Piste notturne e wellness la ricetta anticrisi

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    deepout83
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    CHRISTIAN BENNA

    Ad alta quota si torna a respirare un’aria di business coi fiocchi. Dopo il lungo inverno dei record, fino a 135 giorni di impianti aperti e piste affollate, le nevicate degli ultimi giorni sulla Val Gardena (80 cm), Livigno (51 cm) e Gressoney (35) rimettono in pista gli operatori del “circo bianco” e fanno ben sperare tutto il settore. A Cervinia hanno giĂ  aperto 15 giorni fa, mentre le altre stazioni sciistiche sono ai blocchi di partenza, prevista tra fine novembre e i primi di dicembre, per inaugurare la stagione 2009/2010. A contendersi un mercato che complessivamente vale oltre 11 miliardi di euro, ci sono soprattutto i grandi comprensori sciistici, i big di settore (Dolomiti Superski, Monterosa Ski, Via Lattea, Matterhorn, MondolĂ©) che cercano di battere i venti di crisi con prezzi congelati o con lievi aumenti (intorno al 3 e il 4%) e rilanciando sugli investimenti e sulle offerte per appassionati della montagna. L’ereditĂ  dell’ultima stagione è enorme. Nel 2009, tra gennaio e marzo, 5,8 milioni di italiani hanno bagnato i piedi sulla neve contro i 5,3 milioni dell’anno precedente. Un dato eccezionale se si considera che il numero degli sciatori “praticanti”, secondo l’indagine di Assosport condotta da Nielsen, è diminuito in dieci anni del 24 % da 2,4 milioni a 1,8 milioni. Anche il fatturato degli esercizi, rispetto alla stagione 20072008, risulta in calo: 4,3 miliardi per gli alberghi (11,2%), 1,37 miliardi per acquisto e noleggio attrezzatura (5,5%), 1,05 miliardi attivitĂ  creative e intrattenimento (12,5%), 1,51 miliardi per spesa per bar e ristoranti (13,7%) e 3,15 miliardi del giro d’affari extralberghiero (12,5%). La torta si riduce, a causa della contrazione dei soggiorni, promozioni last minute, tariffe speciali, riduzioni della spesa media (da 670 a 620 per la settimana bianca), ma allo stesso tempo aumenta la voglia montagna.
    Tra questi paletti le imprese di settore provano lo slalom, cercando di intercettare gli appassionati con un catalogo sempre più vario e dinamico. E sono proprio i big del comparto a guadagnare terreno a colpi di innovazioni, mentre le piccole stazioni si arrangiano specializzandosi con impianti ad hoc (snowboard, sci di fondo, etc). Dolomiti Superki, la regina dei comprensori italiani, con oltre 280 milioni di fatturato, 1200 km di piste, 450 impianti di risalita e 3000 addetti impiegati in alta stagione, ha messo in campo un ventaglio di proposte agguerrito, per tutti i gusti, sportivi e non. «Registriamo sei anni filati di crescita – dice Gerhard Vanzi direttore marketing di Dolomiti Superski La crisi dalle nostre parti non si sente. Merito della rete di piste più estesa al mondo e di un catalogo turistico continuamente arricchito di opportunità». Per il ponte di Sant’Ambrogio alcuni alberghi della Val Gardena hanno già appeso il cartello del tutto esaurito. Il sito internet Dolomiti Superski ha aumentato le visite, solo lunedì, arrivando a quota 25 mila. Tanto sci in menu, ma non solo. Su alcune piste, collegate a 10 impianti di risalita, si può sciare di sera, fino alle 22 e in qualche caso fino alle 23. Ci sono oltre 20 snowpark per chi ama la discesa sulla tavola, pattinaggio su ghiaccio, escursioni con le ciaspole, percorsi enogastronomici. Ci sono offerte speciali persino per i single. «Il numero degli sciatori è in costante diminuzione – ricorda Luigi Belluzzi, direttore di Skipass, la fiera del settore che si è tenuta a Modena tra 29 ottobre al 1 novembre, con oltre 100 mila visitatori – perché lo sci è diventato uno sport sempre più costoso. E gli sportivi a livello agonistico non superano le 100 mila unità. Le società si stanno quindi attrezzando per rispondere a quella larga fascia di turisti che è interessata alla neve e alla montagna anche oltre lo sport». E precisa: «Perciò vince chi riesce a mettere in campo percorsi alternativi: centri benessere, shopping, nordic walking, escursioni in motoslitta. Un trend confermato dal peso sempre più rilevante delle attività extra alberghiere». La buona annata 2007/2008, malgrado la diminuzione della spesa procapite, consente nuovi investimenti. Monterosa Ski, 31 impianti di risalita, 180 km di tracciati completamente battuti e oltre il 95% di piste coperte da innevamento programmato, ha inaugurato il nuovo impianto di collegamento Passo dei SalatiIndren: un chilometro e mezzo per coprire in 4 minuti il dislivello dai 2970 metri del Passo dei Salati ai 3275 metri del Ghiacciaio di Indren e ha appena lanciato i lavori per la funicolare di Frachey.
    In casa di Sestriere Spa, la societĂ  (ex gruppo Fiat) che gestisce gli impianti della Via Lattea, 25 milioni di euro di fatturato, 8000 abbonati e 15 milioni di passaggi sui 400 km di piste e 72 impianti di risalita, va di scena il comarketing. Ovvero una serie di intese con aziende partner per promuovere lo sci. Dice Giovanni Brasso, presidente di Sestriere Spa: «Non solo, per il terzo anno consecutivo, abbiamo bloccato il prezzo dei biglietti , 34 euro per il giornaliero e 180 per sei giorni. Ma di fatto sulle nostre piste si scia gratis». Compri uno skipass e ottieni 6 euro di buono sconto da Coop “oltre 50 mila consumatori si sono avvalsi dell’offerta lo scorso anno”, riduzioni fino al 15% per l’acquisto di articoli Robe di Kappa, e poi ancora convenzioni con Erg e buoni per entrare nei musei d’arte torinesi. « Con un mimino di accortezza si riesce ad ammortizzare la spesa di una giornata di sci», afferma l’imprenditore. Iniziative per conquistare il consumatore, ma soprattutto piani di investimenti a largo raggio. Sestriere Spa ha messo 5 milioni di euro sul piatto per rilanciare l’area sciistica del vallone del Rio Nero , tra Salice d’ Ulzio, Sestriere e Sansicario, migliorando i collegamenti e la sciabilitĂ  tra le varie localitĂ .
    Nel mirino di Giovanni Brasso c’è anche portare lo sci in città. C’è infatti il progetto di realizzare una funivia ai piedi della montagna, da Ulzio, a 20/25 minuti da Torino, per far diventare «la montagna un quartiere del capoluogo». La corsa all’oro bianco rimette in pista anche i costruttori di impianti di risalita. Il gruppo Leitner di Bolzano, principali produttore di funivie in Italia, ha pronti in consegna 20 impianti . Spiega Mirko Baldassari, responsabile del mercato italiano del gruppo. «Il nostro è un settore che risente molto delle oscillazioni degli eventi sportivi, come le assegnazione di gare della coppa del mondo e quindi anche dai finanziamenti. Oggi, tuttavia, si registra una certa vivacità su tutto il territorio. Sono soprattutto i grandi comprensori a commissionare gli ordini, mentre i piccoli stanno scontando maggiormente la crisi congiunturale».

    http://www.repubblica.it/supplementi/af/2009/11/09/economiaitaliana/015lanneve.html

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