Un gruppo di quattro escursionisti ha vissuto momenti di tensione a Fiastra, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dopo aver smarrito il sentiero a causa del maltempo. L’incidente è avvenuto nella suggestiva Valle del Rio Sacro, situata nelle Marche. Gli escursionisti, accompagnati dal loro cane, hanno perso l’orientamento e hanno dovuto richiedere l’intervento del Soccorso Alpino tramite il 112. Immediatamente, i vigili del fuoco e le squadre del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico della stazione di Macerata sono accorsi per prestare aiuto. Data la natura impervia della zona, è stato necessario l’intervento dell’elicottero Drago da Pescara per portare a termine il salvataggio. Una volta recuperati, i quattro escursionisti sono stati affidati alle cure del 118.
Fiastra: il maltempo sorprende gli escursionisti, smarriscono il sentiero e vengono recuperati in elicottero
Trentino: bloccato dalle vacche un uomo le sposta a calci per proseguire – VIDEO
Il recente video girato e condiviso sulla pagina Instagram “Trentino on the road” mostra un episodio discutibile: un uomo scende dalla sua auto per liberare la strada, occupata da alcune vacche, decidendo di prendere a calci gli animali. Questo gesto, inevitabilmente e giustamente criticato, ha scatenato un’ondata di reazioni sui social media, con il video che è rapidamente diventato virale. Commenti indignati non si sono fatti attendere: “Io il calcio lo darei a lui”, scrive un utente, mentre un altro etichetta l’azione come “Incivile”.
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Escursionista sente delle grida e chiama il soccorso alpino di Merano, ma era le pecore belanti
In un tranquillo mezzogiorno nella zona della seggiovia di Velloi, a Lagundo, un escursionista è stato protagonista di un insolito fraintendimento che ha messo in moto il soccorso alpino di Merano. Camminando lungo il percorso che si snoda tra vigneti e foreste, l’uomo ha creduto di udire dei disperati gridi di aiuto. Senza esitare, ha prontamente allertato i soccorsi, preoccupato per la sicurezza altrui.
I soccorritori sono rapidamente intervenuti, seguendo il tracciato della seggiovia dalla base di Lagundo fino all’altitudine di Velloi, che oscilla tra i 990 e i 1500 metri. Il team di soccorso, attrezzato per ogni evenienza, ha esplorato meticolosamente l’area nella speranza di localizzare eventuali persone in difficoltà.
Il mistero delle grida di aiuto si è presto rivelato essere un grande equivoco: i suoni allarmanti non erano altro che il belare di alcune pecore. Secondo la Rai Alto Adige, è molto probabile che l’escursionista abbia scambiato i rumori degli animali per grida umane.
Friuli, sul nevaio senza attrezzattura adatta salvato dall’elisoccorso
Ieri nelle alte montagne del Friuli Venezia Giulia, un escursionista di 39 anni si è trovato in una situazione di grave pericolo sul Jôf Fuart. Durante un’escursione isolata e privo dell’equipaggiamento necessario come ramponi o piccozza, l’uomo ha scoperto troppo tardi che il sentiero scelto era ricoperto da un nevaio trasformatosi in un piccolo ghiacciaio, rendendo il terreno pericolosamente scivoloso e duro.
Quando l’escursionista, originario della Serbia e residente a Trieste, si è trovato incapace di muoversi sulla “crepaccia terminale” del nevaio, ha fatto ricorso all’app Georesq del Soccorso alpino per chiedere aiuto. L’intervento rapido dell’elisoccorso regionale è stato decisivo: l’equipaggio ha raggiunto il luogo dell’incidente in breve tempo, garantendo un salvataggio sicuro e veloce.
L’itinerario intrapreso dall’escursionista includeva il sentiero Chersi, partendo dal bivacco Mazzeni e attraversando la Sella Nabois verso la Gola Nord Est. Tuttavia, la parte più critica dell’avventura si è rivelata essere proprio al culmine del nevaio, dove l’assenza di attrezzatura adeguata ha trasformato una normale escursione in una trappola potenzialmente letale.
