C’è un orso bruno nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. «La sua presenza è inequicobale dice» il dottor Nicolini, vice questore e responsabile del corpo forestale dello Stato di Visso. Le orme, la ”fatta” (la pupù che certe volte è profumata), la pelle del vitello sgozzato, ci fanno ritenere che l’orso sia arrivato tra noi». Si tratta di un’esemplare che con ogni probabilità proviene dall’unica popolazione appenninica esistente che ha la sua roccaforte nell’Appennino Abruzzese. Non è la prima volta che nei Sibillini vengono avvistati degli orsi: sin dalla metà degli anni settanta, infatti e con una certa regolarità negli anni ’90, si sono registrate alcune presenze che, tuttavia, possono essere considerate del tutto occasionali. L’orso è un animale onnivoro che si nutre prevalentemente di frutti, bacche, animali trovati morti e larve di insetti; solo occasionalmente preda direttamente animali di media taglia.
La popolazione totale di orsi, un tempo diffusi su gran parte dell’Appennino, si è ridotta drasticamente negli ultimi secoli a causa di diversi fattori tra cui la distruzione del suo habitat – rappresentato da vasti territori integri ed indisturbati – e la persecuzione diretta da parte dell’uomo. Oggi l’orso risulta estinto da quasi tutta l’Italia e l’unica popolazione appenninica superstite, relegata nei monti più impervi dell’Appennino Abruzzese e, in particolare, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stimata in appena 40, 45 esemplari. Per questo motivo è considerato a forte rischio di estinzione ed è rigorosamente tutelato da una specifica normativa, anche a livello europeo.
Comunque – dice un comunicato stampa del Parco- ogni danno agli animali verrà indennizzato».
La popolazione totale di orsi, un tempo diffusi su gran parte dell’Appennino, si è ridotta drasticamente negli ultimi secoli a causa di diversi fattori tra cui la distruzione del suo habitat – rappresentato da vasti territori integri ed indisturbati – e la persecuzione diretta da parte dell’uomo. Oggi l’orso risulta estinto da quasi tutta l’Italia e l’unica popolazione appenninica superstite, relegata nei monti più impervi dell’Appennino Abruzzese e, in particolare, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stimata in appena 40, 45 esemplari. Per questo motivo è considerato a forte rischio di estinzione ed è rigorosamente tutelato da una specifica normativa, anche a livello europeo.
Comunque – dice un comunicato stampa del Parco- ogni danno agli animali verrà indennizzato».
dal Messaggero