Lo skilift è un impianto di risalita basato su una fune d’acciaio chiusa ad anello, sospesa a diversi metri dal suolo, progettato per trasportare gli sciatori lungo una pista.
Componenti principali
- Stazione motrice: ospita il motore che trasmette il movimento alla fune.
- Linea di risalita: composta da piloni di sostegno e dalla pista utilizzata dagli sciatori.
- Stazione di rinvio e tensione: regola la tensione della fune grazie a un sistema di pulegge e contrappesi.
Traini
Gli sciatori si agganciano a piattelli o ancore, che fungono da punto di supporto, permettendo loro di risalire la pista senza togliere gli sci. I piattelli sono monoposto, mentre le ancore (introdotte successivamente) possono trasportare due persone alla volta.
Come è stato inventato lo skilift?
Le origini nella Foresta Nera (1908)
La storia dello skilift ha origine a Schollach, un piccolo villaggio nella Foresta Nera in Germania. Nel 1908, Robert Winterhalder, un agricoltore e locandiere, osservò un problema comune: i turisti che soggiornavano nella sua locanda, molti dei quali affetti da problemi respiratori, trovavano difficoltosa la risalita a piedi delle colline innevate dopo aver sciato o usato lo slittino.
La soluzione di Winterhalder
Winterhalder aveva già sperimentato meccanismi innovativi per il trasporto di fieno e grano, utilizzando l’energia idraulica del suo mulino. Decise di applicare lo stesso principio per creare un sistema di risalita sugli sci. Il primo impianto, costruito nei prati dietro la sua locanda, comprendeva:
- una fune d’acciaio sostenuta da cinque piloni inclinati con rulli
- maniglie di legno collegate alla fune tramite funicelle
- un sistema idraulico che forniva l’energia motrice
Questo “skilift a fune alta”, lungo 280 metri e con un dislivello di 32 metri, fu inaugurato il 14 febbraio 1908. L’impianto rappresentava un’assoluta novità e anticipava molte delle caratteristiche degli skilift moderni.
Il successo e le difficoltà di Winterhalder
Winterhalder brevettò la sua invenzione e la presentò nel 1910 alla fiera degli sport invernali di Triberg, dove costruì una versione alimentata da un motore elettrico da 15 CV. Il progetto ricevette grande apprezzamento, e Winterhalder fu premiato con la Medaglia d’Oro dal Granduca del Baden.
Nonostante il successo tecnico, Winterhalder non riuscì a ottenere finanziamenti per espandere il suo progetto. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, lo skilift di Schollach fu smantellato nel 1917 per recuperare materiali in ferro per scopi bellici. Le difficoltà economiche costrinsero Winterhalder a vendere il brevetto alla società austriaca Doppelmayr, che sviluppò ulteriormente l’idea e divenne leader mondiale del settore.
Winterhalder morì nel 1932, senza assistere alla consacrazione globale della sua invenzione.
L’evoluzione dello skilift: Svizzera e Francia in primo piano
1934: Ernst Constam e il primo skilift moderno
Nel 1934, l’ingegnere svizzero Ernst Constam realizzò a Davos il primo skilift a fune alta completamente moderno. L’impianto, lungo 270 metri, utilizzava una barra a forma di “J”, destinata a un singolo sciatore. Questo progetto riscosse un enorme successo, trasportando 70.000 sciatori nella prima stagione.
Nel 1935, il maestro di sci Jack Ettinger propose di sostituire la barra a “J” con una doppia barra a forma di “T” (nota come ancora), raddoppiando così la capacità di trasporto. Questa modifica divenne presto uno standard negli impianti sciistici.
1935: Jean Pomagalski e l’introduzione del piattello
Contemporaneamente, in Francia, Jean Pomagalski progettò uno skilift per l’Alpe d’Huez, introducendo il piattello trainante. Questo design semplificato, che garantiva una risalita più confortevole, si diffuse rapidamente in Europa. Pomagalski fondò l’azienda Poma, che è ancora oggi un leader globale nella costruzione di impianti di risalita.
Lo skilift in Italia: una crescita rapida
L’Italia fu tra i primi paesi a riconoscere il potenziale degli skilift. Tra il 1935 e il 1941, furono installate circa venti slittovie e sciovie, che segnarono il passaggio dallo sci pionieristico a uno sport di massa. Ecco alcune tappe fondamentali:
- 1930 Claviere (Piemonte): prima sciovia italiana.
- 1935 Monte Bondone, Madonna di Campiglio e Bardonecchia (Trentino e Piemonte): slittovie pionieristiche.
- 1937 Cortina d’Ampezzo (Veneto), Abetone (Toscana) e Selva di Val Gardena (Alto Adige).
Questi impianti, inizialmente basati su slittovie e sciovie a fune bassa, furono successivamente sostituiti da impianti a fune alta, più sicuri e confortevoli.
Curiosità sugli skilift
- Romanticismo sugli skilift: Gli skilift ad ancora, soprannominati “per lei e lui”, erano noti per il loro utilizzo in coppia, diventando spesso luogo di socializzazione e flirt.
- Allenamento naturale: Risalire con lo skilift mantiene gli sciatori attivi, migliorando equilibrio e resistenza.
- Sfide per gli snowboarder: Per gli snowboarder, utilizzare lo skilift può risultare complicato, soprattutto nei tratti ripidi.
La trasformazione dello skilift nel tempo
Con l’avvento delle seggiovie e cabinovie negli anni ’90, molti skilift furono rimpiazzati da impianti più moderni e confortevoli. Tuttavia, gli skilift rimangono fondamentali in specifici contesti:
- zone per principianti: perfetti per imparare a sciare
- snowpark: ideali per i giovani sciatori freestyle
- piccoli comprensori: dove i costi delle seggiovie non sono giustificati
L’eredità dello skilift
Oggi, nonostante l’avanzare della tecnologia, lo skilift rappresenta ancora il 44% degli impianti di risalita in Svizzera ed è ampiamente utilizzato in Europa. Questa invenzione ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dello sci, continuando a trasportare generazioni di sciatori e i ricordi di un’epoca pionieristica che ha cambiato per sempre gli sport invernali.