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Torna a vivere la storica struttura del Rifugio Mario Paci

Torna a vivere la storica struttura del Centro di Educazione Ambientale Rifugio Mario Paci

ASCOLI PICENO – Ubicato nel territorio comunale di Ascoli Piceno, a 903 m. di altitudine, lungo la strada provinciale 76 che dal Colle San Marco conduce alla località San Giacomo, ai confini tra Marche e Abruzzo, venne costruito negli anni '40.

Torna a vivere la storica struttura del Centro di Educazione Ambientale Rifugio Mario Paci che nel passato ha accolto tante generazioni di ascolani, pionieristici amanti della montagna.

Ubicato nel territorio comunale di Ascoli Piceno, a 903 m. di altitudine, lungo la strada provinciale 76 che dal Colle San Marco conduce alla località San Giacomo, ai confini tra Marche e Abruzzo e alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga, venne costruito negli anni ’40.

Recentemente ristrutturato dalla sezione ascolana del C.A.I. e dall’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno, è attualmente gestito dalla Società Integra. La sua posizione, a 12 Km da Ascoli Piceno, è un ottimo punto di partenza e di arrivo per passeggiate, gite a cavallo e in mountain-bike, escursioni a piedi o con gli sci, sane passeggiate nei prati e nel bosco che circonda la struttura.

Dal Rifugio si possono raggiungere in pochi minuti interessanti palestre di roccia, le piste da sci della località turistica di San Giacomo – Monte Piselli e il centro sportivo di Colle San Marco per chi predilige il jogging, il calcetto e il tennis. Dotato di ampie camere ai due piani superiori, offre ospitalità a gruppi, famiglie e amanti della vita all’aria aperta con la possibilità di degustare piatti della tradizione enogastronomica locale nella sua calda e accogliente sala da pranzo al piano terra.

Il Rifugio Paci ha aggiunto nel tempo alle sue caratteristiche anche quella di Centro di Educazione Ambientale, ponendosi come punto di riferimento per attività legate all’apprendimento o al perfezionamento delle conoscenze sull’ambiente nella sua accezione più vasta.

Le attività del CEA propongono giornate di studio, incontri, convegni, anche in collaborazione con enti e associazioni impegnate nella difesa della natura e delle tradizioni storico culturali del territorio. Inoltre, con l’avvio del corrente anno scolastico, il CEA ha promosso presso gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado una nuova serie di servizi educativi nel settore dell’educazione ambientale.

Le attività proposte dalla Società Integra si articolano in laboratori didattici, visite guidate e progetti a più incontri; di seguito alcuni dei titoli dei laboratori: “I rifiuti: un problema e una risorsa”; “La naturalità dei nostri boschi e i tipi forestali”; “La biodiversità”; “L’uomo e l’albero”; “Mens sana in corpore sano: mangiare bene per stare bene”; “Il tesoro bianco dei monti della Laga”;”Alla scoperta del fiume: l’importanza ed il valore della risorsa acqua”; “La geografia: luoghi, non luoghi, luoghi comuni”; “Dalla mappa di bedolina a Google Earth: l’evoluzione della cartografia”. Trovano spazio anche una serie di laboratori legati all’educazione alimentare: “Dal grano la pane”; “Dal latte ai formaggi”; “Dai suini ai salumi”; “Tutti a tavola”, etc.

I nuovi servizi educativi prevedono anche la modalità dei progetti a più incontri su temi prescelti dagli insegnanti interessati. Tutte le proposte didattiche hanno riscosso un buon successo presso le Scuole della provincia di Ascoli Piceno e della regione Marche, con un numero notevole di richieste e di adesioni.

Il CEA organizza inoltre per singoli, gruppi o scuole in collaborazione con professionisti e personale altamente specializzato attività di escursionismo, lezioni di arrampicata sportiva, bouldering, sci su pista, sci di alpinismo, campi scuola estivi ed invernali, soggiorni sportivi e/o preparatori per l’attività agonistica sportiva, degustazioni, approfondimenti eno-gastronomici, corsi di aggiornamento e formazione.

Per ulteriori informazioni sui vari servizi offerti dal CEA Rifugio Paci è necessario contattare la Società Integra allo 0736-403949.

