L’incidente è avvenuto sulle Alpi svizzere, il professore si era trasferito da anni a Novara
Precipita in un burrone, muore Fanesi
ASCOLI – Il Club alpino ascolano è in lutto. Carlo Fanesi, fratello del popolare Peppe, da anni residente a Novara ha perso tragicamente la vita, sabato scorso, in un incidente verificatosi sulle Alpi svizzere. Fanesi, appassionato di montagna come il fratello, assieme ad un compagno stava effettuando una salita scialpinistica sulle Alpi Svizzere, quando per cause imprecisate (si sospetta una distrazione o un malore) è scivolato durante la fase di salita di un ripido pendio ghiacciato non riuscendo ad arrestare la sua corsa, precipitando a valle per circa quattrocento metri.
Lunghe e complesse sono state le operazioni di recupero della salma da parte del soccorso alpino svizzero. Sulla ricostruzione del tragico accaduto la polizia elvetica ha avviato le indagini dovendosi basare sull’unica testimonianza dell’amico che lo ha visto svanire nel vuoto. L’incidente è avvenuto in località Sengciuppà ad un’altezza di 3600 metri di altitudine.
Quando sul posto è intervenuta un’ eliambulanza che lo ha trasportato nel più vicino ospedale purtroppo non c’era più nulla da fare. L’alpinista ascolano è spirato poco dopo.
Carlo Fanesi aveva sessantuno anni e si era trasferito da tanto tempo a Novara dove risiedeva con la moglie Maria Rita Taffoni e le figlie Elisabetta e Laura. Da poco tempo in pensione, aveva insegnato chimica presso l'Istituto Tecnico Industriale del capoluogo. Si era iscritto al Club alpino di Ascoli da giovanissimo e pur vivendo lontano dalla sua città natia da decenni aveva voluto sempre mantenere l'iscrizione mai recidendo il cordone che lo legava alle Cento Torri. Fanesi tornava spesso in città per trovare i familiari e nell’occasione partecipava anche a qualche attività alpinistica.
Il suo nome è legato a quello del fratello Peppe, purtroppo scomparso qualche anno fa, per un’impresa leggendaria all’inizio degli Anni Settanta. Insieme ad altri cinque ascolani parteciparono alla spedizione “Città di Ascoli” che nel 1972 conquistò la vetta del M6 una montagna di oltre 6000 metri nella catena dell'Hindukush afgano.
Nel corso di questi anni Carlo Fanesi non aveva mai smesso di andare in montagna e frequentare le cime di tutto l'arco alpino. La sua passione, oltre alla scuola e alla montagna era anche il volontariato. Ha fatto parte dello staff della “Goletta verde” e recentemente aveva partecipato ad una missione umanitaria in Africa.
La notizia del tragico incidente sulle Alpi Svizzere si è diffusa in città in ritardo, solamente nella giornata di ieri. Nonostante la lontananza Carlo aveva numerosi amici a cominciare dal presidente del Cai Dario Nanni. Aveva saputo trasmettere ai familiari il grande amore per la montagna a cominciare dal nipote Tito Ciarma che è oggi uno dei più apprezzati e stimati esponenti del Cai. I funerali di Carlo Fanesi si terranno mercoledì a Novara dopo la conclusione di tutti gli esami autoptici e successivamente le spoglie dell’alpinista verranno riportate nella nostra città. Su sua espressa disposizione testamentaria sarà cremato e l’urna sarà deposta nella tomba al fianco dell’amata madre al cimitero di Borgo Solestà.
Corriere Adriatico 6\06\06