ACQUASANTA – Vanno su e giù aggrappati alle corde e con i caschi in testa gli speleologi dell’Asa, Giampaolo Filipponi in testa. Una lotta contro il tempo e contro gli imprevisti dell’ultima ora per predisporre tutto quello che serve nella Grotta Fredda. Il materiale va giù con una teleferica montata per l’occorrenza. Dal ciglio del costone si snodano anche cavi elettrici e tubi. Montalbini non lo nasconde: «Ho trovato negli speleologici dell’Asa i miei angeli». Niente sponsor questa volta, poche risorse e niente spettacolarizzazione. Nulla che ricordi lo spiegamento di mezzi fantascientifici dell’Underlab di Frasassi e Monte nerone. Montalbini torna alle orogini. Più Robinson Crusoe che uomo bionico con gli elettrodi al braccio. Torna alla ricerca di un modo più umano di vivere. Più attento agli spetti psicologici e sociologici del suo esperimento che a quelli squisitamente tecnici e medici. Si alimenterà con pillole e cibi in polvere. Uniche concessioni 4 chili di miele, 2 chili di noci, un chilo e mezzo di cioccolata. «E perché no anche qualche sigaretta».S.Bia.
dal Messaggero