IlQuotidiano.it del 15 ottobre 2006

IL CASO TORNA A CHI L’HA VISTO

L’uomo scomparso sui Sibillini

ASCOLI – Torna questa sulla trasmissione “Chi l’havisto” il caso di Livio Condinelli, il 50enne scomparso da Condino in provincia di Trento, il 2 settembre 2002 e visto negli ultimi mesi nella zona di Montemonaco. Nel bel mezzo del parco nazionale dei Sibillini dunque, dove ci sono quei boschi simili a quelli delle Dolomiti, boschi che Livio ha tanto amato e dove svolgeva il lavoro di custode forestale. «Lo abbiamo cercato senza successo, -dice la sorella Franca-, era depresso, negli ultimi giorni della sua vita con noi non stava bene, aveva avuto dei problemi sul lavoro». Livio è sposato con due figli, 20 e 16 anni, molto legati al padre e, nella speranza di ritrovarlo, il suo caso stasera torna in tivvù.

dal Messaggero

ANAS Val di Chienti al via i lavori per tre nuovi chilometri di strada

Con la posa della prima pietra, l'Anas ha avviato ieri i lavori di completamento della variante alla statale 77 “Val di Chienti” nel tronco Sfercia – Muccia. I lavori interessano il tratto tra lo svincolo Sfercia e Collesentino, circa tre chilometri. I lavori consegnati ieri, sottolinea l’Anas, termineranno entro novembre 2009 e comporteranno un investimento di 68,6 milioni di euro. La variante ridurrà i tempi di percorrenza del tratto appenninico umbro-marchigiano evitando l'attraversamento dell’abitato di Polverina.
L'intervento prevede la realizzazione di una carreggiata di due corsie per ogni senso di marcia di larghezza variabile tra 3,50 e 3,75 metri e banchine bitumate di 0,50 metri a sinistro e tra 1,50 e 1,75 sul lato destro. La strada in viadotto varia tra 9 e 9,75 metri per senso di marcia, nei tratti a piattaforma unica a doppia carreggiata la sezione varia tra 22,70 e 25 metri. Tra le opere previsti l'allargamento del viadotto Valdiea, 5 nuovi viadotti a doppia carreggiata e 2 gallerie a doppia canna.

dal Messaggero odierno

Primo collegamento con Montalbini

di SERGIO BIAGINI

ACQUASANTAE’ partita ufficialmente l’avventura di Maurizio Montalbini. Dopo una giornata convulsa caratterizzata da ritardi e problemi tecnici, si è calato a notte fonda con una fune nella Grotta Fredda che lo ospiterà per un tempo ancora da definire (da sei mesi a tre anni). Gli inconvenienti tecnici hanno riguardato la rottura della speciale teleferica montata sul costone del Rio Garrafo per calare il materiale e le provviste nella grotta, e i collegamenti con il “campo base” allestito in un camper. In ogni caso gli speleologi dell’Asa guidati dall’infaticabile Giampaolo Filipponi (nel team anche una donna, Rosella Pecci) e i tanti volontari hanno risolto i problemi montando amplificatori di segnale sui cavi che portano i segnali delle telecamere e delle altre attrezzature, e utilizzando sistemi alternativi per la discesa del materiale. «Veramente encomiabile il comportamento di tutti- dice Guido Galvagno- il Comune, le associazioni, gli speleologi si sono prodigati oltre ogni limite per la riuscita dell’esperimento». Ieri dopo il completamento delle operazioni di chiusura della grotta con la rete metallica, sono stati effettuati i primi test di funzionamento delle apparecchiature. Sono arrivate ai monitor, dalle tre telecamere fisse, le prime immagini di Montalbini isolato nella sua nuova “casa” di roccia. Lo speleonauta riceve acqua potabile da un tubo che dall’esterno lo rifornisce di continuo. Può lavarsi grazie ad un lavabo. Tutti gli scarichi confluiscono in un serbatoio esterno che verrà svuotato periodicamente. Nel camper saranno sempre presenti, notte e giorno, gli operatori pronti ad intervenire in caso di problemi per Montalbini. Il quale invierà giornalmente attraverso il computer i dati riguardanti temperatura, pressione e frequenza cardiaca che lui stesso rileverà. Per il resto lo aiuteranno nella sua missione la luce delle lampade, qualche libro, un paio di coperte. E soprattutto i ricordi che gli riscalderanno le interminabili e fredde (9-10 gradi fissi) giornate che lo separanno dalla fine della sua ultima sfida.

dal Messaggero

Gli stranieri all’assalto dei Sibillini

Nelle frazioni è ormai impossibile trovare qualche vecchia casa anche molto malandatada acquistare e ristrutturare
Gli operatori tracciano un bilancio positivo delle presenze turistiche nelle zone montane

AMANDOLA – Sta crescendo il turismo nel territorio dei Sibillini durante il periodo estivo. Anche quest’anno si può parlare di una stagione positiva, che vede un incremento di presenze di alcuni punti percentuali rispetto all’anno passato.

