Tutti, tranne i nuovi esemplari di camoscio che sarebbero dovuti arrivare dal cielo. Gli unici camosci che possono vantare la residenza sui Sibillini, dunque, restano, al momento, quelli ospitati presso l'area faunistica di Bolognola, arrivati il 30 giugno scorso e tenuti a battesimo dal ministro dell'ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.

Libero e Maja, questo il nome dato ai due esemplari, non dovranno però aspettare ancora molto per avere compagnia dai propri simili.

Dopo la coppia trasferita dall'Abruzzo a Bolognola nei mesi scorsi, dunque, l'operazione si è ora spostata sul versante del fiume Nera, con circa venti esemplari che verranno rilasciati sul territorio. Nel corso dell'incontro di ieri è stato illustrato l'intero progetto che rientra in una più ampia operazione di conservazione di una specie che, soprattutto negli anni trascorsi, ha seriamente rischiato l'estinzione.

Non a caso, il direttore del Parco dei Sibillini, Alfredo Fermanelli, nei giorni scorsi aveva definito l'iniziativa storica, in quanto rappresenta non solo elemento di recupero e salvaguardia degli equilibri ecologici dei Sibillini, ma anche e, soprattutto, un intervento straordinariamente importante per il futuro e la sopravvivenza del camoscio appenninico, specie unica al mondo di cui, agli inizi del secolo scorso, era sopravvissuta soltanto una piccola popolazione che si trovava sulle balze rocciose della Camosciara.

dal Corriere Adriatico

L’orso marsicano è un’attrattiva per i turisti

«L’orso marsicano è un’attrattiva per i turisti»

Secondo il Wwf ingiustificato l’allarme degli operatori sui Sibillini: «Non c’è pericolo»

«La presenza sui Sibillini di un orso marsicano, probabilmente non monitorato dagli studiosi del Parco d’Abruzzo e dell’Università La Sapienza di Roma, testimonia l’importanza del Parco nazionale per la conservazione di questa specie, e rafforza l’urgenza di far partecipare l’area protetta al piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano dice Jacopo Angelini, vicepresidente Wwf Marche : che è specie tutelata su tutto il territorio nazionale. Per salvaguardare l’rso marsicano il ministero dell'Ambiente sta approntando un piano salva-orso che vede coinvolti, oltre alle Regioni Abruzzo, Molise e Lazio, i Parchi nazionali: d'Abruzzo, Lazio e Molise, quello della Majella e quello Gran Sasso-Monti della Laga. Il Parco dei Monti Sibillini ne è escluso, ma anche alla luce delle notizie di queste ore, diventa sempre più indispensabile una sua partecipazione. Questo inserimento permetterebbe al Parco di partecipare alla definizione e all'attuazione di una strategia nazionale volta a garantire la salvaguardia della specie e a rendere tollerabile, anzi gradita, la presenza dell'orso sui Sibillini anche per gli interessanti risvolti per l'economia locale».
I danni da orso ad allevatori e altri operatori (come agricoltori e apicoltori), come quelli causati da altri mammiferi e uccelli protetti, secondo il Wwf, vanno rapidamente indennizzati dalla Regione e dai Parchi nazionali, così come devono essere messi in campo idonei strumenti per difendere le attività. Ad esempio il Wwf ha, di sua iniziativa, dotato alcuni apicoltori del Parco d'Abruzzo di recinzioni elettrificate mobili per la difesa degli alveari.
Quanto all’allarme degli operatori turistici, secondo Angelini «è ingiustificato. L’orso marsicano è innocuo per l’uomo ed è molto più piccolo dell’orso bruno europeo, è poco più grande di un cinghiale. Oltretutto la presenza dell’orso marsicano può essere un volano per il turismo dei Sibillini assieme al camoscio appenninico, dato che nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ogni anno vanno un milione di turisti proprio per la presenza di questi due rari e preziosi animali appenninici».

dal Messaggero 24/09/2006

Wwf chiede conservazione della specie

Ora il Wwf chiede che anche l’Appennino maceratese rientri nell’intesa per la conservazione della specie
Parco dei Sibillini, un piano di tutela per l’orso