Con la moto sulla pista da sci: cade, si fa male e lo salva il soccorso alpino
Un motociclista greco di 57 anni ha trasgredito le norme di sicurezza, guidando la sua moto da strada lungo una pista da sci a Pescoi, vicino Arabba, nel Bellunese, luogo usualmente riservato agli sciatori durante l’inverno e interdetto al traffico motorizzato anche in estate.
Violazione delle norme e caduta sulla pista da sci
Il biker, ignorando il divieto di transito su quelle piste anche quando non sono innevate, ha deciso di avventurarsi sul tracciato chiuso da una sbarra e segnalato chiaramente come off-limits. Durante la sua corsa lungo la pista, il 57enne ha perso il controllo della moto, risultando in una caduta che gli ha causato una ferita a un piede.
L’intervento tempestivo del soccorso alpino
Subito dopo l’incidente, situato a 300 metri sotto la stazione di cambio della cabinovia per Porta Vescovo, il motociclista ferito ha richiesto aiuto. Il Soccorso Alpino di Livinallongo è stato prontamente allertato e ha raggiunto il luogo dell’incidente per soccorrere l’uomo. Dopo averlo stabilizzato sul posto, i soccorritori hanno trasportato il ferito al pronto soccorso più vicino per le cure mediche necessarie.
Questo incidente mette in luce l’importanza di seguire le regolamentazioni locali e di evitare comportamenti rischiosi che possono mettere in pericolo la propria sicurezza e quella degli altri
Lago di Fiastra, tutte le informazioni sui fuochi d’artificio del 9 agosto
Come da tradizione estiva che incanta da diversi anni, il Lago di Fiastra si appresta a diventare ancora una volta il cuore pulsante delle celebrazioni di San Lorenzo. Questo idilliaco specchio d’acqua, situato a pochi chilometri dalla stazione sciistica di Bolognola, si prepara a ospitare uno degli eventi più attesi dell’estate: i fuochi d’artificio del 9 agosto. Attrazione imperdibile per turisti e residenti, l’evento promette di regalare uno spettacolo mozzafiato che incanterà sia grandi che piccini, consolidando la sua fama come uno dei momenti clou dell’estate nella regione Marche.
“Sin dal nostro insediamento ci siamo adoperati per far rinascere questa tradizione, che si era persa dopo il Covid – dichiara il sindaco, Giancarlo Ricottini – Finalmente, quest’anno potremo festeggiare la notte di San Lorenzo come piace a noi”.
“Siamo consapevoli della portata dell’evento e dei tanti turisti che richiamerà, per questo abbiamo lavorato a lungo sul versante sicurezza per garantire nella giornata di oggi una fruizione il più ordinata possibile dell’area interessata – continua il primo cittadino -. Sono anche state individuate e predisposte nuove zone parcheggio in aggiunta a quelle già note, ed è stato più volte rinnovato l’invito a tutti di arrivare in giornata a Fiastra e non a ridosso dell’evento”.
Quando ci saranno i fuochi d’artificio al Lago di Fiastra 2024?
Il 9 agosto, dalle ore 23:00, i fuochi d’artificio illumineranno il cielo sopra il Lago di Fiastra. Questo spettacolo seguirà la durata delle edizioni passate, offrendo un magnifico show di luci e colori.
Subito dopo i fuochi, la festa continuerà con un concerto della rock band Valchiria. Questa sarà un’ottima occasione per rilassarsi e continuare a divertirsi, mentre si esplorano gli stand gastronomici e i mercatini dell’associazione Streetfood dei Monti Sibillini, che saranno aperti già dal pomeriggio.
Consigli su come arrivare al lago
Al fine di decongestionare il traffico che si verrà a creare si consiglia di arrivare al Lago di Fiastra con largo anticipo così da godersi in maniera ottimale la serata.