La parte di turisti in maggiore espansione è quella proveniente da fuori regione, frutto anche di molteplici politiche promozionali effettuate da diversi enti (Regione, Provincia ed altri) su scala nazionale. Con un maggiore incremento di visitatori di altre regioni sono aumentate anche quelle di provenienza, principalmente del centro, del nord e nord-est d’Italia. Ancora in continua crescita il turismo straniero.

Un fenomeno facilmente avvertibile girando nei borghi, nei paesi, per feste e manifestazioni, per le sagre durante i mesi estivi. Presenze di varie nazionalità molto concentrate tra quelle dell’area anglosassone ma anche tedesca e centro europea. Nelle frazioni, nei posti più sperduti della campagna dell’entroterra montano è ormai impossibile trovare qualche vecchia casa, anche molto malandata, da acquistare e ristrutturare.

Tutte o quasi di quelle in vendita sono state trasformate in dimore per le vacanze o addirittura per una residenza continuativa da parte di tantissimi stranieri.

Questo ha fatto aumentare le presenze stabili ma anche quelle periodiche, considerando che spesso, chi ha comprato casa qui, porta amici, parenti, conoscenti, colleghi, sempre stranieri, a visitare queste zone, senza contare che molti affittano le loro case per periodi di vacanza a connazionali. Ciò ha creato un continuo flusso di presenze di altre nazioni, principalmente europee, in diversi periodi dell’anno, specialmente nei mesi più belli da primavera all’autunno con punte massime in estate, grazie anche ad un passa-parola molto efficace. Intanto sono sorti (e stanno ancora nascendo) come funghi agriturismi, country houses e bed & breakfast. “Sicuramente – afferma Paolo Palmieri assessore al turismo di Amandola – abbiamo avuto un periodo tra Maggio e Giugno dove gli stranieri, specialmente dei paesi del Nord Europa, l’hanno fatta da padrone. E’ stato un flusso turistico con una certa costanza. Gli appuntamenti clou sono stati quelli con la cucina tipica insieme alle feste Agostane ed a “Naturalia”, la nuova manifestazione dedicata al benessere naturale. Molti eventi, dallo sport, allo spettacolo, alle feste popolari alla cultura, organizzati anche grazie al vivace associazionismo oltre che alla Pro Loco ed al Comune. Si sta lavorando – continua Palmieri – per appuntamenti che si distribuiscano anche nel seguito dell’anno, a cominciare dal prossimo importante del primo week end di novembre con Diamanti a Tavola, dedicato al tartufo. Altri ne seguiranno in seguito, poiché occorre ancora lavorare molto sulla destagionalizzazione del turismo”. Infatti ci sono tante potenzialità che il territorio può giocarsi alla grande nei periodi turisticamente meno favorevoli, quelli dal tardo autunno alla primavera. Ma c’è ancora molto da fare.

Fonte: Corriere Adriatico

Niente sponsor solo gli angeli dell’Asa

ACQUASANTA – Vanno su e giù aggrappati alle corde e con i caschi in testa gli speleologi dell’Asa, Giampaolo Filipponi in testa. Una lotta contro il tempo e contro gli imprevisti dell’ultima ora per predisporre tutto quello che serve nella Grotta Fredda. Il materiale va giù con una teleferica montata per l’occorrenza. Dal ciglio del costone si snodano anche cavi elettrici e tubi. Montalbini non lo nasconde: «Ho trovato negli speleologici dell’Asa i miei angeli». Niente sponsor questa volta, poche risorse e niente spettacolarizzazione. Nulla che ricordi lo spiegamento di mezzi fantascientifici dell’Underlab di Frasassi e Monte nerone. Montalbini torna alle orogini. Più Robinson Crusoe che uomo bionico con gli elettrodi al braccio. Torna alla ricerca di un modo più umano di vivere. Più attento agli spetti psicologici e sociologici del suo esperimento che a quelli squisitamente tecnici e medici. Si alimenterà con pillole e cibi in polvere. Uniche concessioni 4 chili di miele, 2 chili di noci, un chilo e mezzo di cioccolata. «E perché no anche qualche sigaretta».S.Bia.

