A Visso tutto pronto per assistere all’eventoFermanelli “Un’iniziativadi grande spessore”
La scarsa visibilità ha impedito il decollo dell’elicottero con gli animali
VISSO – E' partita ufficialmente, ieri, la seconda parte dell'operazione che permetterà di rivedere sui nostri monti Sibillini il camoscio appenninico, sicramente uno degli animali più eleganti che si possano incontrare in montagna. Ieri mattina, infatti, presso la sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini di Visso , si è tenuta una conferenza di presentazione dell'evento, che avrebbe dovuto precedere la prima reimmissione degli animali in libertà. Le brutte condizioni del tempo, però, hanno costretto a rinviare l'atteso arrivo dei camosci. La scarsa visibilità, infatti, ha sconsigliato il decollo agli operatori che, per mezzo di un elicottero, avrebbero dovuto raggiungere la località prestabilita per il rilascio.
Dopo l'incontro – ha spiegato il direttore del Parco, Alfredo Fermanelli – avremmo dovuto recarci in montagna per assistere alle operazioni di rilascio. Purtroppo, però, le pessime condizioni meteo hanno costretto a rinviare il tutto. Tutto bene solo fino a metà, dunque, anche se il grande giorno è solo stato rinviato. Per ora non si conosce con esattezza la nuova data stabilita, ma quasi sicuramente non si andrà oltre la settimana appena iniziata.
Purtroppo, in questo periodo dell'anno – ha spiegato ancora Fermanelli – sono le condizioni del tempo e di visibilità a condizionare il tutto. Gli animali saranno trasportati a bordo di un elicottero e quindi dovranno esserci tutte le condizioni necessarie per poter volare. Di certo procederemo al rilascio, ma non sappiamo ancora dire con esattezza quando avverrà la ripetizione del tentativo.
Comunque, a cominciare dal commissario straordinario del Parco, senatore Sauro Turroni, ad Aldo Di Benedetto, direttore del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e , dai vertici del Corpo Forestale dello Stato ai vari sindaci, tutti hanno ieri erano arrivati a Visso per presenziare al grande eveto tanto atteso.
Tutti, tranne i nuovi esemplari di camoscio che sarebbero dovuti arrivare dal cielo. Gli unici camosci che possono vantare la residenza sui Sibillini, dunque, restano, al momento, quelli ospitati presso l'area faunistica di Bolognola, arrivati il 30 giugno scorso e tenuti a battesimo dal ministro dell'ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.
Libero e Maja, questo il nome dato ai due esemplari, non dovranno però aspettare ancora molto per avere compagnia dai propri simili.
Dopo la coppia trasferita dall'Abruzzo a Bolognola nei mesi scorsi, dunque, l'operazione si è ora spostata sul versante del fiume Nera, con circa venti esemplari che verranno rilasciati sul territorio. Nel corso dell'incontro di ieri è stato illustrato l'intero progetto che rientra in una più ampia operazione di conservazione di una specie che, soprattutto negli anni trascorsi, ha seriamente rischiato l'estinzione.
Non a caso, il direttore del Parco dei Sibillini, Alfredo Fermanelli, nei giorni scorsi aveva definito l'iniziativa storica, in quanto rappresenta non solo elemento di recupero e salvaguardia degli equilibri ecologici dei Sibillini, ma anche e, soprattutto, un intervento straordinariamente importante per il futuro e la sopravvivenza del camoscio appenninico, specie unica al mondo di cui, agli inizi del secolo scorso, era sopravvissuta soltanto una piccola popolazione che si trovava sulle balze rocciose della Camosciara.
dal Corriere Adriatico