Abruzzo, nuovo grave episodio inseguono orsa e i suoi orsetti con l’auto e mettono online il video
Hanno rincorso un’orsa con due cuccioli senza considerare la serietà delle loro azioni né le potenziali conseguenze. Inoltre, hanno caricato su internet il video (riportato in fondo all’articolo) dell’episodio, che rapidamente è giunto all’attenzione degli amministratori del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, i quali hanno espresso forte disapprovazione per l’accaduto.
“Ancora una volta vengono pubblicate sui social immagini che non vorremmo mai vedere – affermano dal Parco, che include il video in un post sui social media -. Ancora una volta una femmina di orso bruno marsicano con due cuccioli è stata perseguitata da un’auto. Ancora una volta l’egocentrismo ha vinto sul senso di responsabilità”.
E aggiungono: “-Curiosità in buonafede o cattiveria gratuita? Sinceramente, la differenza è poca. Inseguire un orso in macchina è un’azione in grado di mettere seriamente a repentaglio la sicurezza dell’animale e quella delle persone che potrebbero trovarsi un orso spaventato che corre verso di loro. Per giunta, la presenza di due cuccioli al seguito, rende ancor più grave il gesto”.
“Ricordiamo come, nell’agosto del 2019, un inseguimento in auto dell’orsa Sebastiana e dei suoi cuccioli dell’anno, costò la separazione del nucleo familiare e la scomparsa di due cuccioli – esprimono dal Parco, rinnovando l’invito, sperando che tali episodi non accadano più -. Con il tuo comportamento puoi fare la differenza, aiutaci a proteggere l’orso”.
Gruppo di ragazzi inseguono un orso incontrato per strada spaventandolo anche con gli abbaglianti della macchina – VIDEO
Durante una notte a Bagolino, in provincia di Brescia, un gruppo di giovani ha compiuto un’azione irresponsabile incontrando un orso nella località di Ponte Prada, a soli due chilometri dal centro del paese. Invece di mantenere una distanza sicura, hanno deciso di accendere gli abbaglianti e di inseguire l’animale per alcune decine di metri. Questo gesto sconsiderato ha spaventato l’orso, che è fuggito verso il bosco, scomparendo alla loro vista.
L’episodio si è verificato tra la notte del sabato 3 agosto e la domenica 4 agosto. Ignorando completamente le norme che suggeriscono prudenza e rispetto nei confronti della fauna selvatica, i ragazzi hanno filmato tutta la scena, pubblicando poi il video sul profilo Instagram “Orgoglio Bresciano”, dove è diventato virale. L’utilizzo dei fari dell’auto per seguire l’orso non solo ha messo in pericolo l’incolumità dell’animale ma ha anche evidenziato una grave mancanza di responsabilità e rispetto per l’ambiente naturale. Questo comportamento è assolutamente condannabile e mette in luce la necessità di educare meglio i giovani sulle corrette pratiche di interazione con la natura selvaggia.
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Dante era sui Monti Sibillini quando iniziò a scrivere la Divina Commedia o è una fake news?
La recente rivelazione di un documento potrebbe cambiare la nostra comprensione su dove e come Dante Alighieri iniziò a scrivere la sua magnum opus, la “Divina Commedia”. Questa scoperta è stata fatta nota dai ricercatori Rita Monaldi e Francesco Sorti, i quali hanno esplorato a fondo la vita del poeta nella loro trilogia, “Dante di Shakespeare”.
Il documento rivelatore
“Finora – dicono Monaldi e Sorti all’ANSA – avevamo diversi documenti che nominano esplicitamente Dante. Ma molti sono copie realizzate più tardi, anche dopo secoli. Erano solo 15 gli originali medievali che nominano Dante prima dell’esilio. Ora diventano 16”. Tra questi documenti, uno in particolare cattura l’attenzione: un registro di lettere risalenti al biennio 1299-1300, trovato nell’archivio del Comune di San Ginesio, Macerata. “Era capitato oltre mezzo secolo fa sotto gli occhi di un francescano – continuano gli studiosi – al quale parve così incredibile che lo accantonò come un caso di omonimia. Ora la digitalizzazione di archivi ha permesso di fare i riscontri necessari e confermare che il Dante nominato nelle carte è davvero il poeta”.
