Dopo due settimane di sforzi accesi per tenere le competizioni di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi di Milano-Cortina in Italia, il Comitato Olimpico Internazionale ha messo fine alle speranze con un annuncio chiaro: ogni nuovo impianto deve garantire un futuro utilizzo sostenibile. Questo criterio ha portato all’esclusione delle strutture di Cortina e Cesana, quest’ultima utilizzata durante i Giochi di Torino 2006, entrambe ormai in disuso, un fatto sicuramente pesato nella valutazione.
Il presidente del Coni, Malagò, aveva già ammesso la necessità di cercare una pista all’estero lo scorso 16 ottobre a Mumbai, durante una sessione del CIO. Questo rappresenta un duro colpo per lo sport italiano e per il “sistema paese”, l’ecosistema di eventi che generano vantaggi economici e sociali. La reazione del governo italiano è stata immediata al rifiuto del CIO.
Il CIO ha scartato Cortina per gli eccessivi costi di manutenzione e ha considerato non credibile il progetto di rinnovo della pista di Cesana, nonostante il supporto della regione Piemonte. La decisione pone l’accento sull’uso di piste già operative, e quelle disponibili non si trovano in Italia, ma in nazioni come l’Austria. Attualmente, la pista naturale di St. Moritz in Svizzera sembra essere la scelta più logica. La Fondazione Milano-Cortina sarà responsabile per la selezione dell’impianto adatto per il 2026.
Un altro motivo decisivo per la bocciatura del CIO è la mancanza di tempo: l’avvicinarsi dei Giochi e la procrastinazione dell’Italia negli anni recenti hanno reso impossibile trovare una soluzione in soli quindici giorni.