Dopo un Consiglio comunale molto importante, il Comune di Bolognola ha chiesto di uscire dal Parco nazionale dei Monti Sibillini. Dalla votazione sono usciti sette voti a favore e tre contrari. Ora l’iter passerà nelle mani degli enti competenti. Se ci sarà il via libera all’interno del Parco resteranno solamente le zone urbane, l’area naturale vicina a Sarnano e la zona dei Piani.
Bolognola vuole uscire dal Parco dei Sibillini
Insomma, il Comune di Bolognola ha lamentato serie difficoltà nei rapporti con il Parco dei Sibillini, e così chiede di far uscire buona parte del territorio comunale dalla zona protetta. Una decisione sofferta che arriva però dopo molte difficoltà nell’ottenere autorizzazioni e nullaosta per presentare progetti di rilancio socio-economico del PNRR.
Tra gli enti competenti che devono vagliare la richiesta c’è anche il Ministero dell’Ambiente. Nella delibera del Consiglio Comunale di Bolognola si legge: «Questi investimenti impongono dei tempi di progettazione e reperimento di autorizzazioni e nullaosta estremamente ristretti, tutti i soggetti sono chiamati ad adoperarsi in tal senso senza indugi e rallentamenti. Il Comune ha presentato diversi progetti per il rilancio sociale, creazione di economia, di lavoro e della sopravvivenza della propria comunità, i quali in assenza di deroghe necessitano di molteplici autorizzazioni tra cui quelle del genio civile per il vincolo idrogeologico, della Soprintendenza per il vincolo paesaggistico e del parco nazionale dei Monti Sibillini per rilascio del nullaosta in riferimento alla legge 394 del 91 sulle aree protette. Inoltre all’interno di quest’area protetta il riferimento alle zone di protezione speciale e siti di interesse comunitario».
Ma nella delibera che ha fatto seguito al Consiglio Comunale di Bolognola si leggono motivazioni più precise, si entra più nel dettaglio in merito alle difficoltà nei rapporti con il Parco dei Sibillini: «Il Comune ha riscontrato tristemente una estrema difficoltà nel reperire i pareri e il nullaosta per quanto di competenza del parco nazionale dei Monti Sibillini. Sebbene i funzionari ed i dirigenti del parco si pronunciassero a voce in favore di una totale disponibilità verso il comune, in tutte le istruttorie venivano chieste delle considerevoli quantità di integrazioni, alle quali talvolta si aggiungevano delle molteplici richieste di chiarimenti per le vie brevi e a mezzo di posta ordinaria, tali da creare sistematicamente un notevole rallentamento dei procedimenti amministrativi, tale da mettere al cielo rischio non solo l’esito dei procedimenti ma tutta la funzionalità dell’amministrazione locale».
Il Comune ha poi spiegato che questa decisione, che ricordiamo deve ancora essere accolta dagli enti preposti, è stata comunicata e spiegata nel merito sia all’ente Parco, sia alla popolazione delle zone interessate, sia a tutta la minoranza: «L’amministrazione comunale trovandosi in estrema difficoltà nel rapportarsi con il parco, per le attività e gli interventi svolti su gran parte del suo territorio si trova costretta a provvedere, per continuare a far parte del parco nazionale dei Monti Sibillini ma per non compromettere irrimediabilmente la struttura sociale storica ed economica del suo territorio, si vuole adoperare per una riperimetrazione dell’area inserita all’interno del parco, escludendone alcune zone».
Una decisione sicuramente sofferta, ma che lascia ancora una volta l’amaro in bocca per le questioni burocratiche che rallentano il funzionamento della “macchina” operativa del nostro Paese e delle aree interne, che dovrebbero invece essere sostenute in questo periodo così duro tra terremoto, Covid e guerra.