dal Messaggero

Avrà come compagni pipistrelli e geotritoni

di SERGIO BIAGINI

ACQUASANTA – Avrà come compagni pipistrelli e geotritoni. Mangerà proteine in polvere e pillole. Farà un po’ di attività fisica su una cyclette rosa. Leggerà una ottantina di libri e ne scriverà due o tre. Dormirà su una brandina piazzata su una piattaforma in legno tra le rocce. La “giornata tipo” di Maurizio Montalbini che ieri si è calato nella Grotta Fredda per il suo ultimo periodo di isolamento spazio temporale, seguirà questi ritmi. “Giornata” per modo di dire. Perchè tutto sottoterra, senza la luce del sole e senza orologio, telefono, televisione e tutte le diavolerie della vita moderna, perderà il senso del tempo e dei giorni. E tutto marcerà anzi, fuori dai condizionamenti sociali, strumentali e dell’ambiente in cui viviamo, con cicli biologici dettati dal “cronoma” personale, che si ripetono grosso modo ogni 48 ore. Montalbini vedrà sul suo computer (gli serve solo per le comunicazioni di servizio con il campo base a cento metri sopra di lui) sempre la stessa data che ha indicato con molta fantasia e da perfetto viaggiatore spazio temporale “31 dicembre 2099”. Quanto tempo rimarrà in isolamento? Mesi o forse anni. Massimo tre ha indicato come suo ultimo “volere” in un bigliettino lasciato agli esperti che lo seguono da anni. Sicuramente meno, fino a quando insomma dureranno le provviste o fino al momento in cui dalla base di controllo piazzata su un camper sopra il Rio Garrafo, gli comunicheranno che l’esperimento è finito. Ieri sera Montalbini, 53 anni, sociologo di Senigallia, è sceso calandosi con una fune un costone del Rio Garrafo per raggiungere la sua “suite”, la Grotta Fredda, che presenta una estensione di circa 4 chilometri e 600 metri. Ha percorso altri sessanta metri circa di cunicolo per arrivare nell’antro ipogeo diventato la sua nuova casa. Una volta sistemate le sue poche cose ha salutato gli speleologi dell’Asa che senza tanti complimenti hanno bloccato l’uscita con una rete metallica. Quasi un “sepolto vivo”. Sentirà la mancanza di qualcosa?. «Sì delle bollette del telefono, non certo della televisione i cui programmi sono sempre più insulsi» risponde scherzando. Prima di scendere l’ultimo abbraccio alla moglie Antonella Cerioni, e al fido dott. Andrea Galvagno, responsabile medico del progetto che lo segue da una vita. C’è anche Cristina Lanzoni, con cui rimase nel 1996 per 60 giorni nella base Underlab nelle grotte di Frasassi. «Vado in vacanza- dice- il brutto sarà il momento dell’uscita quando dovrò riabituarmi alla vita esterna». E’ l’ultimo esperimento quello di Montalbini. «Ho iniziato venti anni fa e chiudo come ho cominciato». Le osservazioni e i dati che raccoglierà saranno il «summa» di tutte le sue missioni. Saranno gli elementi definitivi del programma di risincronizzazione cronobiologica che poi attuerà nel suo “rifugio-ristorante” con grotte sotterranee annesse, a Monte Prata. «Ho prevsito che con una cura di dodici giorni l’organismo umano può liberarsi dallo stress recuperando il suo orologio biologico. Contro i disturbi del sonno i periodi in isolamento possono far recuperare i cronoritmi che goveranno la nostra vita». Dunque proprio quell’isolamento che ha ispirato trasmissioni come Il Grande Fratello o l’Isola dei famosi è alla base degli esperimeti di Montalbini. Altro che novello Robinson Crusoe! Lo speleonauta più famoso del mondo, ci accorgiamo oggi, è anche quello che ha inventato i reality televisivi. Lui non si scompone e si schernisce. Del resto lo attendono giorni duri. Guardato a vista da tre telecamere dovrà rimanere perennemente ad una temperatura di 9-10 gradi col cento per cento di umidità. Il che vuol dire vestiti e coperte sempre zuppi.