“Il documento – spiegano – è un registro di lettere in cui il poeta fiorentino figura come latore di corrispondenza giudiziaria nell’aprile 1300”, “proprio nei giorni in cui l’Alighieri nella Commedia ambienta il suo viaggio nell’aldilà”.
Implicazioni storiche e culturali
Questo ritrovamento non solo suggerisce che Dante potrebbe aver trovato ispirazione per la sua “selva oscura” nei paesaggi selvaggi e mistici dei Monti Sibillini, ma anche che la sua presenza in quella regione era legata a compiti ufficiali piuttosto che a una fuga letteraria. Il documento è descritto come “rarissimo anche a prescindere da Dante, perché nelle Marche prima le guerre tra Guelfi e Ghibellini e poi le orde dei Capitani di ventura hanno fatto strage, tanto che molti fondi archivistici (o perfino interi archivi) hanno solo atti dal Quattrocento in poi, dopo le distruzioni”.
Lago di Pilato prosciugato dal caldo, è allarme rosso per il chirocefalo Marchesoni
Il persistente aumento delle temperature nel centro Italia ha avuto ripercussioni drammatiche anche sulle aree montane più elevate, in particolare sul Lago di Pilato situato nel Parco nazionale dei Monti Sibillini, a Montemonaco (Ascoli Piceno). Questo fenomeno, pur non essendo nuovo, desta grande preoccupazione per le conseguenze ecologiche, in particolare per il chirocefalo marchesoni, un raro gamberetto preistorico endemico di queste acque.
L’impatto del Caldo e la Situazione Attuale
Il Lago di Pilato, unico lago glaciale dell’Appennino, si trova ora in uno stato di totale prosciugamento. Sara Marcelli, esperta dei Sibillini e appassionata alpinista, riporta che “Vedere il lago in queste condizioni – dice – fa tanta tristezza”. Le “immagini che ho realizzato lo scorso 26 luglio – spiega la scalatrice – quel giorno, nel punto in cui mi trovavo, c’erano almeno 25-26 gradi, questo vuol dire che nella zona del lago ce n’erano forse anche 30 di gradi”. Queste temperature insolitamente elevate per l’altitudine di oltre 2000 metri hanno accelerato l’evaporazione delle acque, aggravando una situazione già critica dovuta alla scarsa nevicata dell’ultimo inverno.
L’Importanza della Preservazione del Chirocefalo Marchesoni
“Il chirocefalo Marchesoni”, sottolinea Marcelli, “è un gamberetto che ha caratteristiche uniche, adattato a sopravvivere in condizioni estreme”. Nonostante la siccità, le uova di questa specie sono capaci di resistere anche in assenza d’acqua e possono schiudersi una volta che le condizioni ambientali diventano favorevoli. È fondamentale quindi che “gli escursionisti non vadano a passeggiare all’interno del bacino”, per non danneggiare le uova depositate.
Misure di Protezione e Appelli alla Comunità
Per proteggere il sito e la specie, le guardie del Parco e i carabinieri forestali, supportati da volontari, hanno installato una recinzione attorno ai resti del lago. Questa misura cerca di impedire l’accesso all’area, proteggendo così le preziose uova del gamberetto. Marcelli conclude con un appello alla responsabilità collettiva: “L’appello è sempre lo stesso – conclude la scalatrice marchigiana – Abbiate cura di questi luoghi straordinari, a maggior ragione in stagioni molto complesse come quella che stiamo vivendo sotto il profilo climatico”.
Il prosciugamento del Lago di Pilato rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La risposta collettiva e la consapevolezza delle sfide imposte dal cambiamento climatico saranno decisive per la salvaguardia di questi ecosistemi unici e delle specie che ospitano.