VISSO – La conferma della presenza sui Monti Sibillini di un esemplare di Orso marsicano, probabilmente non monitorato dagli studiosi del Parco d'Abruzzo e dell'Università La Sapienza di Roma, testimonia l'importanza del Parco nazionale per la conservazione di questa specie, e rafforza l'urgenza di far partecipare l'area protetta al Piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano (P.A.T.O.M) che oggi la vede escluso. ''L'orso – spiega Jacopo Angelini vicepresidente del Wwf Marche- è specie tutelata su tutto il territorio nazionale prevalentemente grazie alla legge 11 febbraio 1992 n.157 di protezione della fauna omeoterma e grazie alla direttiva Habitat 92/43/Cee. E' una specie che realizza spostamenti consistenti, dell'ordine di decine e decine di chilometri, per cui il territorio ecologicamente omogeneo dell'Appennino centrale, che interessa il territorio montuoso di Abruzzo, Molise, Marche, Lazio ed Umbria, è potenzialmente interessato dalla presenza, temporanea o stabile, del plantigrado''.

Per la salvaguardia dell'Orso marsicano il Ministero dell'Ambiente sta approntando un piano salva-orso che vede coinvolti, oltre alle regioni Abruzzo, Molise e Lazio, i Parchi nazionali: d'Abruzzo, Lazio e Molise, quello della Majella e quello Gran Sasso-Monti della Laga.

Il Parco dei Monti Sibillini è escluso dal P.a.t.o.m. ma, anche alla luce delle notizie di queste ore, diventa sempre più indispensabile una sua partecipazione. ''Questo inserimento – spiega Angelini- permetterebbe al Parco di partecipare alla definizione e all'attuazione di una strategia nazionale volta a garantire la salvaguardia della specie e a rendere tollerabile, anzi gradita, la presenza dell'orso sui Sibillini anche per gli interessanti risvolti per l'economia locale''.

I danni da orso a carico di allevatori e di altri operatori (come agricoltori ed apicoltori) , come quelli causati da altri mammiferi ed uccelli protetti, secondo il Wwf, devono essere rapidamente indennizzati dalla Regione e dai Parchi nazionali, così come devono essere messi in campo idonei strumenti per difendere le attività.

Ad esempio il Wwf ha, di sua iniziativa, dotato alcuni apicoltori dell'area Parco nazionale d'Abruzzo di recinzioni elettrificate mobili per la difesa degli alveari.

dal Corriere Adriatico 24/09/2006

Un orso marsicano irrompe nei Sibillini

C’è un orso bruno nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. «La sua presenza è inequicobale dice» il dottor Nicolini, vice questore e responsabile del corpo forestale dello Stato di Visso. Le orme, la ”fatta” (la pupù che certe volte è profumata), la pelle del vitello sgozzato, ci fanno ritenere che l’orso sia arrivato tra noi». Si tratta di un’esemplare che con ogni probabilità proviene dall’unica popolazione appenninica esistente che ha la sua roccaforte nell’Appennino Abruzzese. Non è la prima volta che nei Sibillini vengono avvistati degli orsi: sin dalla metà degli anni settanta, infatti e con una certa regolarità negli anni ’90, si sono registrate alcune presenze che, tuttavia, possono essere considerate del tutto occasionali. L’orso è un animale onnivoro che si nutre prevalentemente di frutti, bacche, animali trovati morti e larve di insetti; solo occasionalmente preda direttamente animali di media taglia.
La popolazione totale di orsi, un tempo diffusi su gran parte dell’Appennino, si è ridotta drasticamente negli ultimi secoli a causa di diversi fattori tra cui la distruzione del suo habitat – rappresentato da vasti territori integri ed indisturbati – e la persecuzione diretta da parte dell’uomo. Oggi l’orso risulta estinto da quasi tutta l’Italia e l’unica popolazione appenninica superstite, relegata nei monti più impervi dell’Appennino Abruzzese e, in particolare, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stimata in appena 40, 45 esemplari. Per questo motivo è considerato a forte rischio di estinzione ed è rigorosamente tutelato da una specifica normativa, anche a livello europeo.
Comunque – dice un comunicato stampa del Parco- ogni danno agli animali verrà indennizzato».

dal Messaggero

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