Un trekking sui Sibillini

Le Guide dell’associazione Quattropassi organizzano per il prossimo week end un trekking nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini su una tratta del Grande Anello. Info al 335/6844128.

dal Messaggero

Sibillini l’animale sarebbe stato immortalato

Spunta una foto dell’orso

VISSO – L’orso c’è, ma nessuno lo aveva visto, almeno fino a qualche giorno fa. L’esemplare che da qualche settimana si aggira sui Sibillini, ora, ha un… muso. Pare, infatti, che qualcuno sia riuscito a scattare alcune foto che, presto, potranno essere visionate. Si tratterebbe di immagini catturate attraverso la tecnica delle “fototrappole”, un congegno elettronico in grado di azionare una macchina fotografica all’avvicinarsi dell’orso. Ad installare l’apparecchiatura, però, non sarebbero stati, almeno direttamente, dei dipendenti del Parco. L’esemplare dei Sibillini, comunque, sarebbe “caduto” proprio in una di queste trappole. Le immagini sarebbero state catturate di notte, con l’unica luce prodotta dal flash dell’apparecchiatura. C’è naturalmente curiosità verso queste immagini

dal Corriere Adriatico

L’uomo delle caverne nelle grotte acquasantane

Altre informazioni di grande rilevanza ricavabili da questa esperienza riguardano la conoscenza del funzionamento dei cosiddetti “orologi interni” umani
Inizia oggi l’esperimento dello speleologo Montalbini per imparare a superare lo stress
L’uomo delle caverne nelle grotte acquasantane

ACQUASANTA TERME – Montalbini, l’uomo delle caverne. Nell’ambito delle sperimentazioni che l’èquipe Underlab, diretta dal dottor Maurizio Montalbini, svolge da oltre 20 anni, oggi, alle ore 14 nella “Grotta Fredda”d i Acquasanta Terme si darà il via al test finale, “summa” di tutte le sperimentazioni sin qui svolte, di confronto di tutti i parametri psico – fisici per la messa a punto di programmi di risincronizzazione del ritmo sonno-veglia e riduzione dello stress. Si tratterà di un periodo di permanenza in isolamento spazio temporale in cavità ipogea dell’ideatore del progetto Underlab, Maurizio Montalbini, il quale, da un punto di vista oggettivo, è l’uomo che, unico al mondo, ha vissuto già 962 giorni, pari a 32 mesi (due anni ed otto mesi), in isolamento ipogeo socio-spazio-temporale. Sarà un esperimento di lunga durata, il cui termine verrà deciso nel corso della performance dall’equipe esterna.

Secondo il dottor Andrea Galvagno, responsabile medico del progetto “l’isolamento nella grotta potrebbe essere utile per migliorare le performance, prevenire depressione, neoplasia e diabete. Gli esclusivi dati ottenuti dalle nostre ricerche, hanno permesso di stabilire che se l’uomo viene privato di tutti quei condizionatori sociali minori e maggiori cui di routine siamo sottoposti, automaticamente assume ritmi biologici ultradiani (maggiori di 24 ore) al cui interno sono però compresi ritmi infradiani (cioé minori di 24 ore).”

L’esperimento intende chiarire infatti, come la perdita di riferimenti spaziali, dell’alternanza luce-buio, dei rumori e dei suoni prodotti dall’ambiente che ci circonda, delle informazioni relative ai nostri familiari, amici e in generale agli avvenimenti del mondo, incida sul nostro equilibrio psicologico e sull’ efficienza delle nostre funzioni cognitive.

Altre informazioni di grande rilevanza ricavabili da questa esperienza riguardano la conoscenza del funzionamento dei cosiddetti “orologi interni”. Poiché l’esperienza del prolungato isolamento temporo-ambientale permette agli orologi endogeni di correre liberamente (freerunning), sarà possibile verificare l’esistenza di ritmi autonomi, quindi di “orologi dedicati” per le funzioni psicologiche (cognitivo-affettive).

E’ noto inoltre che condizioni di stress prolungato possono spesso essere felicemente superate fintanto che permangono le condizioni di stress, mentre gravi difficoltà psicologiche compaiono al termine dell’evento stressante.

La ricerca psicologica ha lo scopo di comprendere i meccanismi che alla fine di un’esperienza stressante rendono le persone più vulnerabili alla sofferenza psichica e al suo controllo al fine di recuperare le normali modalità relazionali ed emotive. Verranno così messi a punto i “meccanismi” per il controllo dell’ansia e il tono dell’umore.

Lo speleologo sarà in contatto con l’esterno tramite computer. All'interno della base saranno sempre attive telecamere professionali, situate nell'area operativa principale che registrano tutti i momenti degli esperimenti, più due telecamere sempre attive nella zona notte. Esse avranno il fine di garantire la sicurezza della missione mediante contatto video in terno-esterno; fornire materiale professionale ai mezzi di comunicazione.

Corriere Adriatico 11.10.06

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