Una mattinata che sembrava normale sulle piste del Grostè, a Madonna di Campiglio, si è trasformata in una scena a dir poco surreale. Giovedì 10 aprile, durante il consueto servizio di “vigilanza e soccorso piste”, i carabinieri della Compagnia di Riva del Garda, in servizio presso la Stazione di Madonna di Campiglio, hanno assistito a qualcosa che sembrava uscito da un film.
Un elicottero privato ha sorvolato il comprensorio sciistico, volteggiando per qualche minuto sopra le cime innevate, per poi atterrare in un’area fuori pista a circa 2.400 metri di altitudine. A bordo, un noto imprenditore bresciano di 60 anni, sceso tranquillamente dal velivolo, ha indossato scarponi e sci, iniziando la discesa come se tutto fosse perfettamente regolare.
L’intervento dei carabinieri e l’assenza di autorizzazione
L’atterraggio non è ovviamente passato inosservato. I militari, increduli davanti alla scena, si sono avvicinati al punto di atterraggio e hanno subito raggiunto l’uomo, che si è lasciato identificare senza opporre resistenza. Alla richiesta di esibire un titolo che autorizzasse l’atterraggio oltre quota 1.600 metri – soglia stabilita dalla normativa provinciale per motivi ambientali e di inquinamento acustico – l’uomo ha ammesso:
«Essendo molto impegnato per motivi di lavoro, ma avendo una gran voglia di sciare», aveva deciso di abbreviare i tempi prendendo direttamente il suo elicottero per raggiungere le piste.
Una spiegazione che ha lasciato i carabinieri perplessi, ma che non ha evitato le conseguenze previste dalla legge.
Una violazione chiara della normativa ambientale
In Trentino-Alto Adige, l’atterraggio di elicotteri a scopi privati oltre quota 1.600 metri è severamente vietato, salvo specifiche autorizzazioni. Una misura pensata per proteggere l’ambiente naturale e ridurre l’inquinamento acustico in un’area particolarmente frequentata e fragile dal punto di vista ecologico.
In questo caso, l’imprenditore non aveva alcuna autorizzazione speciale, sebbene fosse in possesso di regolare licenza di volo e del certificato di assicurazione del velivolo.
La sanzione “record” e il ritorno in azienda
A conclusione dei controlli, i carabinieri hanno contestato all’uomo una sanzione amministrativa di 2.000 euro, cifra prevista per chi viola le disposizioni sul volo in alta quota. Una multa definita “record” per episodi simili nella zona.
Terminata la redazione degli atti, l’uomo si è tolto gli sci, è risalito sul suo elicottero e ha fatto ritorno in azienda, senza nascondere un certo dispiacere:
«Avevo una gran voglia di sciare», avrebbe detto ancora ai carabinieri, sottolineando la sua intenzione di godersi solo qualche discesa veloce prima di tornare al lavoro.
Un episodio che riapre il dibattito su elitaxi e rispetto dell’ambiente
Questo episodio, diventato virale anche sui social, riaccende il dibattito sull’uso privato dell’elicottero nelle località di montagna. Se da un lato c’è chi lo considera un lusso ingiustificato e potenzialmente dannoso per l’ambiente, dall’altro si pone la questione dell’effettivo rispetto delle norme, soprattutto da parte di soggetti facoltosi.
Il caso di Madonna di Campiglio mostra chiaramente come, anche in presenza di mezzi sofisticati e disponibilità economiche elevate, le regole vadano rispettate. E soprattutto, che la voglia di sciare – per quanto comprensibile – non può giustificare un comportamento fuori dalle regole.