Fioritura di Castelluccio di Norcia: impossibile l’accesso dalle Marche

Fioritura di Castelluccio di Norcia - Credits instagram: @antoncino
Fioritura di Castelluccio di Norcia - Credits instagram: @antoncino

Ci stiamo avvicinando alla fioritura di Castelluccio di Norcia, evento che ogni anno attira turisti, appassionati e curiosi da molte parti del Centro Italia.

Per la fioritura di Castelluccio, come ogni anno, è stato creato un vero e proprio piano operativo che interessa i weekend dell’evento, quello del 3-4 luglio e quello del 10-11 luglio. Parcheggi e servizio navetta sì, ma solo all’interno del territorio della Regione Umbria.

La dichiarazione di Legambiente

Reso ufficialmente noto quindi il piano operativo per gestire l’evento della tradizionale fioritura di Castelluccio, e già non mancano le polemiche sull’esclusione della Regione Marche dall’organizzazione dei 4 giorni, divisi in due weekend distinti. Legambiente ha reso pubblica la sua posizione con una nota stampa molto chiara:

«Gli enti marchigiani, con il loro disimpegno, hanno fatto perdere a tutto il territorio la grande occasione di avviare subito un percorso condiviso a tutela della natura e dell’ambiente».

Impossibile raggiungere la fioritura di Castelluccio di Norcia dalle Marche

Il problema nasce infatti dall’impossibilità per i turisti che provengono dal versante marchigiano di raggiungere i luoghi della fioritura di Castelluccio, perché il Piano non prevede accessi al Pian Grande da Castel Sant’Angelo e da Arquata del Tronto-Montegallo. Una responsabilità, secondo Legambiente, da imputare al Governo della Regione Marche.

La nota di Legambiente prosegue poi rendendo noti anche alcuni dettagli del piano organizzativo: «Sul versante umbro saranno organizzati invece parcheggi nel territorio del comune di Norcia, ai Monti del Sole, a Forca Canapine e a Scentinelle e a Norcia capoluogo, con servizio navetta. Consentito, negli altri giorni infrasettimanali il libero accesso a tutti gli autoveicoli, da tutti i varchi, senza però possibilità di sosta o di fermata».

Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria, e Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, hanno poi commentato dicendo: «Quella annunciata dal sindaco di Norcia è una mezza vittoria. Avevamo fatto grande affidamento sul
tavolo istituzionale avviato nel novembre scorso con i prefetti di Perugia, Ascoli e Macerata, le regioni Umbria e Marche, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, le Protezioni civili di Umbria e Marche, i presidenti delle tre Province, la Comunanza Agraria di Castelluccio, i sindaci dei comuni di Arquata del Tronto, Castel Sant’Angelo, Norcia e le
forze dell’ordine, convinti che questa volta i turisti sarebbero riusciti ad ammirare la fioritura del Pian Grande senza l’invasione delle auto, la puzza dello smog e il rumore dei motori. Apprezziamo l’impegno del parco dei Monti Sibillini, della regione Umbria e del comune di Norcia per aver cercato di trovare una soluzione condivisa e di avere nonostante
tutto, trovato l’unica soluzione praticabile per scongiurare l’invasione delle auto in uno dei luoghi più suggestivi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, al fine di garantire anche maggiore sicurezza. Gli enti marchigiani, con il loro disimpegno, hanno fatto perdere a tutto il territorio la grande occasione di avviare subito un percorso condiviso non solo a tutela della natura e dell’ambiente, ma soprattutto per la ripartenza di un territorio pesantemente provato dal sisma e dall’emergenza sanitaria. Auspichiamo che questo sia un punto di partenza per la sperimentazione di una fruizione meno impattante del Pian Grande e di Castelluccio che il comune di Norcia è determinato a portare avanti, sia da stimolo affinché tutti i soggetti interessati ritornino da subito a definire un progetto di mobilità dolce fatto non solo di divieti ma anche di servizi e informazione corretta e puntuale per una fruizione sostenibile delle risorse naturali e paesaggistiche del Parco Nazionale dei Monti Sibillini garantendo al tempo stesso una corretta ricaduta economica per le comunità locali»
.

C’è molto di cui discutere insomma, sia a livello politico, con alcuni territori che sembrano effettivamente contare più di altri, sia a livello turistico ed ambientale, con la necessità di trovare un sistema integrato e condiviso che abbracci gli interi Sibillini. Stanno arrivando infatti anche le risorse del PNRR, che mette al centro anche i borghi, le aree del cratere sismico e la transizione verso un turismo sostenibile e slow, che le nostre montagne possono certamente offrire.

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